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Giuliana De Sio, topless e passione col giovane fidanzato

Giuliana De Sio, topless e passione col giovane fidanzato











Novella 2000 intercetta Giuliana De Sio insieme al fidanzato di 21 anni più giovane: lei sfoggia un topless esplosivo, poi una doccia hot insieme

Cinquantotto anni e non sentirli per Giuliana De Sio, che è sempre una delle donne più sexy dello spettacolo italiano.
L'attrice salernitana è stata immortalata dai paparazzi di Novella 2000 in splendida forma: in vacanza con il suo fidanzato Mario De Felice, ventuno anni in meno rispetto a lei, Giuliana sfoggia un bikini da fare invidia a molte sue colleghe decisamente più giovani. Non solo: perché dopo un fresco bagno, si concede anche un topless esplosivo e anche una doccia carica di sensualità insieme al suo "toy boy". Gambe mozzafiato e fisico asciutto e tonico, Giuliana De Sio è davvero insuperabile, per la gioia del suo Mario che la bacia con trasporto e passione.
Già vincitrice di due David di Donatello nel 1983 e nel 1992, la De Sio è estremamente popolare nel pubblico italiano. La sua carriera è ricca di titoli che hanno fatto la storia del nostro cinema: da "Il malato immaginario" di Tonino Cervi a "Speriamo che sia femmina" di Mario Monicelli, da "La vera vita di Antonio H." di Enzo Napoleone a "Uno scandalo perbene" di Pasquale Festa Campanile. Tanti sono anche i suoi ruoli in televisione, da "Cuore" di Luigi Comencini fino a "Il bello delle donne", "Caterina e le sue figlie" e "La piovra 3".




Liberazione, Prodi: «Forse Salvini non vuole riconoscere lo Stato democratico»

https://corrieredibologna.corriere.it/bologna/cronaca/19_aprile_25/liberazione-prodi-forse-salvini-non-vuole-riconoscere-stato-democratico-56b55538-674b-11e9-9051-8227cfae5472.shtml?fbclid=IwAR1WtD8y8rv77qO2llNAUHMBMRq4WclhO_LBbvHJmKEr7UJAuWXtRNy5qZk&refresh_ce-cp

Duro attacco dell’ex premier a margine delle celebrazioni per il 25 aprile in piazza Maggiore: «Chi parla di derby non capisce proprio niente, questo è un momento di unità non è un derby, è un momento di unità di tutti i democratici»


Romano Prodi e signora Flavia Franzoni assieme all’attore Bergonzoni tra i partecipanti alle celebrazioni della Liberazione in piazza Maggiore


Romano Prodi e signora Flavia Franzoni assieme all’attore Bergonzoni tra i partecipanti alle celebrazioni della Liberazione in piazza Maggiore



«Litigano sul 25 Aprile? Lo fanno tutti i giorni, le liti nel governo non sono un fatto nuovo, quello che preoccupa è il non capire che un Paese ha bisogno di un momento fondativo, in cui si riconosce quando e come si è costruita la libertà e Stato democratico. Ma forse il ministro dell’Interno non vuole riconoscere lo Stato democratico». L’ex presidente del Consiglio Romano Prodi, dalle celebrazioni per la Liberazione di Bologna, va all’attacco del vicepremier Matteo Salvini e delle sue posizioni sul 25 Aprile, definito nei giorni scorsi dal ministro dell’Interno come un “derby” tra opposte fazioni. «Chi parla di derby non capisce proprio niente, questo è un momento di unità non è un derby, è un momento di unità di tutti i democratici. Chi parla di un derby non si sente democratico», insiste il Professore, che riconosce al M5S una diversa sensibilità.




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Liberazione, le celebrazioni in piazza Maggiore


Liberazione, le celebrazioni in piazza Maggiore
















Liberazione, le celebrazioni in piazza Maggiore















Liberazione, le celebrazioni in piazza Maggiore
















Liberazione, le celebrazioni in piazza Maggiore
















Il Movimento 5S in piazza
«Erano in piazza? Appunto», risponde a chi gli fa notare la presenza del pentastellato Massimo Bugani. E il viaggio anti-mafia di Salvini in Sicilia proprio nel giorno della Liberazione? «Quella è la propoganda che fa ogni giorno, il problema è che chi non riconosce il 25 aprile non riconosce il fondamento nostra democrazia». Ma è stata tutta la celebrazione in piazza del Nettuno, a cui hanno partecipato diverse centinaia di persone, a essere scandita dagli attacchi a Salvini. «Purtroppo abbiamo un ministro dell’Interno che invece di unire divide e soffia sul rancore», ha detto il sindaco di Bologna, Virginio Merola. «Il ministro della paura», lo ha definito la presidente dell’Anpi di Bologna Anna Cocchi: «Basta far credere che Mussolini ha fatto anche cose buone». Infine l’assessore regionale Patrizio Bianchi ha proposto alla piazza, tra gli applausi, di “fare una colletta per regalare una Costituzione a Salvini”


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giovedì 25 aprile 2019

Berlusconi: "Per rifare l'Europa ​alleanza moderati e sovranisti illuminati"

http://www.ilgiornale.it/news/politica/berlusconi-rifare-leuropa-alleanza-moderati-e-sovranisti-1683750.html?mobile_detect=false&fbclid=IwAR3EsuCZtX12azowewf4QlBwMPBP-N7cwbAoxVANEAcUUUyhErY0_1B8qMo

Una lunga lettera per spiegare la sua idea di Europa. Silvio Berlusconi affida al Corriere i suoi pensieri in vista delle elezioni che potrebbero cambiare la Ue.












