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Breguet
Breguet rappresenta una delle più antiche, rinomate ed esclusive manifatture orologiere svizzere: poche Case possono vantare una storia ed una tradizione antiche e un palmares di invenzioni ricchi come quelli di Breguet.
La storia della casa orologiera non può prescindere da quella del suo fondatore Abraham-Louis Breguet e delle sue invenzioni, che hanno rivoluzionato per sempre il mondo dell'orologeria. La Maison Breguet viene fondata nel 1775 e la sua prima sede fu stabilita a Parigi, in Quai d'Horloge. Nonostante la giovane età, Abraham-Louis riuscì ad affermarsi piuttosto rapidamente fino ad ammaliare la clientela più ricercata ed esclusiva: tra i suoi primi clienti illustri, la regina Maria Antonietta, la quale acquistò dal maestro innumerevoli creazioni. Proprio per la regina di Francia Breguet creò il suo incontrastato capolavoro, l'orologio n° 160, che successivamente verrà indicato con l'appellativo "Marie Antoinette".
Il 1789 vede lo scoppio della Rivoluzione Francese e l'aggravarsi della situazione anche per Abraham-Louis, che, all'inizio del periodo del Terrore preferirà rifugiarsi in Svizzera, trasferendovi anche l'azienda. Rientrato in Francia dopo la caduta di Robespierre e l'instaurazione del Direttorio, stupirà il mondo grazie al suo estro creativo, capace di lasciare un segno indelebile nell'orologeria, intervenendo in tutti i suoi settori con invenzioni sempre più stupefacenti e rivoluzionarie. Tra di esse, un ruolo speciale spetta allo scappamento a tourbillon, che migliora sensibilmente la precisione dell'orologio annullando gli attriti dovuti all'attrazione gravitazionale. Esso fu oggetto di studio da parte dell'orologiaio dal 1795 al 1800 e otterrà il brevetto nel 1801.
Dopo la morte del grande maestro, l'azienda passerà nelle mani del figlio Louis Breguet, che si farà erede della tradizione trasmessagli dal padre. Per tutto il XIX secolo Breguet continuerà ad essere fornitore di una clientela selezionatissima e altolocata: nobili e capi di stato, alti ufficiali, magnati e ricchi borghesi.
Tuttavia, negli anni compresi fra le due guerre mondiali una grave crisi colpì la manifattura- anche a causa della situazione economica mondiale dovuta alla crisi del 1929 e agli anni della Grande depressione che seguirono- il che ebbe anche delle ripercussioni sul livello qualitativo degli orologi prodotti. La Maison Breguet ne uscì solo verso gli anni cinquanta, ma da quel momento perse la propria autonomia: rilevata da Chaumet prima, che ne promosse il rilancio, finì nelle mani di Investcorp poi.
Infine, nel 1999 il Group Horloger Breguet, nato per rispondere alle esigenze di ricerca, sviluppo e produzione orologiera, entra a far parte dello Swatch Group il cui patron Nicolas G. Hayek ha dichiarato di voler preservare la tradizione secolare di cui la Maison Breguet è depositaria. Tale modificazione di assetto proprietario, comunque, ha consentito un accrescimento delle possibilità di sviluppo tecnologico unito ad un incremento del numero delle collezioni in produzione, il tutto senza rinunciare ai caratteri di tradizionale classicità ed artigianalità che caratterizzano gli orologi Breguet.
Inconfondibile è lo stile degli orologi Breguet, che li rende distinguibili a colpo d'occhio e immediatamente riconoscibili, questo grazie a tutt'una serie di segni distintivi elaborati già dagli albori dell'attività della Maison da Abraham-Louis Breguet, tanto che alcuni di essi rappresentano dei veri e propri marchio di fabbrica ante litteram. Essi sono:
Generalmente, un Breguet si presenta all'occhio sobrio, discreto e non appariscente, dalle forme limpide e nitide, ispirate nel complesso ad un'estetica evidentemente neoclassica: sovente oggi vengono riproposti dalla Maison modelli ispirati in tutto e per tutto a quelli prodotti da Abraham-Louis a cavallo tra 700 e 800. Superbi esempi di questo sono esemplari quali il Riserva di carica ref. 3137BA/11/986, ispirato al celebre n°5, o tutti gli orologi della collezione "Reine de Naples".
