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lunedì 30 gennaio 2012

Le Meringhe

Lunga storia quella delle meringhe...direi internazionale!
E'uno dei composti base della pasticceria, non solo il più semplice ma anche il più utilizzato e non sempre da cuocersi in forno..
Per ottenere le varianti cambiano solo i procedimenti ma non gli ingredienti che rimangono sempre albume e zucchero.
In pasticceria i 4 tipi di meringhe più utilizzati sono:
La meringa classica
La meringa svizzera (o meringa con procedimento a caldo)
La meringa francese (o meringa con procedimento a freddo)
La meringa italiana


Ingredienti e dosi per la meringa italiana
(per 750 g di meringa)


400 g di zucchero
100 g di acqua
250 g di albumi
100 g di zucchero


Ingredienti e dosi per la meringa francese


125 g di zucchero semolato
125 g di zucchero a velo
125 g di albumi (4 uova circa)




Piccola premessa sulla meringa italiana; è l'unica a non essere cotta in forno.
Pur avendo lo stesso rapporto albume/zucchero delle altre, per preparare questa meringa si fa cuocere lo zucchero facendo montare tutto in planetaria.
Chiaramente con la meringa italiana si possono realizzare fondi per meringate o piccole spumiglie, ma costituisce soprattutto una base per moltissimi dolci al cucchiaio freddi come mousse, bavaresi, semifreddi oppure la creme chibouste etc.


I consigli dello chef Montersino per un'ottima riuscita della meringa:
Gli albumi devono essere freschissimi e puliti da ogni traccia di tuorlo e vanno montati a media velocità con 1/5 del peso totale dello zucchero.
In una casseruola a parte (preferibilmente in rame) fate cuocere l'altra parte di zucchero con l'acqua, e portateli alla temperatura di 121°C.
A questo punto l'albume montato dovrà essere a 3/4 del montaggio.
Aumentate quindi la velocità della planetaria e versate velocemente solo una metà dello zucchero.
Quindi abbassate di poco la velocità e unite velocemente anche l'altra metà di zucchero.
Questo perché se lo sciroppo venisse versato a filo, quello versato inizialmente tenderebbe a granire, in quanto si raffredderebbe a contatto con la temperatura notevolmente differente di quest'ultimo, generando nella meringa dei piccoli puntini di zucchero che ipoteticamente mescolato con altri ingredienti all'interno dei dolci, sciogliendosi farebbero perdere struttura a questi ultimi.
Invece, versando la prima quantità di sciroppo velocemente, si creerà subito una camera calda che farà si che il composto non granirà.


Una volta incorporata la seconda parte di sciroppo di zucchero portate la velocità al massimo per 2 o 3 minuti.
La meringa è a questo punto pronta.




Per la meringa francese procedete in questo modo:


Montate a media velocità l'albume con 1/3 dello zucchero totale.
Lo scioglimento dello zucchero nell'albume liquido ha due funzioni: da una parte aumenta i solidi evitando la granitura dell'albume e, dall'altra, permette un montaggio ben consistente.
L'impasto otterrà nel forno maggior volume.
Quando il composto avrà raddoppiato il volume aggiungete un'altra metà di zucchero.
Infine, quando la montata sarà ormai ben ferma, unite l'ultima parte di zucchero restante.




 



La cottura della meringa:


Le temperature standard per la cottura delle meringhe vanno dai 100°C per 3 ore ai 140°C per 1 ora e 1/2.
La cottura va effettuata sempre con la valvola del forno aperta, per favorire la fuoriuscita del vapore.
Ovviamente, in base alla temperatura scelta per la cottura, avremmo un prodotto finito diverso.
Nelle meringhe cotte a bassa temperatura la superficie si screpola molto poco o per niente, e inoltre rimane bianchissima.
Più si aumenta la temperatura più si screpola la superficie e più i ingiallisce.
Questo può sembrare un difetto ma spesso questo ultimo tipo di prodotto è più apprezzato in quanto l'ingiallimento causato dalla cottura prolungata degli zuccheri e delle proteine fa assumere un sapore più tostato alla preparazione.


 




 



Le Meringhe - Perchè non Vengono? Suggerimenti dalla Gastronomia Molecolare

La gastronomia molecolare aiuta a comprendere i meccanismi che stanno alla base delle trasformazioni che avvengono negli alimenti durante la loro preparazione.
Ecco alcune indicazioni utili per la realizzazione della meringa francese.
Esistono due tipi di meringhe:
- francese, dove lo zucchero viene aggiunto solido a freddo e infine cotte al forno
- italiana, dove lo zucchero viene aggiunto liquido a caldo

Ingredienti
- 100g di albume
- da 100 a 200g di zucchero
- un cucchiaio di succo di limone oppure mezzo cucchiaio di cremor tartaro

Procedimento

Usare sempre uova fresche: piu vecchie sono le uova meno stabile sara la schiuma
Separare il tuorlo dall'albume non deve rimanere la piu piccola traccia di tuorlo perchè il grasso contenuto impedirebbe la montatura completa dell'albume.
Il tuorlo si separa più facilmente dall'albume quando è freddo appena tolto dal frigorifero, per via della differenza della viscosità.

Pesare gli albumi è sempre meglio misurare tutto dopo aver pesato gli albumi ricalcolare in proporzione il peso di tutti gli altri ingredienti
Mettere gli albumi in una bastardella priva di tracce di grasso
è preferibile evitare le bacinelle di plastica poiche per struttura chimica sono affini ai grassi e a volte ne rimane traccia sulla superficie anche dopo averle lavate
Nei secoli scorsi i cuochi suggerivano di montare gli albumi in recipienti di rame la ragione è dovuta al fatto che il rame stabilizza la schiuma
Evitare il ferro e l'alluminio perchè colorano la neve degli albumi in mancanza del rame si puo utilizzare l'acciaio

Le meringhe alla francese hanno un rapporto albumi/zucchero che varia da 1:1 a 1:2
Più zucchero si mette piu le meringhe saranno rigide e dense
Se si vuole il centro della meringa un po morbido diminuire la  quantita di zucchero
Questa ricetta è stata realizzata con il doppio dello zucchero in peso: 100g di albumi per 200g di zucchero
Lo zucchero influenza la grana della meringa: sara piu fine se si usa zucchero a velo piu grossa se si usa zucchero semolato

Lo zucchero a velo commerciale spesso contiene  agenti che evitano la formazione di grumi da umidità, come l'amido e costa di piu
L'amido tuttavia non influenza negativamente sulle meringhe anzi contribuisce a mantenere le meringhe  piu stabili durante la cottura per questo alcuni lo aggiungono appositamente durante la preparazione
Aggiungere il cremor tartaro, 0.5g ogni 100g di albume prima di iniziare a montare
In alternativa succo di limone mezzo cucchiaino ogni 100g di albume
Gli acidi favoriscono la montatura degli albumi
Il cremor tartaro è tartrato acido di potassio
L'acido citrico ha il vantaggio estetico di rendere molto bianca la neve montata perchè intrappola gli ioni metallici che potrebbero colorare le meringhe

