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domenica 31 marzo 2019

Ora legale 2019: domenica 31 marzo lancette avanti di un'ora „Torna l'ora legale: quando spostare le lancette (prima dell'addio al cambio di orario)“ Potrebbe interessarti: https://www.today.it/attualita/ora-legale-2019-oggi-quando.html Seguici su Facebook: https://www.facebook.com/pages/Todayit/335145169857930

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Ora legale 2019: domenica 31 marzo lancette avanti di un'ora
Sarà una settimana di transizione, ma l'ora di luce in più farà bene al nostro umore. Secondo un sondaggio gli italiani sono contrari al cambio di orario due volte l'anno


Ora legale 2019: domenica 31 marzo lancette avanti di un'ora
Ci siamo, al cambio di orario manca ormai pochissimo. Il passaggio dall'ora solare all'ora legale avverrà nella notte tra sabato 30 e domenica 31 marzo 2019alle ore 2 bisognerà spostare le lancette avanti di un'ora. Sessanta minuti molto preziosi che saranno tolti al nostro sonno. Ma c'è anche il rovescio della medaglia: avremo un'ora di luce in più e farà notte più tardi. 

Ora legale: una cattiva notizia per il 70% degli intervistati

Come sempre tanti italiani risentiranno negativamente del cambio di ora. Ci aspetta una settimana difficile, nel corso della quale ci troveremo anche a fare i conti con gli effetti psicofisici della transizione: stanchezza, sonnolenza, irritabilità, affaticamento, scarsa concentrazione, bassa produttività sono solo alcuni dei malesseri dovuti alla 'novità'.

I sondaggi bocciano il cambio di ora

Un sondaggio promosso dall'Eurodap, a cui hanno partecipato 658 persone di ambo i sessi di età dai 18 ai 67 anni, ha indagato i vissuti più frequenti al cambio dell'ora degli intervistati. Dai dati emerge come il 70% abbia molto spesso, in questo periodo, problemi d'insonnia; il 76%, sostiene di sentirsi molto meno produttivo sul lavoro e di avere sbalzi di umore, e per quasi il 90% il cambio di orario incide negativamente sul proprio stato psicofisico già poco equilibrato. Anche secondo i sondaggi del Codacons, l’80% dei cittadini italiani si dice contrario al cambio delle lancette dell’orologio da eseguire due volte l’anno. 


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Ora legale 2019: domenica 31 marzo lancette avanti di un'ora

Svolta nel 2021

Per questo l'associazione dei consumatori promuove a pieni volti la decisione del Parlamento Europeo di abolire l'ora legale a partire dal 2021. Una svolta - secondo l'associazione - "che porterà benefici sia ai cittadini sia all’economia italiana, che paga un conto salato a causa del passaggio da ora solare a ora legale". Come molti sapranno dal 2021 il cambio di ora potrebbe essere abolito e ogni Stato sarà libero di decidere se adottare l'ora legale o quella solare. Non c'è ancora la certezza, ma siamo a buon punto. Pochi giorni fa il Parlamento Europeo ha approvato la  fine del passaggio dall'ora solare a quella legale, ora la palla passa al Consiglio. Il 2021 potrebbe essere l'ultimo anno in cui spostiamo avanti (o indietro) le lancette dei nostri orologi.

Cambio dell'ora addio, ma non da oggi: perché (secondo alcuni) è una buona notizia


I rimedi per affrontare il cambio di orario

Ma se tutto lascia pensare che il cambio di ora verrà abolito, per qualche anno dovremo continuare a farci i conti. Ecco allora alcuni consigli per affrontare al meglio questi giorni di transizione e garantire una corretta igiene del sonno:
1) Evitare, prima di coricarsi, di assumere sostanze potenzialmente eccitanti che potrebbero disturbare l'addormentamento o causare risvegli notturni;
2) Assicurarsi che l'ambiente in cui si dorme sia adoperato essenzialmente al riposo, senza la presenza nella stanza, rumori disturbanti;
3) Se ci si dedica la sera all'esercizio fisico, farlo almeno 3-4 ore prima di andare a dormire. Il repentino innalzamento e abbassamento della temperatura corporea dovuto dallo sforzo fisico incide fortemente sui nostri livelli di melatonina;
4) Cercare di non impegnarsi in attività particolarmente impegnative a livello mentale prima di coricarsi;
5) Cercare di rispettare un orario abituale con cui si va a dormire e ci si sveglia durante la settimana;
6) Limitare l'uso di smartphone o tablet prima di andare a dormire e durante la notte. Le luci emesse da questi dispositivi possono inibire la produzione di melatonina e toglierci il sonno.