Da sempre Breguet mette al centro della propria produzione la qualità tecnica dei propri meccanismi, tutti rigorosamente meccanici. A differenza di altre Case orologiere pure importanti e pure d'alta gamma, Breguet ha sempre prodotto, accanto ai modelli "solo tempo", anche orologi complicati e pluricomplicati, affrontanto la sfida della realizzazione di tutte le tipologie di complicazioni oggi esistenti.
Breguet produce modelli da polso, da tasca e anche piccole pendole da tavolo. Fra esse ricordiamo la "pendola simpatica", la quale contiene un apposito alloggio per un orologio da polso che, una volta inserito in quella sede viene mantenuto in carica e sincronizzato con la pendola stessa.
Gli orologi da polso prodotti da Breguet possono essere ascritti alle seguenti tipologie:
Il Breguet n° 160 rappresenta ancora oggi, a più di 150 anni dalla sua realizzazione, un autentico prodigio tecnico e un capolavoro assoluto dell'orologeria. Venne commissionato nel 1783 da un misterioso ammiratore di Maria Antonietta- probabilmente un alto ufficiale della Guardia Reale-, il quale voleva farne dono alla Regina. Venne esplicitamente richiesto un orologio ricco di tutti i più importanti ritrovati tecnici dell'epoca, l'oro doveva sostituire, per quanto possibile, ogni altro metallo, non erano fissati limiti di spesa né termini di consegna. Abraham-Louis Breguet si cimentò quindi in un'opera senza eguali. Nonostante la sua solerzia, né la regina né l'orologiaio stesso poterono vedere l'orologio completato, visto che la sua progettazione e la sua realizzazione impiegarono ben 44 anni: fu pronto solo nel 1827, quattro anni dopo la morte del maestro. L'orologio passò poi nelle mani di diversi collezionisti e, poi, in un museo di Gerusalemme, fino a che nel 1983 non venne rubato. Recentemente la refurtiva di quella rapina sarebbe stata recuperata, ma gli orologiai della Maison Breguet non hanno ancora avuto la possibilità di osservare il reperto. Nel 2004 l'attuale patron dello Swatch Group, Nicolas G. Hayek, ha lanciato ai maestri che prestano la propria opera nella manifattura la sfida di replicare esattamente il leggendario orologio. La ricostruzione è stata operata sulla base di disegni e documenti conservati nel Musée Breguet e nel Musée des artes et metiérs di Parigi. Il lavoro è stato completato nel 2008, anno in cui il nuovo "Marie Antoinette" ha visto la luce. Dopo l'abbattimento della quercia secolare sita nei giardini di Versailles ove la regina Maria Antonietta era solita riposare, il legno è stato donato a Hayek, il quale l'ha impiegato per intagliarvi lo scrigno in cui riporre il "Marie Antoinette". È stato esposto presso il Petit Trianon, a Versailles e, più recentemente, al Louvre A riprova della sua eccezionalità, questo orologio è ancora oggi considerato il quinto più complicato al mondo. È costituito da 823 parti meccaniche, prevalentemente in oro rosa levigato. Le viti sono in acciaio azzurrato, mentre i fori e i cuscinetti sono in zaffiro- questo per ridurre l'incidenza degli attriti sulla precisione del movimento. Per la realizzazione di questo orologio fu messo a punto anche un peculiare meccanismo di scappamento. Quanto alle sue funzioni, oltre all'indicazione delle ore, dei minuti e dei secondi il "Marie Antoinette" è dotato di riserva di carica, calendario perpetuo, equazione del tempo, termometro, ripetizione minuti e, in più, è dotato di un totalizzatore di secondi indipendente,antesignano del moderno cronografo. Il movimento è a carica automatica, scheletrato e visibile attraverso il quadrante in cristallo di rocca.