Il sale destabilizza la schiuma pertanto non usatelo
Nei primissimi istanti della montatura il sale promuove la denaturazione delle proteine e quindi inizialmente la schiuma si forma piu facilmente, pero puo essere deleteria per le meringhe perche destabilizza la schiuma formata e puo causare perdita d'acqua
Agli albumi si puo aggiungere fino al 40% in peso di acqua: piu acqua mettete piu leggera sara la meringa ma anche piu instabile e piu difficile da asciugare un buon rappoto è 5-10%
Va tenuto presente che l'aggiunta di succo di limone corrisponde ad una aggiunta di acqua

Sbattete gli albumi lentamente, senza lo zucchero, in quanto prima lo aggiungete, minure sara il volume finale e maggiore la densita delle meringhe
Continuate a media velocita fino a quando non si è formata un poco di schiuma morbida e poi continuate ad alta velocita
Sapendo che, montato a dovere l'albume puo raggiungere  8 volte il suo volume iniziale, è raccomandabile di aspettare ad aggiungere lo zucchero fino a quando il volume non sia aumentato di  4 volte

Continuando a sbattere, aggiungere lo zucchero poco alla volta: piu zucchero si aggiunge piu dense e stabili saranno le meringhe
Continuare fino a incorporare tutto lo zucchero che si dovra sciogliere completamente e poi fino a quando la schiuma risultera molto soda
Rovesciando il recipiente la schiuma non deve cadere: deve essere ferma e formare delle punte sulla frusta, che mantengono la forma anche se rovesciate

Una volta montata, formate delle meringhe usando il sacchetto da pasticceria, ponendole su della carta da forno in una teglia
La temperatura minima di cottura è di 61.5 °C perchè questa è la temperatura di denaturazione dell'ovotransferrina
A 84.5 °C denatura anche l'ovalbumina, quindi la temperatura ottimale per la cottura è superiore  agli 85 °C

Un suggerimento frequente è quello di lasciare socchiuso il forno, questo consiglio risale probabilmente al periodo in cui i forni erano tutti a gas. il vapor d'acqua da esso prodotto rischia infatti di rammollire le mringhe
Lasciar leggermente aperto il forno per permettere al vapore d'acqua di uscire.
Con un forno elettrimo magari ventilato, questo è meno necessario, perchè l'umidita che si sviluppa dalle meringhe non è molta

Tempi di cottura a 85 gradi tra le 2 e le 3 ore, la durata varia a seconda della temperatura reale che raggiunge il forno
se dopo tre ore non sono ancora asciutte aprire il forno e lasciare riposare
Regolando il forno a una certa temperatura  questo in realta continuera a oscillare tra temperature inferiori e temperature superiori

50    42- 67
75    65-90
100  96-120

Per quel che riguarda  le alte temperature il rischio è quello di caramellare parzialmente lo zucchero ottenendo cosi meringhe con una colorazione beije abbastanza brutta se confrontata al bianco candido




https://docs.google.com/viewer?a=v&q=cache:5EreP3RqpuYJ:chefgourmet.alberghieriliviana.scuola.com/videolezioni/ricette_guidate/suggerimenti_gm_meringhe.ppt+rapporto+albume+e+zucchero&hl=it&gl=it&pid=bl&srcid=ADGEESje7Cd7kEnkEADXCPB82VOzC0AXDjYd0e92sINi-pmvm9_WGQtJ0cxAMQjvPr5bskVoT5YAK1nv7c0ZxCf-gzzqNUZcI3Lwkm_0_Rle8nZBqeN6kQgftV56UbCqbE1lWomhl0S9&sig=AHIEtbT-z5eviCxMdZXXWVBVZpO4CabTZg


domenica 29 gennaio 2012

Nougat

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Après plusieurs tentatives plus ou moins heureuses ( plutôt moins d'ailleurs !) j'ai enfin trouvé une excellente recette de nougat blanc
Bon c'est très sucré c'est du nougat !!! et on sent bien le goût du mie


Ingredients
- 175 g de miel doux ( j'ai mis du miel toutes fleurs assez doux sinon c'était trop fort à mon goût)
- 300 g de sucre en poudre
- 2 càs d'eau
- 1 blanc d'oeuf
- 200 g d'un mélange de noisettes, de pistaches et d'amandes non salées ( mais vous pouvez ne mettre que les fruits secs que vous aimez)
- 2 feuilles de pains azymes (appelée aussi feuille d'hostie)


nougat_blanc

Faire revenir les fruits secs au four à 150 ° en commençant par les noisettes et les amandes puis en rajoutant au bout de 10-15 minutes les pistaches qui cuisent beaucoup plus rapidement (surveillez attentivement ça brûle vite ou faite les griller sur une poêle)
Mélangez le miel, le sucre et l'eau dans une petite casserole et faire chauffer très doucement pour faire bien fondre le sucre
Montez la température  jusqu'à ce que le sirop atteigne environ 140° -il vous faut un thermomètre- (B.Dauphin préconise 143°,certains 145°)
Retirez aussitôt du feu (attention si votre sirop n'est pas assez cuit le nougat sera trop mou et collant et si vous le laissez cuire trop longtemps il va brûler ou le nougat sera trop dur )




Monter le blanc en neige très ferme et rajouter doucement le sirop : n'ayez aucune crainte votre blanc ne va pas retomber au contraire il va bien monter en moussant
Rajoutez  les fruits secs puis versez la préparation dans un moule en silicone ou dans un moule tapissé d'une feuille d'hosties (je n'en avais pas et c'est dommage !!) , tassez et lissez à l'aide d'un couteau ou d'une cuillère, posez éventuellement une feuille d'hostie par dessus et tassez à nouveau.
Remarque : Si votre nougat est trop mou,avant de rajouter les fruits secs vous pouvez le dessécher au bain-marie, pour cela mettre le nougat dans une casserole sur feu très doux (sur ma plaque à induction th 1) et le dessécher en remuant constamment avec une cuillère en bois en veillant bien à ne pas brûler. A défaut de plaque électrique, ce desséchage de la masse peut être réalisé au bain-marie en posant le récipient sur une casserole d'eau en ébullition.
Quand la masse se détache du fond, la température idéale est atteinte.
Retirer du feu puis rajouter les fruits secs avec une cuillère en bois. (Bernard Dauphin)

Bon si vous les avez ratés pas de panique, ça m'est arrivé !!!! donc allez






Laissez refroidir au réfrigérateur ou dans votre cuisine s'il fait frais  puis coupez en morceaux  à l'aide couteau (j'ai trempé la lame dans de l'eau bouillante pour que ce soit plus facile et j'ai fait des croisillons au dessus de mes nougats)