I vantaggi dell'ora legale

Ma non tutto è come sembra. Se la transizione sarà difficile, l'ora legale ha comunque dei vantaggi non indifferenti: "Un vantaggio dell'ora legale risiede nell'ora di sole in più di cui possiamo godere - sottolinea la psicologa Eleonora Iacobelli, vicepresidente Eurodap -. La luce aumenta i livelli di serotonina, un neurotrasmettitore sintetizzato nel cervello conosciuto anche come 'ormone del buonumore', proprio perché ci rasserena e migliora il sonno, fondamentale per la nostra salute".

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martedì 26 marzo 2019

Regionali Basilicata, successo per il centrodestra | Bardi: "Abbiamo scritto la storia"

https://www.tgcom24.mediaset.it/politica/regionali-basilicata-il-centrodestra-ipoteca-il-successo-bardi-sopra-il-42-abbiamo-scritto-la-storia-_3198875-201902a.shtml

Dietro Carlo Trerotola per il centrosinistra (33%). Più staccato Antonio Mattia per il M5s, che 
rimane il primo partito. Battuta di arresto del Pd. Salvini: "Noi e M5s ancora maggioranza nel Paese"

Il centrodestra vince anche in Basilicata. Vito Bardi è il nuovo presidente della Regione: è stato eletto con 124.716 voti, pari al 42,2%. Al secondo posto Carlo Trerotola (centrosinistra; con 97.866 voti, pari al 33,11%), poi Antonio Mattia (M5s; con 60.070 voti pari al 20,32) e Valerio Tramutoli (Basilicata possibile; con 12.912 pari al 4,37%). Primo partito il M5s con il 20,27%, seguito da Lega (19,15%) e Forza Italia (9,15%).

"La Basilicata è pronta per il cambiamento, abbiamo scritto la storia. Dopo tanti anni di governo di centrosinistra, il centrodestra ha scelto la via del riscatto per questa terra". Queste le prime parole di Vito Bardi, che si è detto "emozionato" per il risultato ottenuto. "Nella mia agenda al primo posto ci sarà il lavoro", ha aggiunto.

Come già in Molise, Abruzzo e Sardegna, dunque, la coalizione della Lega con Forza Italia (9,15%) e Fratelli d'Italia (5,82%) paga a livello amministrativo nonostante i partner siano divisi dal governo a Roma. Esperienza quest'ultima che sembra pesare sul M5s, che registra il 20,39%, meno della metà delle politiche di un anno fa (44%), ma 12 punti sopra le regionali 2013, restando comunque primo partito in Basilicata.

Luigi Di Maio ha commentato il risultato elettorale spiegando che "il MoVimento 5 Stelle è la prima forza politica in Basilicata, è più forte di prima passando dall'8% delle regionali del 2013 a oltre il 20%". Non manca poi l'attacco alla stampa che "parla di 'voti dimezzati in un anno' e di 'crollo', ma la verità è che abbiamo battuto tutte le liste, anche quelle con gli impresentabili dentro". "E' un risultato che conserviamo con grande senso di responsabilità verso il Paese, senza esultanze da stadio. Noi abbiamo un simbolo, una lista. E andiamo avanti così!", ha ribadito il capo politico pentastellato.

Dal voto lucano emerge una nuova sconfitta, invece, per il Pd, che si ferma intorno al 9% perdendo 13 punti rispetto alle regionali 2013. L'effetto Nicola Zingaretti, due volte in regione nell'ultima settimana, non ha portato risultati concreti. Assieme alla lista Avanti Basilicata (oltre 10%) dell'ex presidente dem Marcello Pittella si arriva quasi al 20%. L'affluenza è del 53,58%, 6 punti in più del 47,60% del 2013 (quando si votava in due giorni).

L'affermazione dell'ex generale della Finanza Bardi (candidato indicato da Forza Italia), se confermata dai dati definitivi, avrebbe carattere "storico": l'ex Casa delle Libertà espugnerebbe una roccaforte del centrosinistra da 24 anni, finora mai messa in discussione. "Evviva, la Basilicata si è data finalmente un buon governo!", esulta Silvio Berlusconi. E' il rivale di centrosinistra Trerotola a riconoscere per primo la sconfitta. "Farò opposizione", dice. Il vicepremier Matteo Salvini festeggia e ringrazia gli elettori su Twitter: "Grazie. La Lega in un anno triplica i voti, vittoria anche in Basilicata! 7 a 0, saluti alla sinistra e ora si cambia l'Europa".