Recentemente Breguet, al pari di altre Manifatture orologiere, ha iniziato a produrre anche gioielli e penne. Non vengono meno in questo ambito quel savoir-faire estetico e quei dettami di elegante classicità che ne caratterizzano i segnatempo. Queste collezioni annoverano molti orologi gioiello; ad esse poi si affiancano sfarzose creazioni speciali. Per la clientela maschile sono prodotti inoltre gemelli da polso. Le penne, in argento e presentate in un cofanetto di legno,ripropongono segni distintivi e lavorazioni tradizionali dei prodotti della Maison.
Abraham-Louis Breguet prima e la Maison da lui fondata dopo ha avuto modo di fornire orologi a personaggi di spicco della storia e dell'arte. Fra essi si annoverano:
La storia della casa orologiera non può prescindere da quella del suo fondatore Abraham-Louis Breguet e delle sue invenzioni, che hanno rivoluzionato per sempre il mondo dell'orologeria. La Maison Breguet viene fondata nel 1775 e la sua prima sede fu stabilita a Parigi, in Quai d'Horloge. Nonostante la giovane età, Abraham-Louis riuscì ad affermarsi piuttosto rapidamente fino ad ammaliare la clientela più ricercata ed esclusiva: tra i suoi primi clienti illustri, la regina Maria Antonietta, la quale acquistò dal maestro innumerevoli creazioni. Proprio per la regina di Francia Breguet creò il suo incontrastato capolavoro, l'orologio n° 160, che successivamente verrà indicato con l'appellativo "Marie Antoinette".
Il 1789 vede lo scoppio della Rivoluzione Francese e l'aggravarsi della situazione anche per Abraham-Louis, che, all'inizio del periodo del Terrore preferirà rifugiarsi in Svizzera, trasferendovi anche l'azienda. Rientrato in Francia dopo la caduta di Robespierre e l'instaurazione del Direttorio, stupirà il mondo grazie al suo estro creativo, capace di lasciare un segno indelebile nell'orologeria, intervenendo in tutti i suoi settori con invenzioni sempre più stupefacenti e rivoluzionarie. Tra di esse, un ruolo speciale spetta allo scappamento a tourbillon, che migliora sensibilmente la precisione dell'orologio annullando gli attriti dovuti all'attrazione gravitazionale. Esso fu oggetto di studio da parte dell'orologiaio dal 1795 al 1800 e otterrà il brevetto nel 1801.
Dopo la morte del grande maestro, l'azienda passerà nelle mani del figlio Louis Breguet, che si farà erede della tradizione trasmessagli dal padre. Per tutto il XIX secolo Breguet continuerà ad essere fornitore di una clientela selezionatissima e altolocata: nobili e capi di stato, alti ufficiali, magnati e ricchi borghesi.
Tuttavia, negli anni compresi fra le due guerre mondiali una grave crisi colpì la manifattura- anche a causa della situazione economica mondiale dovuta alla crisi del 1929 e agli anni della Grande depressione che seguirono- il che ebbe anche delle ripercussioni sul livello qualitativo degli orologi prodotti. La Maison Breguet ne uscì solo verso gli anni cinquanta, ma da quel momento perse la propria autonomia: rilevata da Chaumet prima, che ne promosse il rilancio, finì nelle mani di Investcorp poi.
Infine, nel 1999 il Group Horloger Breguet, nato per rispondere alle esigenze di ricerca, sviluppo e produzione orologiera, entra a far parte dello Swatch Group il cui patron Nicolas G. Hayek ha dichiarato di voler preservare la tradizione secolare di cui la Maison Breguet è depositaria. Tale modificazione di assetto proprietario, comunque, ha consentito un accrescimento delle possibilità di sviluppo tecnologico unito ad un incremento del numero delle collezioni in produzione, il tutto senza rinunciare ai caratteri di tradizionale classicità ed artigianalità che caratterizzano gli orologi Breguet.