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Remarque
Le nougat a tendance à se ramollir si on le conserve quelques jours sauf si il a été bien desséché donc ne le conservez pas trop longtemps ou enrobez le de chocolat noir

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domenica 15 gennaio 2012

Il Linguaggio dei Fiori

AcaciaPianta appartenente alla famiglia delle mimosacee originaria dell'America del Sud dove veniva regalata in occasione dei fidanzamenti. La specie a fiori bianchi è simbolo di "amore platonico", "speranza d'amore", quella, più famosa, a fiori gialli è la mimosa che significa "pudore".
L'usanza di regalare mimose per la festa della donna è diffusa solo in Italia e risale al 1946, anno in cui venne scelta a simbolo semplicemente perché fioriva in occasione di questa festa e poteva essere raccolta in ramoscelli da poter appuntare addosso.
Azalea
Appartiene alla famiglia delle ericacee, ha fiori molto vistosi, ma privi di profumo. Simboleggia un'inspiegabile ed improvvisa gioia.AgrifoglioAbbondanza, fecondità.
Biancospino

E' un arbusto spinoso diffuso in tutta Italia e utilizzato per siepi ornamentali. Il significato di questo fiore è "speranza" e "buona fortuna". Gli antichi Romani lo utilizzavano per scacciare il malocchio e la sfortuna. Proprio per questo suo significato, era dunque uso nell'antichità adornare le culle dei neonati con piccoli rami fioriti.
Ciclamino
Pianta appartenente alla famiglia delle primulacee, i fiori rappresentano amore senza pretese.
Clematide
Pianta rampicante della famiglia delle ranuncolacee, dai fiori vistosi e colorati. In Inghilterra i suoi fiori sono considerati di buon augurio per chi si mette in viaggio, infatti il suo nome in inglese è "traveller's joy" (gioia del viandante)
Crisantemo
Il Crisantemo, che per noi è il fiore dei morti, in Cina, Giappone e nei paesi anglosassoni è simbolo di gioia, vitalità e pace. In Cina e Giappone viene regalato alle Spose, in Inghilterra in occasione delle nascite. Il crisantemo rosso significa "ti amo", bianco significa "verità".
Edera
Rampicante molto conosciuto.
Regalarne una piantina significa attaccamento verso la persona alla quale viene offerta.
Elleboro
Appartiene alla famiglia delle ranuncolacee e vive in Europa meridionale e in Asia occidentale. La specie più nota è l'elleboro nero, detto anche "rosa di natale". Il fiore rappresenta la pazzia
Felce
E' una pianta antichissima che già esisteva sulla Terra 350 milioni di anni fa.
Simboleggia il mistero.
Fiordaliso
Il fiordaliso, detto anche Centaura o Cyanus, appartiene alla famiglia delle composite e cresce spontaneamente nei campi. Ha fiori azzurri che, secondo una tradizione popolare, distillati producono un'acqua salubre per la vista.Significato: nel linguaggio dei fiori è simbolo di "amicizia sincera".
Fucsia
Appartiene alla famiglia delle enoteracee e fu importata in Europa dall'America del Sud nel 1700, dove riscosse un enorme successo.
I suoi fiori simboleggiano la cordialità.
Garofano
Rosso - ammirazione
Bianco - amore puro
Glicine
Pianta rampicante dai fiori violetti riuniti in grappoli, profumati e dolci (glikis in greco significa proprio "dolce"). E' originaria della Cina dove simboleggia amicizia e disponibilità.
Girasole
E' detto anche Elianto. Appartiene alla famiglia delle composite, poichè durante le ore della giornata il fiore gira vilgendosi al sole, per taluni simboleggia adulazione, per altri riconoscenza verso l'astro che gli permette di vivere.
Ibisco
Pianta dai fiori grandi e colorati, che però sfioriscono in poche ore. A Thaiti le ragazze usano adornarsi i capelli coi fiori di Ibisco, in quanto simbolo di bellezza precaria, come quella di una giovane donna.
Iris
c'è un messaggio per te...
Lilium
Il Lilium è un genere di fiori di cui si conoscono 40 specie. Il più famoso è il "Lilium Candidum" che, nel linguaggio comune è detto GIGLIO o anche giglio di Sant'Antonio, fiore bianco rappresentato insieme a questo Santo in moltissimi dipinti. Sono anche comuni presso le nostre latitudini il Lilium tigrinum, a sfumature rosa, gialle e piccole macchie nere e il lilium regale, bianco con sfumature rosa oppure gialle.
Il LILIUM è originario dell'oriente e simboleggia l'innocenza, la verginità e il candore.
Malva
Erba abbastanza diffusa in Italia e di cui si conoscono diverse specie. Molto usata in fitoterapia come emolliente. Rappresenta la comprensione materna.
Margherita
Pianta appartenente alla famiglia delle compositae. Un'usanza diffusa nel Medio Evo ci tramanda un preciso significato:"ci devo pensare", di qui anche il significato di "abbi pazienza". Nella tradizione cattolica significa "bontà d'animo".
Mirto
Arbusto che cresce lungo le coste del Mediterraneo. Ha origini molto antiche e in Grecia era considerato una pianta sacra a Venere, per cui è diventato simbolo d'amore.
Mughetto
Felicità ritrovata.
Orchidea
E' considerato da secoli un fiore afrodisiaco: elisir d'amore, pozioni magiche e ricette contro la sterilità venivano preparate con le radice o gli steli di Orchidea. Simboleggia dunque sensualità, ma anche lusso , fascino e ricercatezza.
Ortensia
Fiore molto decorativo, ne esistono numerose varietà, quasi tutte create in Giappone. E' simbolo di freddezza.
Papavero
Anticamente era il simbolo del sonno. Il dio Morfeo veniva infatti rappresentato con un fascio di papaveri fra le braccia. E' simbolo di oblio, di sonno dei sensi e del cuore.
Potentilla
La Potentilla è una pianta erbacea medicinale simile alla fragola. Cresce sui monti ed in Italia è molto diffusa. Ha fiori bianchi, gialli o rossi, molto decorativi. La pianta è simbolo di protezione e di amore materno, in quanto sembra che le foglie, durante i temporali, riescano a piegarsi in avanti per proteggere i fiori più delicati.
Primula
Viene anche denominata "primavera" perchè è il primo fiore della stagione. E' simbolo di gioventù, spensieratezza, primo amore.
Ranuncolo
Il nome deriva dal latino "piccola rana" ed è dovuto al fatto che questo fiore vive in zone paludose. E' conosciuto anche come "botton d'oro" perché i suoi fiori sono gialli. La tradizione vuole che siano portati, durante la Settimana Santa, sugli altari dedicati alla Madonna. Infatti una leggenda narra che i ranuncoli furono creati da Gesù che, per rendere omaggio a sua Madre, trasformò le stelle in fiori. Il Ranuncolo è simbolo di bellezza malinconica.
Rose
Le rose hanno un significato diverso a seconda del colore.
Rosa arancio - fascino;
rosa bianca - amore puro e spirituale;
rosa color corallo - desiderio;
rosa di Natale - pace, tranquillità;
rosa gialla - gelosia, infedeltà, declino dell'amore;
rosa muschiata - bellezza capricciosa;
rosa rosa - amicizia, affetto;
rosa color rosa scuro - gratitudine;
rosa color rosa pallido - gioia;
rosa color pesca - amore segreto;
rosa rossa - passione d'amore;
Stella Alpina
Il nome scientifico è Leontopodium Alpinum e appartiene alla famiglia delle Compositae. E' simbolo di coraggio per via dello sprezzo del pericolo che talvolta esso richiede per essere raccolto sulle rocce.
Stella di Natale
Buon auspicio, giovinezza, rinnovamento.
Strelizia
Questo fiore, dalla forma curiosa e simile ad un uccello in volo, appartiene alla famiglia delle Musacee e in Inghilterra viene chiamato "Uccello del Paradiso" oppure "lingua di uccello". La varietà più famosa e conosciuta è la Strelizia Regina, creata in onore della regina Carlotta Sofia Mecklemburgh - Strelitz, consorte del Re Giorgio III d'Inghilterra. Per la sua bellezza, il suo carattere decorativo e imponente il fiore è simbolo di nobiltà e maestosità.
Tulipano
Il tulipano è un fiore originario della Turchia. Molto apprezzato nell'antichità da Turchi e Persiani, fu introdotto in Europa nel 1500 e divennero subito di gran moda in Olanda e in Inghilterra. I prezzi aumentarono al punto che solo i più ricchi potevano permetterseli e perciò il governo inglese dovette imporre un prezzo fisso per i bulbi. Il significato del fiore varia a seconda del colore:
ROSSO - dichiarazione d'amore;
SCREZIATO - i tuoi occhi sono splendidi;
GIALLO - amore disperato;
Vischio
Obiettivi raggiunti, superamento difficoltà, vittoria.
Viola del pensiero
Il significato delle viole è molto conosciuto. "Ti penso".