Salvini: "A livello nazionale non cambia niente" - A livello nazionale la vittoria del candidato del centrodestra non cambia nulla, secondo Salvini. "Cambia tanto per i lucani, che dopo una vita mandano a casa la sinistra e il Partito democratico, finalmente. Ci occuperemo di sanità, di infrastrutture, di ambiente, di petrolio, di turismo, di agricoltura, quindi cambia tutto per i lucani. A livello nazionale - sottolinea - non cambia niente, non è cambiato dopo l'Abruzzo, non è cambiato dopo la Sardegna, quindi non cambia dopo la Basilicata".

"Noi e M5s ancora maggioranza nel Paese" - "La sommatoria dei voti di Lega e 5 Stelle è ancora la maggioranza assoluta in questo Paese, quindi abbiamo ancora entrambi da essere contenti. Il mio avversario è il Pd. Tutte le Regioni in cui governa la Lega erano governate dal Pd. E quindi un conto è il dato locale. Poi ci saranno il Piemonte, l'Emilia Romagna, la Toscana, le Marche, l'Umbria, la Calabria, tutte Regioni governate dalla sinistra", ha spiegato Salvini.

Regionali Basilicata, i risultati del voto



La vittoria segna quindi un altro exploit della Lega al Sud. Un successo "pesante" del partito di Salvini (che ha rotto il silenzio elettorale invitando a votare per mandare a casa il Pd). Tonifica la linea del leader e lo lancia verso le europee e le regionali in Piemonte da una posizione di forza.

Il centrosinistra uscirebbe sconfitto con uno stacco che viaggia intorno a 10 punti, sempre se sarà confermato fino in fondo il trend registrato dalle prime proiezioni, ma terrebbe complessivamente con un dato sopra il 30%. Alla prima prova elettorale del segretario Zingaretti, che ha chiuso la campagna in una piazza gremita di Matera. Un'altra sconfitta onorevole come in Abruzzo e Sardegna.

"Il voto ribadisce, con il crollo del M5s, il riproporsi di un nuovo bipolarismo, con un centrodestra guidato dalla Lega di Salvini ed un centrosinistra che conferma la sua netta ripresa rispetto alle politiche - commenta Marina Sereni, responsabile Enti locali Pd -. A pochi giorni dal voto c'erano 4 candidati e sembrava impossibile per noi recuperare. La strada è ancora lunga, ma è quella giusta: cambiare, ricostruire e radicare una nuova alleanza".

Da leggere in due modi il risultato del M5s che il 4 marzo scorso conquistò in Lucania la quota record del 44%. Il calo al 20%, sempre se confermato da dati definitivi, sarebbe netto, ma rispetto alle regionali 2013 guadagnerebbe 7 punti. Molti pentastellati temono che un calo dei consensi in Basilicata potrebbe anche essere collegato alla delusione degli elettori dopo la vicenda che ha portato all'arresto di Marcello De Vito, nello scandalo sul nuovo stadio della Roma. "Ma siamo il primo partito", sottolinea il senatore Arnaldo Lomuti.



lunedì 25 marzo 2019

"Sì a una vera sicurezza, razzismo e buonismo due risposte sbagliate"

http://www.ilgiornale.it/news/milano/s-vera-sicurezza-razzismo-e-buonismo-due-risposte-sbagliate-1667476.html?mobile_detect=false&fbclid=IwAR2DQq4D-4MhefuYg_uDZKkZhIROekz-TtIamwxQwuxFRxNCBmvZgzghjII

Sit-in azzurro dopo il sequestro degli scolari: "Indignati per il fatto e grati ai carabinieri"

La sicurezza come priorità. Una sicurezza seria, che non si risolve in tweet e slogan. Forza Itaila va in piazza.