Inconfondibile è lo stile degli orologi Breguet, che li rende distinguibili a colpo d'occhio e immediatamente riconoscibili, questo grazie a tutt'una serie di segni distintivi elaborati già dagli albori dell'attività della Maison da Abraham-Louis Breguet, tanto che alcuni di essi rappresentano dei veri e propri marchio di fabbrica ante litteram. Essi sono:
- il quadrante rabescato lavorato à guilloché, introdotto nel 1786. I quadranti Breguet soggetti a questa lavorazione sono solitamente in oro massiccio argentato o in madreperla;
- le lancette dalla caratteristica forma "à pomme", disegnate nel 1783, realizzate in acciaio brunito. Esse figurano, assieme alla firma di Abraham-Louis Breguet il logo dell'azienda;
- taluni orologi, specie quelli con quadrante in smalto, presentano le celebri cifre arabe Breguet. In questo caso, esse sono abbinate a stelline che indicano i minuti, piccoli fiordalisi stilizzati ad indicare le frazioni di cinque minuti, rombi svuotati al 12, al 3, al 6 e al 9.;
- le scanalature della cassa.
Generalmente, un Breguet si presenta all'occhio sobrio, discreto e non appariscente, dalle forme limpide e nitide, ispirate nel complesso ad un'estetica evidentemente neoclassica: sovente oggi vengono riproposti dalla Maison modelli ispirati in tutto e per tutto a quelli prodotti da Abraham-Louis a cavallo tra 700 e 800. Superbi esempi di questo sono esemplari quali il Riserva di carica ref. 3137BA/11/986, ispirato al celebre n°5, o tutti gli orologi della collezione "Reine de Naples".
Da sempre Breguet mette al centro della propria produzione la qualità tecnica dei propri meccanismi, tutti rigorosamente meccanici. A differenza di altre Case orologiere pure importanti e pure d'alta gamma, Breguet ha sempre prodotto, accanto ai modelli "solo tempo", anche orologi complicati e pluricomplicati, affrontanto la sfida della realizzazione di tutte le tipologie di complicazioni oggi esistenti.
Breguet produce modelli da polso, da tasca e anche piccole pendole da tavolo. Fra esse ricordiamo la "pendola simpatica", la quale contiene un apposito alloggio per un orologio da polso che, una volta inserito in quella sede viene mantenuto in carica e sincronizzato con la pendola stessa.
Gli orologi da polso prodotti da Breguet possono essere ascritti alle seguenti tipologie:
- Type XX-Type XXI: modelli sportivi, sono cronografo ispirati agli orologi prodotti per l'aeronautica francese a partire dagli anni '50. Si distinguono la linea Aeronavale e la linea Transatlantique- la seconda è dotata di datario. Il Type XX si caratterizza per la funzione "Retour en voul" (o flyback). Il Type XXI, presenta una cassa di dimensioni maggiori.
- Heritage: serie che include i modelli "di forma", con cassa tonneau.
- Marine: serie caratterizzata da una commistione di elementi tradizionali- quali la forma della cassa o la lavorazione del quadrante- ed innovativi- come i cinturini in caucciù e l'impiego dell'acciaio. Oltre ai modelli "solo tempo", nella serie Marine si annoverano anche modelli equipaggiati con tourbillon, l'"Hora Mundi" e cronografi, tra i quali ricordiamo il più piccolo movimento cronografico automatico al mondo.
- Reine de Naples: linea di orologi-gioiello da donna. Tempestati di diamanti, si caratterizzano per una cassa ovoidale e per l'indicazione dell'ora decentrata. Alcuni modelli sono dotati di indicazione delle fasi lunari e della riserva di carica. Dal punto di vista del design, il Reine de Naples deriva direttamente dall'orologio prodotto nel 1807 da Abraham-Louis Breguet per l'allora regina di Napoli Carolina Murat, che vanta il primato di essere stato il primo orologio da polso da donna mai realizzato.