venerdì 13 gennaio 2012

martedì 10 gennaio 2012

Verdure Multicolor

Dal Basilico rosso per contrastare lo stress alle carote viola contro l'invecchiamento, i nuovi colori delle verdure garantiscono in modo del tutto naturale esclusive proprietà salutistiche e nutrizionali.



Dalle patate blu al peperone nero fino al basilico rosso, la spesa degli italiani cambia colore. Ma è tutto sotto controllo, perché questi prodotti variopinti garantiscono in modo del tutto naturale nuove ed esclusive proprietà salutistiche e nutrizionali. Una sorta di rivoluzione cromatica a tavola che è stata presentata dalla Coldiretti a Cernobbio, nell'ambito dell'XI edizione del Forum Internazionale dell'Agricoltura e dell'Alimentazione, alla presenza del presidente nazionale Sergio Marini e del nutrizionista Giorgio Calabrese.
"Oggi - informa la Coldiretti - è possibile garantirsi, in maniera del tutto naturale, alimenti con esclusive proprietà salutistiche e nutrizionali, legate proprio al loro differente e insolito colore. E' possibile rispondere alle nuove esigenze di mercato senza ricorrere a metodi innaturali come la manipolazione genetica", ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che "è più facile il trasferimento delle innovazioni dal campo alla tavola quando è più diretto il rapporto tra produttori e consumatori come nel progetto della Coldiretti per la filiera agricola tutta italiana che punta ad offrire prodotti al cento per cento italiani firmati dagli stessi agricoltori".





Dal peperone nero dal particolarissimo color notte e dalla forma quadrata, molto ricco di capsicina, vitamine e antiossidanti alle patate blu del Trentino che grazie alla loro polpa blu mare sono ricchissime di antociani che migliorano la vista e prevengono il deposito di colesterolo sui vasi sanguigni e risultano di grande effetto se trasformate in un divertente purè blu. E ancora continua Coldiretti - dalla carota bianca dal calor latte e sapore dolciastro, considerata un reperto di archeologia orticola a quella viola dal colore scuro, quasi nero che ha un contenuto di antociani 28 volte maggiore di quelli contenuti nelle carote arancioni, importantissimi per contrastare l'azione dei radicali liberi e quindi l'invecchiamento.





Dal basilico rosso che, grazie alle piccole foglie purpuree, ha notevoli proprietà antistress ed è un potente stimolante e risulta ottimo per aromatizzare pesce e verdure o trasformato in un pesto un po' inconsueto alle spiritose coste di bieta colorate che con le loro sfumature gialle, rosse, arancioni e fucsia che durante la cottura non perdono la colorazione possono rallegrare anche i piatti più monotoni.




lunedì 9 gennaio 2012

La Neve Rossa


La neve rossa è un fenomeno di colorazione della neve in tonalità dal rosa al rosso causato da organismi unicellulari che si verifica esclusivamente in alta montagna e nelle regioni polari.
Il fenomeno è provocato dallo sviluppo di massa di organismi del genere Chlamydomonas ascrivibili alla classe delle alghe verdi. La colorazione è dovuta a carotenoidi, tra cui l'astasantina. Un nome obsoleto ma ancora in uso per questo pigmento è ematocromo. Le alghe si proteggono grazie a questo carotenoide soprattutto dai raggi UVA frequenti ad alta quota e nei territori polari. La Chlamydomonas nivalis è una specie conosciuta per la colorazione rossa della neve che questa provoca.







domenica 8 gennaio 2012

Il Biancomangiare



Ingredienti:
Mezzo litro di latte,
100 gr. di amido per dolci,
100 gr. di zucchero,
una bustina di vaniglia,
scorza di limone.

Preparazione:
Versate in un tegame il latte, unite l'amido per dolci, lo zucchero, la bustina di vaniglia e un po' di scorza di limone grattugiata. Amalgamate il tutto e mettete sul fuoco a fiamma bassa, sempre rimestando portate a bollore. Continuate a rimestare per un paio di minuti ancora e togliete dal fuoco. Versate su un piatto e lasciate raffreddare.





I Segreti della Patata




Trucchi, segreti, consigli e astuzie per migliorare la vita in cucina, soprattutto per utilizzare al meglio le patate!
Metti in pratica questi semplici suggerimenti riguardo le patate, non solo per uso alimentare ma anche per sgrassare, deodorare, smacchiare, contro scottature, nausea della gravidanza... provare... per credere!