Lo fa dopo lo choc di San Donato, dopo il folle piano di un autista - un cittadino italiano, senegalese di origini - che voleva vendicare le morti nel Mediterraneo prendendo in ostaggio una scolaresca. La prima reazione è di indignazione, la seconda è la gratitudine per le forze dell'ordine che hanno evitato il peggio, la terza è l'impegno a costruire concretamente, sulla sicurezza, misure in grado di prevenire fatti del genere.
Per manifestare questi sentimenti e questi impegni, gli azzurri organizzano un presidio in largo Cairoli, con le loro bandiere. «Per dare voce alle persone perbene, che sono giustamente indignate e sconvolte» annuncia il coordinatore comunale Fabio Altitonante. Prende la parola col megafono, mentre alle sue spalle si spengono le luci del giorno e si accendono quelle del Castello simbolo di Milano: «Questa città accoglie il 20% di stranieri e molte persone sono integrate e pagano le tasse. Eppure il sindaco Sala manifesta come se qui ci fossero dei cattivi». La sicurezza è sentita come problema grave, questo è assodato, soprattutto nell'hinterland e nelle periferie. «Quelle che qualcuno (Sala, ndr) garantiva che sarebbero diventate la sua ossessione». «Forza Italia crede nelle regole - aggiunge Altitonante - crede in un'integrazione possibile, ma - grida - non siamo dei coglioni. La sicurezza è un tema nostro, un tema delle persone perbene, moderate, che non vogliono tornare indietro».
In piazza, con la coordinatrice regionale Mariastella Galmini, e con quello provinciale Graziano Musella, c'è il sottosegretario regionale Alan Rizzi e ci sono i due presidenti di Zona di Fi Marco Bestetti e Giuseppe Lardieri, gli assessori municipali, i consiglieri comunali e municipali. C'è il capogruppo comunale Fabrizio De Pasquale. «Sgomento e indignazione - dice - gli italiano sanno che possono esserci persone che diventano bombe». Vicino agli eletti, i militanti, cittadini di Milano che vivono sulla loro pelle i problemi della città. «Tante persone hanno partecipato - commenta il capogruppo regionale Gianluca Comazzi - per dire basta a un'immigrazione incontrollata che la giunta Pd ha dimostrato di non saper gestire». Una via seria alla sicurezza, insomma, è l'obiettivo di Forza Italia. Il vice coordinatore regionale Pietro Tatarella spiega che in piazza c'è prima di tutto «la voglia di una comunità di confrontarsi su quello che è successo». Una comunità politica che ha una cultura di governo e i problemi li vuole risolvere. «Né caccia all'immigrato né buonismo - spiega - ci sarà pure una via seria per occuparsi del tema e confrontarsi davvero». Bestetti indica due motivi per manifestare: «Il principale è il sostegno e la gratitudine alle forze dell'ordine. Il secondo è la preoccupazione per la gestione dell'ondata migratoria. Fi non vuole cedere, speriamo che la Mare Jonio sia un inciampo». Incalza il ministro Matteo Salvini.
Sullo sfondo, ovviamente, ci sono le elezioni europee. E la competizione con la Lega, che a Milano è alleato privilegiato e a Roma no, soprattutto sui temi dell'economia. Gelmini prende la parola in piedi su una panchina e parte l'applauso per le forze dell'ordine che - dice la capogruppo - «hanno fatto un lavoro straordinario». «È un fatto gravissimo - aggiunge - che quell'autista fosse alla guida di quel mezzo. Questa esperienza deve servire a obbligare a controlli. Chi ha la fedina sporca non deve stare vicino ai nostri bambini. La sicurezza non si risolve con tweet e slogan - avverte - non è un concetto astratto ma obbliga ad azioni concrete. Se il governo fa cose buone siamo pronti a dirlo, ma avviene di rado a parte decreto sicurezza e legittima difesa. Siamo orgogliosi del centrodestra in Lombardia, ma anche delle battaglie fatte a Roma contro un governo che ci porta a sbattere».

Regionali Basilicata, centrodestra verso il successo | Proiezioni: Bardi (41,6%) precede Trerotola (33,2%)

https://www.tgcom24.mediaset.it/politica/regionali-basilicata-centrodestra-verso-il-successo-proiezioni-bardi-41-6-precede-trerotola-33-2-_3198875-201902a.shtml

Più staccati Antonio Mattia per il Movimento 5 Stelle (20,2%) e Valerio Tramutoli per Basilicata possibile (5%)


Secondo le prime proiezioni (riguardanti il 13% delle sezioni scrutinate), a vincere le regionali in Basilicata è il candidato del centrodestra, l'ex generale Vito Bardi, con il 41,6%. Il "farmacista di strada" Carlo Trerotola, schierato dal Pd dopo il passo indietro dell'ex governatore Marcello Pittella, si sarebbe fermato al 33,2%. Staccato Antonio Mattia (M5s), che avrebbe ottenuto il 20,2%. Valerio Tramutoli per Basilicata avrebbe siglato il 5%

Alta l'affluenza registrata in tutta la regione, che si è attestata al 53,58%, esattamente 6 punti in più rispetto alle precedenti elezioni regionali. Nella provincia di Potenza la quota di votanti è stata del 52,40%. Più alta in quella di Matera (56,22%).

Cauto ottimismo nel quartiere generale di Bardi, che ha atteso i risultati con la sua famiglia, ma ha fatto sapere di essere "soddisfatto" dell'esito delle urne. Il candidato del Pd Trerotola, invece, ha atteso lo spoglio nella sede del suo comitato elettorale dopo la chiusura dei seggi. "Se ha vinto Bardi mi congratulo con lui", ha detto senza esitazioni, rivendicando la sua curiosità giovanile per al politica, che spaziava dai discorsi di Giorgio Almirante agli scritti di Karl Marx. "Mia madre era nella segreteria dell'azione Cattolica, se è un peccato anche questo...", ha aggiunto sorridendo.