- Tradition:gli orologi che fanno capo a questa linea si ispirano ai modelli realizzati da Breguet dietro sottoscrizione. Pur non essendo considerabili come modelli "squelette", si caratterizzano per lasciar scoperto alla vista il meccanismo.
- Classique: questa collezione incarna i tradizionali valori tecnici ed estetici della Maison, improntati ad un estremo classicismo e ad una raffinata ed elegante sobrietà. Possono talora essere equipaggiati con complicazioni, in particolare la riserva di carica, l'indicazione delle fasi lunari, lo svegliarino, il cronografo , anche con funzione rattrapante.
- Classique complication: da un punto di vista estetico, questi orologi rispecchiano in tutto e per tutto le caratteristiche della serie "Classique", tuttavia sono caratterizzati dalla presenza di diverse complicazioni di alto livello, solitamente abbinate tra loro, quali la ripetizione minuti, il tourbillon, calendario perpetuo, e anche di complicazioni di più semplice realizzazione. Tra essi un posto di rilievo spetta al "doppio tourbillon".
Il Breguet n° 160 rappresenta ancora oggi, a più di 150 anni dalla sua realizzazione, un autentico prodigio tecnico e un capolavoro assoluto dell'orologeria. Venne commissionato nel 1783 da un misterioso ammiratore di Maria Antonietta- probabilmente un alto ufficiale della Guardia Reale-, il quale voleva farne dono alla Regina. Venne esplicitamente richiesto un orologio ricco di tutti i più importanti ritrovati tecnici dell'epoca, l'oro doveva sostituire, per quanto possibile, ogni altro metallo, non erano fissati limiti di spesa né termini di consegna. Abraham-Louis Breguet si cimentò quindi in un'opera senza eguali. Nonostante la sua solerzia, né la regina né l'orologiaio stesso poterono vedere l'orologio completato, visto che la sua progettazione e la sua realizzazione impiegarono ben 44 anni: fu pronto solo nel 1827, quattro anni dopo la morte del maestro. L'orologio passò poi nelle mani di diversi collezionisti e, poi, in un museo di Gerusalemme, fino a che nel 1983 non venne rubato. Recentemente la refurtiva di quella rapina sarebbe stata recuperata, ma gli orologiai della Maison Breguet non hanno ancora avuto la possibilità di osservare il reperto. Nel 2004 l'attuale patron dello Swatch Group, Nicolas G. Hayek, ha lanciato ai maestri che prestano la propria opera nella manifattura la sfida di replicare esattamente il leggendario orologio. La ricostruzione è stata operata sulla base di disegni e documenti conservati nel Musée Breguet e nel Musée des artes et metiérs di Parigi. Il lavoro è stato completato nel 2008, anno in cui il nuovo "Marie Antoinette" ha visto la luce. Dopo l'abbattimento della quercia secolare sita nei giardini di Versailles ove la regina Maria Antonietta era solita riposare, il legno è stato donato a Hayek, il quale l'ha impiegato per intagliarvi lo scrigno in cui riporre il "Marie Antoinette". È stato esposto presso il Petit Trianon, a Versailles e, più recentemente, al Louvre A riprova della sua eccezionalità, questo orologio è ancora oggi considerato il quinto più complicato al mondo. È costituito da 823 parti meccaniche, prevalentemente in oro rosa levigato. Le viti sono in acciaio azzurrato, mentre i fori e i cuscinetti sono in zaffiro- questo per ridurre l'incidenza degli attriti sulla precisione del movimento. Per la realizzazione di questo orologio fu messo a punto anche un peculiare meccanismo di scappamento. Quanto alle sue funzioni, oltre all'indicazione delle ore, dei minuti e dei secondi il "Marie Antoinette" è dotato di riserva di carica, calendario perpetuo, equazione del tempo, termometro, ripetizione minuti e, in più, è dotato di un totalizzatore di secondi indipendente,antesignano del moderno cronografo. Il movimento è a carica automatica, scheletrato e visibile attraverso il quadrante in cristallo di rocca.