Quale PATATA per gli gnocchi? La patata ideale per gli gnocchi è quella pasta bianca, ma anche quelle a pasta gialla possono andare bene. Inoltre i vostri gnocchi saranno migliori se preparati con le patate vecchie.
Sbiancare, sbianchire le PATATE Dopo averle tagliate a fettine o a pezzi, metterle in acqua fredda con sale, e aceto, in questo modo non perderanno il colore prima della cottura.
PATATE lesse CON LA BUCCIA?
E' sempre meglio lessare le patate con la buccia in modo che la polpa non si impregni troppo d'acqua. In mancanza di tempo possono anche essere lessate a pezzi e senza buccia. E ricordate di lavare sempre la buccia prima di metterle a lessare!
L'ACQUA
L'acqua deve essere fredda.
Cottura al MICROONDE A differenza di altri alimenti le patate si prestano alla cottura a microonde senza perdere i propri valori nutrizionali. Per tale cottura avvolgerle in un foglio di plastica bucherellato (quelli per microonde) che consenta la ventilazione ed allo stesso tempo trattenga l'umidità. Questo metodo di cottura dà risultati simili a quello della cottura in forno.
Pulisce l'ARGENTO Per pulire l'argento basta immergerlo nell'acqua di cottura delle patate.
SMACCHIATORE naturale Per le macchie di spinaci: strofinarla cruda sulla stoffa.
Per le macchie di grasso: cospargere un po di fecola di patate e lasciare agire per qualche minuto.
Toglie il LUCIDO del ferro da stiro Strofinando un pezzetto di patata l'alone lucido che talvolta si crea stirando, se ne va.
Per pulire l'interno
delle BOTTIGLIE
Basta riempire la bottiglia di pezzetti di patata cruda con un cucchiaio di sale grosso e un po d'acqua, e agitare bene.
Contro il SUDORE Per chi odia i deodoranti, ma soffre di sudorazione eccessiva, può risolvere il problema dei cattivi odori, strofinando una mezza patata cruda sotto le ascelle.
Per le SCOTTATURE e PUNTURE DI ZANZARA Una fetta cruda di patata applicata per 15-20 minuti su una scottatura o sul ponfo di una puntura di zanzara, lenisce il dolore e il prurito.
Basta NAUSEA in GRAVIDANZA Contro le nausee della gravidanza, basta masticarne un pezzetto.
Contro il DIABETE Mangiare la buccia delle patate è un coadiuvante naturale contro il diabete.
Contro la TOSSE Il decotto di foglie fresche (20 gr.) in un litro d'acqua, con aggiunta di miele è efficace nelle tossi secche e stizzose.
PIEDI stanchi? Anticamente le donne conservavano l’acqua di cottura delle patate. Prima di andare a ballare, per avere i piedi leggeri fino a notte fonda, intiepidivano quest’acqua e la usavano per un pediluvio di 10/15 minuti. Non è necessario dover andare a ballare per riprendere questa sana abitudine. Oltre a rilassare, quest’acqua calma, rinfresca e rinvigorisce i piedi.
Contro il
dolore agli OCCHI
E' un vecchio rimedio creolo e consiste nel prendere una patata cruda e tagliarla a fette, applicarne 3 fette per ogni occhio, fissarle con una benda di cotone e lasciare agire per venti minuti.
Contro le NEVRALGIE Altro rimedio creolo: applicare sulla parte dolorante (guancia, collo, etc.) una patata cotta al forno e ancora ben calda, mantenerla ferma con una benda di cotone e lasciare agire per quindici minuti.


Le Ostie per il torrone

Ostie
Ingredienti e dosi:

per le ostie 1 l. d'acqua - 500 g. farina - 1 cucchiaio d'olio d'oliva - una presa di sale

Per il ripieno 750 g. miele - 500 g. zucchero - 500 g. cioccolato fondente - 100 g. cacao amaro - 500 g. mandorle sgusciate - 700 g. gherigli di noci - cannella - 1 arancia 1 limone

Preparazione:

Disporre in un'insalatiera la farina, aggiungere il sale e l'olio, quindi versare delicatamente l'acqua, mescolando sempre con un cucchiaio di legno fino a quando si otterrà una pasta abbastanza liquida senza granuli che vi servirà per preparare le ostie. Fare intiepidire l'apposito "ferro" sulla fiamma del gas, meglio se sui carboni, e versare una cucchiaiata abbondante di pasta tra le due palette calde; chiudere e dopo pochi minuti rigirare il "ferro". Togliere dal fuoco e la prima ostia, bianca e croccante sarà pronta. Prendere delicatamente, giacchè le ostie sono molto friabili, e disporla sotto un peso separandola dalle altre con un foglio di carta assorbente. Quando tutte le ostie saranno pronte e ben stese (si possono preparare anche molto tempo prima), toglierle da sotto il peso e preparare il ripieno.
 
Fare sciogliere il miele a bagnomaria e quando sarà diventato di un bel colore ambrato, unire lo zucchero, il cioccolato fondente tritato molto grossolanamente ed il cacao; mescolare bene, fare bollire per qualche minuto il composto, quindi aggiungere le mandorle e le noci tritate. Amalgamare il tutto con un cucchiaio di legno e fare insaporire per dieci minuti. Togliere il tegame dal fuoco, aggiungere al ripieno un'abbondante spolverata di cannella e la buccia degli agrumi grattugiata e, quando sarà tiepido, stenderlo su un'ostia, coprirla con un'altra e riempire così di seguito. (La ricetta e la nota seguente sono state prese dal libro La cucina molisana, A.M. Lombardi e R. Mastropaolo, Ed. Cultura & Sport)

Nota:
Le ostie, che sono come un pane dolce ripieno di mandorle noci miele e cioccolato, ricordano forse l'Eucaristia Probabilmente, la loro ricetta, nata in qualche convento, è stata importata da qualche educanda che, come si usava fare un tempo, veniva mandata lì non solo per imparare il ricamo e le buone maniere, ma anche i segreti di una cucina che desse un tono di finezza alla casa.

Le ostie, nel biancore del friabile involucro che contiene il ripieno dolce ed amarotico, ci danno l'immagine delle suore. Ogni casa di Agnone conserva gelosamente, appesi alle pareti della cucina, i "ferri" a forbice, specie di marchi con cui le famiglie contrassegnano le loro ostie. Esse, come vuole la tradizione, si preparano in occasione del Natale, ma sono buone in qualsiasi periodo dell'anno.

La Befana Vien di Notte


La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
col vestito alla romana:
Viva viva la Befana!"
"La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte,
con la scopa di saggina:
viva viva la nonnina!"
"La Befana vien di notte
co le scarpe tutte rotte
le calzette a la romana
tira giu' la cappellana.
La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
un ciuffone tutto blu
fichi e noci butta giu'.
La Befana zitta zitta
quando vien la neve fitta
passa riempie la calzina
oh, che bella Befanina!"

"La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
il suo sacco è pien di toppe
e le ossa ha tutte rotte.
La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte,
il vestito trulla là, la Befana:
"Eccomi quà!!!"
"La Befana vien di notte,
con le scarpe tutte rotte,
le sue guance son pagnotte,
i suoi occhi fanno a botte.