Nelle elezioni regionali del 2013 venne eletto Marcello Pittella (Pd) con il 59,6% delle preferenze e premiarono la coalizione di centrosinistra con Pd 24,8%, lista Pittella presidente 16,01%, Psi 7,47%, Realtà Italia 5,92%, Centro democratico 5,04%, Italia dei valori 3,45%. Il contendente del centrodestra fu Tito Di Maggio, 19,38% dei voti (Pdl prima forza con 12,27%); per il Movimento 5 Stelle Piernicola Pedicini, 13,19% (poi nel 2014 eletto eurodeputato). L'altro vincitore nella precedente tornata elettorale fu l'astensionismo, con affluenza del 47,6%.

Rispetto alle elezioni politiche del 4 marzo 2018 si è registrata un'inversione di tendenza. Il Movimento 5 Stelle aveva prevalso con otto seggi tra Camera e Senato, su un totale di 13 assegnati alla Basilicata, con una media tra Camera e Senato del 44,35%, surclassando il centrodestra 25,39% (FI 12,4% - Lega 6,28%), il centrosinistra 19,61% (Pd 16,14%) e Leu (6,44%).



Elezioni Basilicata exit poll: Centrodestra avanti, boom Lega. Male il M5S

http://www.affaritaliani.it/politica/elezioni-basilicata-exit-poll-centrodestra-avanti-boom-lega-male-il-m5s-594754.html

Elezioni regionali Basilicata exit poll: le 'estimation' di Affaritaliani.it


Elezioni Basilicata exit poll: Centrodestra avanti, boom Lega. Male il M5S

Elezioni regionali Basilicata exit poll. Vito Bardi (candidato del Centrodestra) risulta in testa con un margine relativamente ampio su Carlo Trerotola (Centrosinistra). In terza posizione, molto distanziato, Antonio Mattia del Movimento 5 Stelle. Ultimo Valerio Tramutoli di Basilicata Possibile.
Sono i risultati delle 'estimation' di Affaritaliani.it sulle elezioni regionali in Basilicata. I dati sono il frutto di un'analisi sugli ultimi trend elettorali fino al giorno stesso delle votazioni.
Forte avanzata della Lega, che potrebbe diventare il primo partito della Regione, M5S in netto calo, deludono Forza Italia e Partito Democratico (che in Basilicata si è presentato con la lista Comunità Democratiche), bene Fratelli d'Italia.
Alle elezioni politiche del 4 marzo 2018, il primo partito (Camera) in Basilicata è stato il Movimento 5 Stelle con il 44,35% dei voti. La coalizione di Centrodestra si è fermata al 25,39% con Forza Italia al 12,40, la Lega al 6,28 e Fratelli d'Italia al 3,69. Il Partito Democratico ha ottenuto il 16,14%, Liberi e Uguali il 6,44.
LE 'ESTIMATION' DI AFFARITALIANI.IT SULLE ELEZIONI REGIONALI IN BASILICATA
Vito Bardi 42-44%
Lega 18-20%
Forza Italia 10-12%
Fratelli d’Italia 5-7%
Basilicata Positiva 3-5%
Idea 2-4%
Carlo Trerotola 36-38%
Comunità Democratiche 13-15%
Lista Trerotola 7-9%
Avanti Basilicata 4-6%
Progressisti Basilicata 3-5%
Basilicata Prima - Riscatto 1-3%
Verdi 1-3%
Partito Socialista Italiano 1-3%
Antonio Mattia 16-18%
Movimento 5 Stelle 16-18%
Valerio Tramutoli 2-4%
Basilicata Possibile 2-4%

Basilicata al voto, alle 19 affluenza del 39,73%. Salvini fa già festa: “Da stasera governo Lega”

https://www.lastampa.it/2019/03/24/italia/basilicata-aperte-le-urne-per-scegliere-il-nuovo-presidente-della-regione-COQWSwPWdVHr3RsFKppteL/pagina.html

Corsa a quattro per la conquista della poltrona di governatore. Si vota fino alle 23 con un nuovo sistema elettorale

La Basilicata vota per eleggere il nuovo presidente della Regione. I seggi sono aperti fino alle 23 ma Salvini canta già vittoria: «Da stasera la Basilicata sarà governata dalla Lega dopo 20 anni di sinistra» ha detto intervenendo a un comizio a Treviso.