Recentemente Breguet, al pari di altre Manifatture orologiere, ha iniziato a produrre anche gioielli e penne. Non vengono meno in questo ambito quel savoir-faire estetico e quei dettami di elegante classicità che ne caratterizzano i segnatempo. Queste collezioni annoverano molti orologi gioiello; ad esse poi si affiancano sfarzose creazioni speciali. Per la clientela maschile sono prodotti inoltre gemelli da polso. Le penne, in argento e presentate in un cofanetto di legno,ripropongono segni distintivi e lavorazioni tradizionali dei prodotti della Maison.
Abraham-Louis Breguet prima e la Maison da lui fondata dopo ha avuto modo di fornire orologi a personaggi di spicco della storia e dell'arte. Fra essi si annoverano:
- Maria Antonietta, regina di Francia
- Luigi XVI, suo consorte
- Napoleone Bonaparte, Imperatore dei francesi
- Giuseppina di Beauharnais, sua consorte
- Maria Luisa d'Asburgo-Lorena, seconda moglie di Napoleone
- Carolina Murat, regina di Napoli
- Arthur Wellesley, duca di Wellington
- Alessandro I, zar di tutte le Russie
- Giorgio III re d'Inghilterra
- Luigi XVIII re di Francia
- Gioacchino Rossini
- Winston Churchill
- Fuad I re d'Egitto
- Sergej Rachmaninov
- Ettore Bugatti
domenica 8 maggio 2011
Orologio n° 160 "Marie Antoniette"
La storia
Nel 1782, Breguet realizza per la regina Marie-Antoinette l'orologio perpetuale a ripetizione e calendario n°2 10/82.
La regina apprezzerà le opere del Maestro e sarà sua cliente durante tutta la sua esistenza. In 1783, A. L. Breguet riceve un ordine stupefacente e misterioso, che viene da un ufficiale delle guardie della regina: gli propone di realizzare per la regina un orologio che incorpora tutte le complicazioni e tutti i perfezionamenti conosciuti all' epoca, senza nessun limite ne in termini di tempo, né in termini di prezzo dove ciò è possibile.
Gli orologiai di Breguet si mettono al lavoro. Benchè ancora all'inizio della sua carriera, A. L. Breguet tiene al suo attivo alcune ottime invenzioni, in particolare l' orologio con calendario perpetuo e gli orologi a ripetizione di cui è specialista. L'orologio sarà dunque automatico, unico produttore all'epoca; l' automatismo, affascina il 18o secolo, quando i filosofi vedono nell'orologio una rappresentazione miniaturizzata dell' Universo.
Si chiede a Breguet di fare un orologio a cattedrale in pochi centimetri quadrati, il risultato sarà il favoloso orologio N° 160 detto “Marie-Antoinette„ che la regina non vedrà mai poiché dopo lunghe interruzioni, non sarà terminato che nel 1827, dopo la morte della regina e quella di A. L. Breguet.
Occorre sottolineare, certamente, che egli agisce in un'opera collettiva, come tutto ciò che è realizzato in grande in orologieria; ha mobilitato anche le competenze di una ventina di collaboratori, di cui, in particolare, Michel Weber, una delle menti più brillanti della Casa.
Orologio perpetuo a carica automatica con massa oscillante in platino, dotato delle funzioni e complicazioni seguenti: ripetizione minuti; calendario perpetuo completo (indica il giorno, la data, il mese ed il ciclo di quattro anni); equazione del tempo; riserva di marcia; termometro metallico; grande secondi indipendenti a "volontà" (che trasforma l'orologio nel primo chronografo); piccola secondi continui; scappamento ad ancora; a spirale in oro; doppio paracadute (antichoc).
Tutti gli attriti, le sedi ed i perni sono in zaffiro, senza eccezione. L'orologio possiede una cassa in oro con un quadrante in smalto bianco ed un altro in cristallo di roccia. Il contratto iniziale è stato in gran parte esaudito; Breguet vanta l'orologio più complicato mai fabbricato e resterà durante il un secolo l'orologio più complicato al mondo.
Il seguito della storia potrebbe essere semplice, ma così non è.