Ti va bene se ci credi,
perché troverai bei doni.
Ti va male se la vedi
mentre passa a mezzanotte,
perché troverai carboni
con cipolle cotte!"
"Vien dai monti a notte fonda.
Com'è stanca! La circonda
neve, gelo e tramontana.
Viene, viene la Befana!






La Notte della Befana




La Befana è una vecchia brutta e gobba, con il naso adunco e il mento aguzzo, vestita di stracci e coperta di fuliggine, perchè entra nelle case attraverso la cappa del camino.
Infatti la notte tra il 5 e il 6 gennaio, mentre tutti dormono infila doni e dolcetti nelle calze dei bambini appese al caminetto.
Ai bambini buoni lascia caramelle e dolcetti, a quelli cattivi lascia pezzi di carbone.
La Befana si festeggia nel giorno dell'Epifania, che di solito chiude le vacanze natalizie.
Il termine “Befana” deriva dal greco “Epifania” che significa “apparizione, manifestazione”.
Avvenne nella notte tra il 5 ed il 6 gennaio che i Re Magi fecero visita a Gesù per offrirgli oro, incenso e mirra.
Anche la Befana apparve nei cieli, a cavallo della sua scopa, ad elargire doni o carbone, a seconda che i bambini siano stati buoni o cattivi.



Una leggenda spiega la coincidenza così:
una sera di un inverno freddissimo, bussarono alla porticina della casa della Befana tre personaggi elegantemente vestiti: erano i Re Magi che, da molto lontano, si erano messi in cammino per rendere omaggio al bambino Gesù.
Le chiesero dov’era la strada per Betlemme e la vecchietta indicò loro il cammino ma, nonostante le loro insistenze lei non si unì a loro perché aveva troppe faccende da sbrigare.
Dopo che i Re Magi se ne furono andati sentì che aveva sbagliato a rifiutare il loro invito e decise di raggiungerli.
Uscì a cercarli ma non riusciva a trovarli.
Così bussò ad ogni porta lasciando un dono ad ogni bambino nella speranza che uno di loro fosse Gesù.
Così, da allora ha continuato per millenni, nella notte tra il 5 ed il 6 gennaio a cavallo della sua scopa....


mercoledì 4 gennaio 2012

La Maya Scienza


L'avverarsi delle dettagliate predizioni dell'antica cultura maya riguardo al periodo che va dal 1992 al 2012 del nostro calendario solleva un profondo mistero e una domanda inquietante: stiamo realmente vivendo la fine di un'era cosmica e vedremo fra sette anni l'alba di un'altra era molto diversa?

Gli scienziati non sanno cosa sta accadendo al Sole. Il 30 gennaio di quest'anno una sorprendente tempesta solare ha colpito la Terra ed ha raggiunto il suo picco massimo di radiazione solo 15 minuti dopo l'inizio di una serie di esplosioni; nella normalità ciò avviene dopo 2 ore. Secondo Richard Mewaldt, del California Istitute of Technology, è stata la piú violenta degli ultimi 50 anni. Anche la più misteriosa.

Gli scienziati credevano che queste tempeste avvenissero nella corona solare a causa dello scontro di onde associate a eiezioni di plasma. Tuttavia, questa volta sembra avere avuto origine stranamente all'interno dell'astro re, secondo quanto ha affermato il professore Robert Lin, dell'Università della California. Gli astronomi sono rimasti perplessi. Il professore Lin - principale investigatore del satellite Reuven Ramaty High Energy Solar Spectroscopic
Imager (RHESSI) - ha concluso la sua dichiarazione con una frase molto significativa: "Questo significa che non sappiamo realmente come funziona il
Sole". In poche parole: l'insolito fenomeno del 30 gennaio ha polverizzato i modelli predittivi della nostra scienza.

Sorge un'altra domanda: perchè si sta verificando un'attività così intensa e anomala in questo momento? Il picco massimo di attività della nostra stella
- nel suo ciclo principale di 11 anni - si è verificato nel 2000. Nel 2004 i fisici solari osservarono un'assenza totale di macchie, un fatto che preannuncia sempre l'avvicinarsi di un picco minimo di attività.

Questo picco minimo doveva avvenire tra il 2005 e 2006, circa 4 anni prima del nuovo massimo, previsto per l'anno 2010 o 2011, precisamente alla vigilia della data che gli antichi Maya hanno identificato come la fine dell'era che corrisponde al "Quinto Sole" e l'inizio di un altro ciclo cosmico chiamato "Sesto Sole".
I Maya sapevano qualcosa che la nostra scienza attuale ignora? I loro testi sacri potrebbero aiutare gli scienziati, sconcertati dallo strano e inquietante comportamento dell'astro re?


















 E soprattutto: per quale motivo quell'antica cultura ha prestato così tanta attenzione all'attività solare dei nostri giorni in tempi così antichi? Il calendario maya termina il sabato 23 dicembre 2012, 5.125 anni dopo l'inizio dell'era del "Quinto Sole".
Secondo le loro profezie, la causa fisica scatenante sarebbe un raggio che il Sole riceverebbe proveniente dal centro della galassia e che emanerebbe
un'immensa "fiammata raggiante", trasmettendo quella radiazione alla Terra e al resto del sistema solare. Questo evento dovrebbe precedere l'inizio di un
nuovo ciclo cosmico. Secondo il loro calcolo, stanno per completarsi 5 cicli di 5.125 anni, completando una serie di 25.625 anni, un periodo che si
avvicina molto a quello della "precessione degli equinozi", conosciuto come "Anno Platonico" o "Grande Anno Egizio" e che corrisponde a un ciclo completo formato dalle 12 ere astrologiche (25.920 anni).

Secondo i Maya, ogni ciclo di 5.125 anni la Terra è stata lo scenario dell'avventura di un'Umanità -"una razza" in questo suo concetto- e si
sarebbe concluso con la propria autodistruzione, susseguita da una rigenerazione portata da un successivo ciclo o "Sole". All'inizio del quale
avviene una sincronizzazione della "respirazione" di tutte le stelle, pianeti ed esseri. L'11 agosto del 3.113 a.C. i Maya fissarono la nascita del "Quinto Sole" - l'era attuale- che si concluderebbe nel 2012. L'era dell'Acqua si sarebbe conclusa con il Diluvio, la successiva con un diluvio di fuoco e la nostra, denominata "di Movimento", si concluderebbe con violenti terremoti, eruzioni vulcaniche e uragani devastanti.
La mitologia delle culture antiche più diverse tramanda la memoria di inondazioni catastrofiche che sono avvenute circa 12.000 anni fa e misteriose piogge di fuoco, oltre 5.000 anni fa, che ricercatori come Maurice Cotterell associano a una grande cometa che avrebbe sfiorato
l'atmosfera terrestre. La predizione Maya descrive anche i 20 anni che precedono il primo giorno del "Sesto Sole" piuttosto dettagliatamente.
Questo ciclo minore, che loro denominavano Katum, ha già consumato due terzi della sua durata totale. Ciò rende possibile verificare fino a che punto si
sono compiute le loro profezie fino al momento attuale e, di conseguenza, valutare se le loro predizioni esatte meritano credibilità e quindi maggior
considerazione.