Alle 19 affluenza al 39,73%Intanto alle 19 l’affluenza si è attestata al 39,73% l’affluenza ai seggi per le elezioni regionali in Basilicata. Le urne si chiuderanno definitivamente alle 23, subito dopo comincerà lo spoglio delle schede.573.970 gli elettori chiamati oggi al voto in 681 sezioni. I lucani votano per eleggere il presidente della giunta e i venti componenti del Consiglio regionale della undicesima legislatura. Quattro i candidati alla carica di presidente: Carlo Trerotola, sostenuto da una coalizione di centrosinistra composta da 7 liste; Vito Bardi, per la coalizione di centrodestra con 5 liste; Antonio Mattia, unica lista a sostegno, quella del Movimento 5 stelle e Valerio Tramutoli, singola lista “Basilicata possibile”. 14 le liste presentate in provincia di Potenza, le stesse in lizza in provincia di Matera. In tutto i candidati alla carica di consigliere regionale sono circa 280, di cui 113 donne.

Centrosinistra al governo dal 1995 
Carlo Trerotola, per il centrosinistra, è sostenuto da sette liste (Avanti Basilicata; Comunità democratiche; Basilicata Prima Riscatto; Progressisti Basilicata; Verdi - Realtà Italia; lista Trerotola- Centro democratico - Progetto popolare; Psi). Per Vito Bardi, candidato del centrodestra, le liste a supporto sono cinque (Basilicata positiva Bardi Presidente; Lega Salvini Basilicata; Forza Italia; Fratelli d’Italia; Idea-Per un’altra Basilicata). Antonio Mattia è il candidato portavoce del Movimento 5 Stelle. Valerio Tramutoli si presenta con ’’Basilicata possibile’’. La regione è governata ininterrottamente dal centrosinistra dal 1995, anno in cui entrò in vigore il Tatarellum, la legge elettorale regionale che assegna la regione al candidato presidente che arriva primo, indipendentemente dalla percentuale di voti ottenuta.


Un nuovo sistema elettorale 
La riforma è stata varata ad agosto, poi integrata e modificata ad ottobre. È confermato il sistema maggioritario, con l’elezione diretta del presidente della regione. Insieme al neo-eletto entrerà in Consiglio regionale il candidato presidente della coalizione classificatasi al secondo posto (miglior perdente). Non c’è più il listino bloccato, pertanto gli altri 19 seggi verranno attribuiti con criterio proporzionale alle liste delle due circoscrizioni provinciali di Potenza e Matera. In tutto i candidati alla carica di consigliere regionale sono circa 280, di cui 113 donne. Tredici dei venti consiglieri regionali saranno eletti nella provincia di Potenza e sette in quella di Matera.Il premio maggioritario sarà assegnato alla coalizione vincente in base alla percentuale raggiunta: fino al 30 per cento, 10 seggi più il presidente; dal 30 al 40 per cento 11 seggi più il presidente; oltre il 40 per cento 12 più il presidente. In ogni caso per la maggioranza è previsto un limite massimo di 14 seggi più il presidente. Non è ammesso il voto disgiunto, con un candidato presidente di una lista o raggruppamento ed un candidato al Consiglio associato ad un altro aspirante governatore. Per la parità di genere, l’elettore può esprimere due preferenze riservando la seconda a un candidato di sesso diverso, pena l’annullamento della scheda. Le prime proiezioni sul risultato del voto, da parte del Consorzio Opinio, sono previste tra le 24 e le 24.30.


Centrodestra, Silvio Berlusconi: "Alleati hanno perso la testa"

https://www.tgcom24.mediaset.it/politica/centrodestra-silvio-berlusconi-alleati-hanno-perso-la-testa-_3197207-201902a.shtml

"Questa mattina ho usato parole forti. Ho detto agli elettori 'guardatevi allo specchio, e chiedetevi: vado a votare e per chi vado a votare'. Da quello che vi risponderà lo specchio saprete se siete rincoglioniti o avete migliorato". Lo ha affermato il presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi in Basilicata. "Non ho intenzione di diminuire questo atteggiamento. Sono convinto che in questo momento gli alleati abbiano perso la testa", ha aggiunto.


Basilicata oggi al voto: il berlusconiano Bardi vede la vittoria, 5S a rischio tonfo

https://ilmanifesto.it/basilicata-oggi-al-voto-il-berlusconiano-bardi-vede-la-vittoria-5s-a-rischio-tonfo/

Elezioni regionali. Al comizio finale di Salvini, il candidato del centrodestra, l’ex-generale della Gdf Bardi, in quota Forza Italia sul palco non c’era

23.3.2019, 23:59

Potrebbero arrivare già nella tarda serata di oggi i risultati delle regionali lucane. Alle 23 si metterà la parola fine al periodo più sommessamente turbolento della storia recente della Basilicata, vissuto tra cronaca giudiziaria più che politica, in una campagna elettorale stanca e con poche idee. Sembra che il centrodestra, con il candidato berlusconiano Vito Bardi, si avvii a vincere una corsa improntata sulla forza d’inerzia da una parte e sulla riduzione del danno dall’altra.