Da qui nessuna indicazione di vendita è citata negli archivi. L'orologioricompare a Breguet nel 1838 quando il marchese dello Groye lo affida per una revisione; sembra essere allora il nuovo proprietario. Nuovo mistero: non ritorna mai più a ritirare l'orologio e rimane senza erede. Non tornando nessuno a richiederlo questo torna nelle mani di Casa Breguet che lo conserva fino al 1887, anno in cui viene ceduto ad un collezionista britannico, Sir Spencer Brunton, prima del di passare al fratello di quest'ultimo.
Diventerà in seguito di proprietà del sig. Murray Mark, prima del d' integrare all'inizio del 20° secolo la collezione prestigiosa di Sir David Lionel Salomons.
Nel 1925, alla morte di quest'ultimo, “Marie-Antoinette„ diventa di proprietà della sua figlia Vera Salomons e l' avventura continua. Nel corso di soggiorni in Israele, Vera Salomons si lega strettamente al professore di l' università ebraica di Gerusalemme nominato Léo Arie Mayer che si appassiona all' arte islamica. Decide allora di fondare un museo d' arte islamica in omaggio al suo mentore ed amico. Mette a disposizione del suo progetto tutte le raccolte d' arte islamica che possiede e sceglie d' includere anche la collezione di orologieria occidentale ereditata da suo padre.
Il “Marie Antoinette„ è a capo dell' opera d' orologieria.
Concepito a Parigi da un orologiaio svizzero per una arciduchessa d' Austria diventata regina di Francia.
Nel 1974 entra nella collezione del museo di Gerusalemme.
Nove anni più tardi, sabato il 16 aprile 1983, il museo deserto ed insufficientemente protetto, viene derubato e svuotato della sua collezione di orologi. Naturalmente scompareanche il “Marie-Antoinette„
Gli anni passano, e nonostante gli sforzi dell' Interpol, il bottino resta introvabile.
L' assenza del “Marie-Antoinette„ è regolarmente oggetto d' articoli e di studi che possono soltanto constatare che la speranza di rivedere quest' opera è sottile.
Desideroso di potere esporre nei propri musei uno straordinario mito quale il “MarieAntoinette„ scomparso, Nicolas G. Hayek decide nel 2004 di ricrearlo, disponendo soltanto di alcune descrizioni e piani sommari e di vecchie fotografie in possesso. E' l' inizio del secondo capitolo di l' storia tra Marie-Antoinette di Breguet.
L'orologio Marie-Antoinette è dunque scomparso da oltre 20 anni. La società Breguet ha trovato ed anche superato il suo splendore d' antan e Nicolas G. Hayek desidera ricostruire la parte più mitica della storia dell' orlogeria.
La manifattura Breguet trova poi documenti incompleti negli archivi, descrizioni sommarie dei lavori effettuati, fotografie datate in anni che precedono la sua scomparsa, analisi d' altri movimenti vecchi che corrispondono in parte ad alcune parti del n°160.
Un passo alla volta, gli ingegneri Breguet intensificano d' ingegnosità affinché i piani divengano realizzabili, fino a che la seconda “Marie-Antoinette„ inizia a essere costruita.
In parallelo, due collaboratori di Breguet intendono parlare della quercia di Marie-Antoinette situata nel parco del settore nazionale di Versailles vittima delle tempeste scorse e della canicola del 2003 e che deve essere abbattuta, a l' età di 322 anni. Nel 1683, la quercia aveva raggiunto un'altezza di 35 metri ed un diametro del tronco di 167 cm. Nicolas G. Hayek invia i suoi collaboratori a Versailles per incontrare il giardiniere e vedere se Breguet avrebbe potuto comperare un pezzo della quercia di Marie-Antoinette per darle una seconda vita trasformandolo in uno scrigno maestoso per l'orologio che porta lo stesso nome.