L'Ultimo Katun - Il Tempo del Non Tempo
L'ultimo Katum, che loro hanno denominato "il tempo del non tempo", sarebbe cominciato nel 1992 del nostro calendario, in seguito ad un eclisse di sole
che questa cultura aveva pronosticato l'11 luglio 1991 e che si è compiuto puntualmente. Per i Maya si tratta di un periodo di transizione, caratterizzato da profondi cambiamenti cosmici, tellurici e storici. È curioso osservare che a settembre del 1994 si sono verificati forti perturbazioni nel magnetismo terrestre, con alterazioni importanti nell'orientamento degli uccelli migratori e dei cetacei insieme al funzionamento dell'aviazione.

Nel 1996, la sonda spaziale Soho scoprì che il Sole non presentava più dei poli magnetici bensì un unico campo omogeneo. Nel 1997 si verificarono
violente tempeste magnetiche nel Sole. E nel 1998, la NASA individuò l'emissione di un potente flusso di energia proveniente dal centro della galassia che nessuno ha saputo spiegare.

Un'altra data importante delle profezie Maya è stata l'eclisse totale di Sole dell'11 agosto del 1999, che si verificò anch'essa puntualmente.
Secondo il Chilam Balam -un libro sacro Maya- sette anni dopo l'inizio dell'ultimo Katum (1999), inizierebbe un'era di oscurità e le convulsioni
della Terra - scosse telluriche, uragani, eruzioni vulcaniche - aumenterebbero sensibilmente.
L'11 settembre del 1999, solo un mese dopo questa eclisse, una misteriosa esplosione proveniente dallo spazio eclissò per ore la luminosità di alcune stelle.

Le radiazioni di onde radio, raggi gamma e raggi X moltiplicarono la loro intensità di 120 volte. Astronomi come Richard Berendzen e Bob Hjellming, dell'Osservatorio Radioastronomico del Nuovo Messico (USA), classificarono questo fenomeno come un enigma "degno di un'accurata investigazione".
Il raggio e la fiammata raggiante Di fronte a questi fatti sorgono alcune domande: quella misteriosa e inspiegabile radiazione del 1999 potrebbe essere il raggio proveniente dal centro della galassia che, secondo i Maya, avrebbe raggiunto il Sole prima del 2012, dando origine allo scatenarsi di fenomeni sismici? E l'altrettanto
enigmatica e anomala esplosione solare del 30 gennaio del 2005", che ha lasciato perplessi e senza risposte gli scienziati, non sembra evocare "la fiammata raggiante" che, secondo i Maya, il Sole emetterebbe dopo aver ricevuto questo "raggio"?

L'eclisse dell'11 agosto del 1999 che precedette la forte radiazione proveniente dallo spazio del 15 settembre del 2005 inaugurò un periodo di cataclismi naturali.

Il giorno 7 dello stesso mese si verificò un terremoto del 5,9º (scala Richter) in Grecia, che causò 218 morti; l'8 ci furono inondazioni catastrofiche in Cina, con migliaia di morti; il 17, un terremoto del 7,4 in Turchia, con 15.000 morti; il 20, un terremoto del 7,6º a Taiwan, con 2.000 morti; il 22, una catena di terremoti meno distruttivi, tra il 2º e il 5,2º, in tutto il pianeta; il 30, un terremoto a Oaxaca (Messico), seguito da grandi incendi dovuti a esplosioni di gas, con piú di 100 morti e il 10
ottobre le piogge provocarono oltre 300 morti e 500.000 furono colpiti dal disastro in Messico.

Non si tratta di fare un elenco delle catastrofi, niente di tutto ciò, ma dimostra come alcuni fenomeni molto distruttivi sono avvenuti nei due mesi
seguenti all'eclisse di agosto. Se dovessimo includere i conflitti umani esplosi in quei due mesi e altre catastrofi naturali necessiterebbe un sostanzioso volume. Inoltre bisognerebbe aggiungere altri dati riguardo l'aumento spettacolare di sismi, eruzioni vulcaniche e meteoriti violente.
Se comparati questi eventi con quelli di periodi antecedenti, troviamo un incremento spettacolare in questo periodo che i Maya hanno denominato "il
tempo del non tempo".
Dopo la potente e anomala radiazione emessa dal Sole il 20 gennaio di questo anno si sono scatenate le eruzioni vulcaniche che già avevano registrato un
incremento notevole dopo l'eclisse del 1999. In tutto nel 2004 sono state registrate 31 eruzioni significative.

Soltanto tra gennaio e aprile del 2005, ne sono state rilevate 21. E se aggiungiamo le informazioni sulla nuova attività dei vulcani che hanno registrato eruzioni significative dal 1999, esse sono già 43. Oltre a questa bisogna aggiungere altre conferme alle predizioni Maya.
Secondo queste profezie, a partire dell'eclisse del 1999 sarebbero aumentate le guerre e la distruzione. Il cono di ombra di questa eclisse si è
proiettato precisamente sul Medio Oriente, Iraq, Iran, Afghanistan, Pakistan e India, indicando una zona sconvolta dai conflitti più sanguinosi e dalla
minaccia permanente di un confronto tra Pakistan e India, entrambi provvisti da arsenale nucleare.

Con l'avvicinarsi del 2012 un'onda di calore farebbe aumentare la temperatura del pianeta dando origine a cambiamenti climatici, geologici e sociali senza precedenti, ad un ritmo incalzante. Siamo nel bel mezzo di questa dinamica. L'accelerato scioglimento dei ghiacciai di tutto il mondo e l'apparizione di zone verdi nell'Antartide è un fatto confermato scientificamente. Hanno predetto inoltre i mutamenti inattesi dell'attività del Sole che gli scienziati stanno costatando.


L'Arrivo della Cometa Assenzio (NIbiru?)
