Non è detto che il risultato sia scontato: l’elettorato lucano sfugge fisiologicamente alle ricerche d’opinione. Eppure sono davvero pochi gli elementi che fanno pensare a un ribaltamento dell’ultimo minuto: per la prima volta, la regione potrebbe passare al centrodestra.

Quello che è certo è che la giornata di venerdì, che avrebbe dovuto infiammare l’animo degli elettori, altro non è stato che il ripetersi logoro di comizi vuoti, nei quali era facile sovrapporre alla Basilicata qualsiasi altra regione meridionale. Ha cominciato Salvini con un copione classico: 20 minuti di un discorso già ben rodato e 30 di selfie. Salvini, come sempre più spesso accade, parlava per la Lega e non per la coalizione. Il candidato del centrodestra, l’ex-generale della Gdf Bardi sul palco non c’era e anche se ci fosse stato non avrebbe avuto molto da dire: quello non era il suo posto. Sulla scena, come è stato detto più volte da un presentatore dall’accento brianzolo, si celebrava l’immagine sacra e venerabile del «capitano». La capitale europea della cultura ha riservato al leader della Lega un bagno di folla solo a metà, nell’ordine delle centinaia di persone con il robusto contributo di curiosi e inconsapevoli turisti, coinvolti in una sindrome di Stoccolma collettiva, finora qui inedita, ma ormai usuale al sud. Salvini, nella sua corsa personale al consenso, ha solo raccolto più gente degli altri. Bardi ha preferito circondarsi di fedelissimi berlusconiani ed evitare il più possibile la piazza.

Lo stesso ha fatto il candidato della lista di sinistra La Basilicata Possibile, Valerio Tramutoli, che ha incontrato i suoi sostenitori in un locale della città dei Sassi. Nonostante l’ottimismo e la presenza di Pippo Civati, l’aria era quella agrodolce della sconfitta dignitosa, vissuta più come l’inizio di un percorso che come scontro all’ultimo sangue con gli altri contendenti.

Appena soddisfacente, in un contesto generale di scarsa partecipazione, il riscontro di pubblico del candidato di centrosinistra Trerotola, probabile secondo in ordine di arrivo. Il farmacista di Potenza, designato dall’ex governatore Pittella, ha potuto approfittare della forza attrattiva del neo-segratario Pd Zingaretti, arrivato in Basilicata per tirare una difficilissima volata.

Il tonfo più importante, però, potrebbe essere quello dei 5S che, pur potendo far ricorso a una serie di giustificazioni, come le divisioni interne sul territorio, difficilmente potranno ripetere l’exploit del passato (più del 40% alle politiche). Dubbi e ipotesi lasceranno il campo ai risultati nelle prossime ore e il divieto di voto disgiunto renderà tutto meno interpretabile. Il resto lo farà l’astensione.



Berlusconi: "Basilicata? Sono fiducioso"

http://www.ilgiornale.it/news/politica/berlusconi-basilicata-sono-fiducioso-1666991.html?fbclid=IwAR26LnTlBHP8FQyMae-qnEzgHjTQpDxzdHWe0LS_iGqGxOF7V3oo8OYlM5I

Roma - Per un'ernia non è potuto andare in Basilicata per chiudere la campagna elettorale del centrodestra, Silvio Berlusconi, ma è già pronto a partecipare alla conferenza stampa della vittoria, con Matteo Salvini e Giorgia Meloni.