Versailles accetta ed offre la quercia a Breguet. In scambio, versailles propone a Breguet di restaurare una statua del suo parco. Nicolas G. Hayek riceve una cartella con le possibilità di patronato al settore di Marie-Antoinette e preferisce alle statue il finanziamento del restauro del Petit Trianon e del padiglione francese, settori privilegiati della regina Marie-Antoinette per un importo di 5 milioni d' Euro. Breguet rende così un doppio omaggio alla regina, ridando al suo orologio ed al suo castello il loro splendore d' antan.
La quercia viene portata in Svizzera, ed i lavori cominciano su tutti i fronti. Ebanisti per lo scrigno, maestri d' opera per il castello ed orlogiai per l'orologio, tutti lavorano con entusiasmo sul progetto “Marie-Antoinette„, la mostra prende vita già nel 2007 quando, per la prima volta, il suo cuore si mette a battere. Appena i mass media vengono a sapere, la saga del N°160 riprende, e Nicolas G. Hayek riceve una posta anonima che gli propone di riacquistare l'orologio scomparso nel 1989 dal Museo di Gerusalemme.
Dopo alcuni scambi di poste, verifiche d' impiego e discussioni con la polizia, Hayek rifiuta una transazione illegale e si apprende alcuni mesi più tardi che la refurtiva è di ritorno al museo di Gerusalemme. Ma Breguet, nel frattempo, ha terminato la sua seconda opera e nell'aprile 2008 “Marie-Antoinette de Hayek„ è infine presentato in occasione del salone internazionale d' horlogerie di Basilea, nel suo scrigno da Regina.
L' esterno dello scrigno è una riproduzione fedele del disegno particolare della Corte del castello del Petit Trianon. All' interno, vi si scopre un'intarsiatura, che nasconde il famoso orologio e che rappresenta il famoso ritatto della mano di Marie-Antoinette con la rosa, dipinto da Elisabeth-Louise Vigée Brun nel 1785. Composta da più di mille parti minuscole di diversi tipi di legno, questo capolavoro è stato interamente realizzato da un ebanista svizzero della Valle de Joux.
Dopo quattro anni, la Maison Breguet ha raggiunto oggi la fine di un' avventura favolosa ricca di soddisfazioni e Nicolas G. Hayek è felice di rivelare al pubblico il Petit Trianon dopo i lavori di restauro resi possibili grazie al suo patronato. L'orologio di Marie-Antoinette è esposto per l' occasione nel suo maestoso scrigno in legno della quercia di Marie-Antoinette, nel castello della Regina.
Le donne famose, da oltre due secoli, scelgono Breguet. Citiamo soltanto Marie-Antoinette, Marquise di Condorcet, l' Imperatrice Joséphine o Caroline Murat, Regina di Napoli, che sono state conquistate dalla scorrevolezza e l' abbagliamento di questi capolavori. Breguet ha sempre messo al servizio della donna il suo controllo dell' arte orlogiera e di gioielliere.
Le Petit Trianon
PARIGI - Il Petit Trianon, la residenza privata della regina Maria Antonietta, a fianco della Reggia di Versailles, riapre al pubblico il prossimo 2 ottobre, dopo un anno di lavori, costati oltre cinque milioni di euro. La maison di orologi svizzera Breguet (dal 2000 del gruppo Swatch), gia' orologieri di corte dal 1780 e fornitori di Maria Antonietta, ha finanziato tutto il restauro. ''Il nostro obiettivo era mostrare questa residenza come una casa ancora abitata dalla regina Maria Antonietta, come se la sua proprietaria fosse appena partita, e non come un museo'', ha spiegato oggi Jean-Jacques Aillagon, presidente del museo e delle proprieta' della Reggia di Versailles, alla conferenza stampa inaugurale. I lavori, condotti da Pierre-Andre' Lablaude, architetto dei Monumenti storici, sotto la direzione di Pierre Arizzoli-Clementel, hanno riguardato le decorazioni originali, l'arredamento degli appartamenti, le installazioni tecniche. Per la prima volta saranno aperte al pubblico anche tutte le stanze del secondo piano, che prima era chiuso, tra cui la camera da letto di Maria Antonietta.