Le profezie Maya pronosticano la comparsa di una cometa, con un'elevata probabilità di impatto con la Terra. Curiosamente, anche nell'Apocalisse di San Giovanni si profetizza l'arrivo di questa cometa denominata "Assenzio", un segno della "Fine dei Tempi". Un'altra coincidenza che chiama l'attenzione è che l'11 agosto del 1999, non solo si è verificato l'ultima eclisse totale del millennio, ma è avvenuta anche la formazione di una configurazione astrologica molto rara: la Grande Croce Cosmica, formata dai segni del Toro, Leone, Scorpione e Acquario, per il Sole, la Luna e i tre pianeti (Año/Cero, 102). Questa croce ci riporta all'Apocalisse perché evoca i "quattro viventi custodi del Trono".
Il primo è descritto "somigliante ad un leone", il secondo "somigliante ad un toro", il terzo "con sembianze umane" (Acquario, l'acquaiolo) e il quarto somigliante ad un'aquila (Scorpione).
Ci troviamo di fronte ad una simbologia complessa che inquadra perfettamente con le profezie Maya sull'inizio del "Sesto Sole": una nuova era che, secondo la loro predizione, significa "la fine del tempo della paura" e un'Umanità rinnovata cosmicamente, che costruirà una civiltà superiore all'odierna.
Questa convergenza di aspettative, indipendenti l'una dell'altra, che avvallano le profezie Maya è un'altra realtà da tenere in considerazione.
È inevitabile ricordare maestri come Sri Aurobindo che, insieme alla Madre e al suo discepolo Satprem, hanno promosso una trasformazione fisiologica, convinti che in un essere umano superiore debba avvenire "il risveglio" del corpo a livello cellulare e anche negli atomi.

Aurobindo insegnó che "la luce superiore sarebbe discesa ai livelli più inferiori della natura" e avrebbe favorito l'ascensione dell'essere umano a
un livello di conoscenza più elevato di quello attuale.

Potrebbe questo cambio essere attivato o favorito da questo grande evento cosmico annunciato dalle profezie Maya? Potrebbe questo salto vibrazionale
dell'universo, trasmesso dall'Universo al Sole e da quest'ultimo alla terra, alimentare "la grande trasformazione" che, secondo i Maya, raggiungerà il nostro pianeta definitivamente il sabato 23 dicembre del 2012?
In qualunque caso, tutte queste profezie sono molto eloquenti per quanto riguarda il suddetto salto qualitativo nell'evoluzione della coscienza.
Il cambio cosmico crea le condizioni, ma il mutamento interiore può solo essere frutto di una decisione libera e di un lavoro interiore individuale.

In questo tempo finale dell'ultimo Katum del calendario Maya il Cielo ci mette di fronte ad un bivio: autodistruzione o trasformazione.

Ci troviamo per tanto in una specie di "terra di nessuno": una fase definitiva che non appartiene più alla vecchia era, ma che non appartiene nemmeno all'alba
della nuova era che avverrà fra sette anni, quando si aprirà "la porta" cosmica di un tempo rinnovato.

Tuttavia, ci sembra evidente che i fatti corroborano le profezie Maya al punto da prenderle sul serio e studiarle senza pregiudizi alla luce delle
nostre conoscenze attuali del mondo. L'evoluzione biologica e psicospirituale risponde ad una programmazione cosmica intelligente?

Questo è senza dubbio il grande mistero che ci si prospetta.

I sistemi di misurazione nel tempo




Un sistema di numerazione è un sistema utilizzato per esprimere i numeri ed alcune operazioni che si possono effettuare con essi. Questi sistemi si riferiscono quindi alla successione dei cosidetti numeri naturali.
Fin dai tempi più antichi i numeri si sono rivelati strumenti necessari per aiutare gli esseri umani ad affrontare e risolvere problemi di importanza fondamentale (contare, misurare, commerciare, amministrare, formulare e far rispettare leggi, sviluppare conoscenze scientifiche e tecniche ed altro) quindi presso tutte le culture delle quali si conosce qualche forma di organizzazione sono state sviluppate notazioni numerali per tenere traccia di una determinata numerosità. La storia di questi sviluppi è piuttosto complessa e travagliata e purtroppo di molti fatti e di molte motivazioni si è persa traccia.
A grandi linee, però, si può dire che nel passato sono state adottate svariate notazioni numerali in gran parte poco razionali fino a giungere con una certa fatica alle notazioni oggi più diffuse, pratiche e canoniche, le notazioni posizionali decimali.
Proviamo a ricostruire come i diversi popoli, nel tempo, hanno adottato, in base alle proprie esigenze ed abilità, differenti sistemi di numerazione:
Fig 1 Osso Gontzi
Fig 2 Osso Ishango
Fig 3 Osso Lartet
Popoli preistorici = Utilizzavano un insieme di punti, di tacche e di linee per numerare gli animali cacciati, i compagni che prendevano parte ad una battuta di caccia piuttosto che veri e propri calendari lunari.
Da queste immagini deduciamo la conoscenza, da parte dei popoli preistorici, del concetto di raddoppiamento, di conteggio in base 10 e di numero primo.
Fig 4 I numeri babilonesi
Sumeri e Babilonesi = Utilizzavano simboli numerici cuneiformi il cui orientamento e la cui posizione ne determinavano il valore. Il loro sistema era di tipo posizionale, includeva solo i numeri da 1 a 10 e aveva come base 60 (come i nostri sistemi di misurazione degli angoli e del tempo).I Babilonesi furono infatti i primi a parlare del concetto di base (numero a partire dal quale i nomi si ripetono seguendo le norme che regolano la loro combinazione).
Fig 5 I numeri greci
Greci = Il sistema di numerazione dei greci utilizzava le lettere dell’alfabeto greco, senza una regola sistematica, insieme all’utilizzo di un apice.
Fig 6 I numeri romani
Romani ed Aztechi = Capirono la necessità di rappresentare un insieme di elementi di una certa numerosità con un unico simbolo. Di conseguenza iniziarono ad utilizzare il principio additivo, secondo cui il valore di un numero è uguale alla somma dei numeri che lo costituiscono e il principio sottrattivo, secondo cui il valore di un numero è uguale alla differenza dei numeri che lo costituiscono.
Fig 7 I numeri maya
Maya = Utilizzavano un sistema posizionale a base 20 (come anche gli Aztechi), dove singoli punti indicavano la quantità 1 e linee orizzontali la quantità 5. Essi furono i primi ad utilizzare lo zero come vero e proprio numero.
Fig 8 I numeri cinesi
Cinesi = Utilizzarono, fra primi, il principio moltiplicativo che permette di esprimere un numero (500) moltiplicando una numerosità (100) per un certo numero di insiemi (5).
Fig 9 I Numeri indiani ed arabi
Indiani ed Arabi = Utilizzano un sistema numerico di tipo posizionale oltre che alla convenzione tolemaica di riportare gli angoli dei corpi celesti utilizzando un piccolo cerchio per indicare zero gradi o zero minuti. Inoltre questi popoli furono i primi ad utilizzare lo zero con una duplice funzione: rappresentare l’insieme con numerosità nulla e indicare, in un sistema posizionale, l’assenza di unità associate ad un determinato valore.
Fig 10 I nostri numeri
Europei = Utilizzano un sistema numerico posizionale, in base 10 e dotato di zero. Questo sistema prende spunto dal sistema utilizzato da Arabi ed Indiani.