«Avanti tutta, sono fiducioso, domenica vinceremo. Dite ai lucani di votare innanzitutto Forza Italia». Dall'ospedale San Raffaele di Milano, in convalescenza dopo l'intervento, il leader azzurro dà la carica ai suoi in vista del rush finale. A cominciare dal candidato governatore del centrodestra, l'exgenerale della Finanza Vito Bardi e dal coordinatore regionale di Fi, Giuseppe Moles.
I sondaggi lo confermano: la regione rossa che alle politiche sembrava convertita al M5s premierà la coalizione. Secondo l'ultimo, Opinio-Rai, Bardi e il centrodestra sarebbero al 40%, Trerotola del centrosinistra al 33 e Mattia dei pentastellati al 22.
«Lo sento sempre - dice Bardi all'Adnkronos - Il messaggio politico del presidente Berlusconi è andare avanti, perché il cambiamento è possibile, anzi è una certezza». A Moles il Cavaliere ha chiesto di continuare a battere il territorio palmo a palmo, come avrebbe fatto lui. Perché vincere sì, ma bisogna anche che Fi tenga testa alla Lega dilagante. «Non è potuto venire - spiega Moles-, ma lui non molla mai, è come se ci fosse, perché mi stimola e mi incoraggia ogni giorno».
La Basilicata è il segnale atteso anche a livello nazionale, con la terza vittoria della coalizione in pochi mesi il leader di Fi spera di veder vacillare il patto di governo Lega-M5s. Il sondaggio Emg Acqua ad Agorà (Rai3) conferma che il Carroccio sarebbe il primo partito, in lieve crescita al 30,9%, con il M5s che segue, in calo al 23,4%. La maggioranza avrebbe il 54,3%, ma sale l'altra alleanza che vede la Lega protagonista, quella del centrodestra: Fi al 10% (+0,2%), Fdi al 4,8% e Noi con l'Italia al 0,6%.
«Gli elettori vogliono un centrodestra di governo - dice il vicepresidente azzurro, Antonio Tajani - altri accordi, come quello M5s-Lega, non piacciono. Questo è il messaggio che mandano gli italiani, dal centro al nord al sud e sono convinto che sarà così anche in Basilicata. A livello locale il centrodestra si presenta sempre unito e quando è unito vince». Poi, il presidente dell'Europarlamento critica il governo per l'accordo Italia-Cina, «grave errore, che va nella direzione opposta alla decisione del Parlamento europeo in difesa dell'interesse dell'Ue».
Per Giorgio Mulè, portavoce dei gruppi parlamentari azzurri, «i sondaggi dimostrano che gli italiani stanno aprendo gli occhi e Fi rimane componente essenziale della coalizione, che è l'unica vera casa della Lega».


sabato 23 marzo 2019

L'unico veleno nel caso Fadil

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/lunico-veleno-nel-caso-fadil-1667391.html

Di avvelenato, nel caso della modella marocchina Imane Fadil morta di recente in un ospedale milanese dopo un breve ricovero, c'è solo il clima fetido creato attorno alla tragica vicenda dai soliti giornalisti odiatori

Di avvelenato, nel caso della modella marocchina Imane Fadil morta di recente in un ospedale milanese dopo un breve ricovero, c'è solo il clima fetido creato attorno alla tragica vicenda dai soliti giornalisti odiatori di professione e dai gazzettieri di magistrati sempre a caccia di inchieste mediaticamente appaganti.

Siccome la ragazza aveva partecipato ad alcune serate ad Arcore, ecco che per forza nella sua prematura scomparsa doveva esserci lo zampino di Silvio Berlusconi o di chi per lui, come dato per certo nei giorni scorsi da Marco Travaglio, uno che vede trame e complotti ovunque e che sforna una condanna definitiva al giorno su tutto tranne, pura coincidenza, che sulle malefatte grilline, per le quali vale la presunzione di innocenza fino a sentenza, ma forse anche dopo.

Nei giorni scorsi le perizie avevano già escluso prima la morte come conseguenza di un avvelenamento classico (tracce anomale di alcune sostanze erano state rilevate, ma non in misura tale da provocare il decesso) e poi l'avvelenamento da radiazione, tipo quello al polonio, arma già utilizzata da alcuni servizi segreti dell'Est Europa per regolare conti in sospeso. Per parlare di omicidio un po' poco, quindi: manca l'arma, ma pure il movente. È vero che la ragazza era teste nell'ennesimo processo «Ruby» contro Silvio Berlusconi, ma la sua posizione era già stata giudicata assolutamente marginale dai giudici che, per questo, avevano respinto la sua richiesta di costituirsi parte civile. Così come i suoi presunti memoriali-bomba sono stati cestinati perché, letti e riletti, nulla aggiungono a quanto già noto a tutti.

Fadil è morta per cause naturali, spiace, ma capita. Quello che non doveva succedere dopo è stato l'avventarsi come sciacalli affamati sul suo martoriato corpo per provare a dare un'altra spallata a Berlusconi. È stato uno spettacolo indegno al quale non si sono sottratti, oltre le solite firme del (povero) giornalismo, neppure amici, parenti ed ex sue colleghe. Ieri il suo avvocato ha rimesso il mandato: «È chiaro - ha commentato - che non è un omicidio, basta con questa sceneggiata». Per giorni ci hanno inchiodato a una bufala, oggi si dice fake news. Povera Fadil: la notorietà che ha inutilmente cercato in vita l'ha trovata da morta. Ma forse anche per lei sarebbe stato meglio l'oblio.