"Per rifare l'Europa bisogna lasciarsi alle spalle l'Europa che abbiamo conosciuto in questi anni - scrive - quella dei burocrati autoreferenziali di Bruxelles". Per costruire questa "Europa diversa", il Cav immagina che "popolari, liberali, conservatori, sovranisti illuminati" possono "lavorare insieme". "È nell'interesse di tutti gli Europei - insiste - anche delle altre parti politiche, ma in particolare è interesse degli italiani. Un'Europa capace di riunificare l'occidente che solo se ritornerà unito e forte potrà resistere alla sfida egemonica globale messa in campo dalla Cina comunista. Da questo impegno di tutti, ancora una volta, dipende l'avvenire dei nostri figli".

La lettera del presidente di Forza Italia si apre con un pensiero al 25 aprile. "La nostra libertà è ancora a rischio - scrive il Cav - messa a repentaglio da nemici nuovi, diversi, che recano anch’essi i segni di nuovi possibili totalitarismi. Oggi i pericoli vengono dal terrorismo di matrice religiosa, dalla follia che abbiamo visto in Sri Lanka, ma che — purtroppo — si era manifestata anche da noi, in Europa". Non solo. "Le minacce si distinguono dal preoccupante disegno egemonico della Cina: una sfida, quella cinese, che non muove soltanto dagli interessi economici, ma che si estende fino a mettere in discussione il sistema di valori della democrazia occidentale. Per questo oggi, in un ruolo e in un contesto completamente diversi, rinnovo quell’appello, da italiano e da europeo".

Berlusconi si dice preoccupato per "le lugubri ombre del passato" che si affacciano sull'Ue e sull'Italia. "Quelle delle divisioni e dei nazionalismi che hanno portato a due guerre laceranti, che hanno devastato il nostro Continente e lo hanno reso marginale nel mondo". Senza contare "la crisi economica che si aggrava ogni giorno di più con il suo strascico di incertezza su famiglie e imprese dovuta anche a politiche miopi e inconcludenti e quelle che derivano dal nostro isolamento in un’Europa a noi indifferente se non ostile".

Per questo il Cav è certo che "Oggi come mai l’argine dei moderati deve fermare l’onda del populismo sterile, bloccare lo tsunami di una forsennata corsa alla delegittimazione alimentata quotidianamente da continue scaramucce amplificate dai social e rilanciate da tutti gli organi di informazione."

L'appello di Berlusconi è a quel popolo che "nel 1994 seppe farsi argine davanti al pericolo comunista". "Occorre ricostruire il sentimento dell’unità fra italiani, non in nome di anacronistici sovranismi nazionali, ma per giocare un ruolo decisivo nel costruire una nuova Europa, capace di un vero 'sovranismo' europeo".


mercoledì 24 aprile 2019

Forza Italia in pressing per l'unità dei moderati

http://www.ilgiornale.it/news/politica/forza-italia-pressing-lunit-dei-moderati-regionali-primo-1683172.html?fbclid=IwAR0nPfWdhVnOoR_m6lZ0QlRnKUKhlFWB_CJ4_YgOnfUlvksu83qNhVZ4_W0

















La coalizione compatta alle amministrative Il tifo di Fi e Fdi per la caduta dell'esecutivo

Auguri di Pasqua per una svolta, quelli di Silvio Berlusconi agli italiani. «Viviamo - scrive su Twitter il leader di Forza Italia- in un periodo di grandi preoccupazioni.





Ne siamo consapevoli e ci impegniamo a fare del nostro meglio per poterne presto uscire». Questo impegno, per il Cavaliere, deve preparare «un nuovo periodo di concordia e di serenità». Ed è facile immaginare che parli della fine del governo Lega-M5S, oltre che di un rasserenamento nella scena internazionale.
Che è insanguinata in questa Pasqua, per gli attentati nello Sri Lanka. «Davvero non riesco a credere - commenta Berlusconi su Facebook- che possano esistere uomini così cattivi. Uccidere altri uomini che neppure si conoscono, per giunta famiglie riunite in preghiera, in una chiesa, in un luogo di spiritualità e di amore». Quella dei kamikaze che si sono fatti esplodere in chiese ed hotel di Colombo, per l'ex premier è «un'azione così irragionevole, disumana e vile che va davvero oltre il comprensibile. Impegniamoci, lottiamo, lavoriamo e preghiamo affinché questi NON-uomini non esistano più».
Anche il presidente dell'Europarlamento Antonio Tajani, condanna gli attacchi e lancia un appello dall'Adnkronos, invitando «tutte le diplomazie del mondo a mobilitarsi per chiudere una volta per tutte questo capitolo di odio». Il vicepresidente di Fi, che insiste spesso sulle radici cristiane dell'Europa, ricorda che il parlamento di Bruxelles ha già detto che quello in atto contro i cristiani è «un vero e proprio genocidio», ma il voto dell'assemblea non ha ottenuto gli effetti che doveva. «Ora basta», insiste Tajani.
Fi è l'unica, in questo momento, a difendere l'unità del centrodestra a livello nazionale. Matteo Salvini, malgrado gli scontri quotidiani con Luigi Di Maio e i suoi insiste nel dire di voler andare avanti con questo governo. E la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, spiega sul Secolo d'Italia che se alle elezioni europee il suo partito andrà bene potrebbe fare un governo solo con la Lega. A quel punto, l presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per lei «non avrebbe altra scelta che far votare».
Eppure, a livello locale la coalizione rimane unita. Il 26 maggio i tre partiti si presenteranno ognuno per suo conto alle europee, ma correranno uniti in Piemonte, a sostegno del candidato-governatore di Fi Alberto Cirio e così per le suppletive politiche del Trentino. Lì avranno lo stesso simbolo, che conterrà i rispettivi loghi storici e i nomi in primo piano di Berlusconi, Salvini e Meloni. Per i due collegi uninominali di Trento e valli del Noce e della Valsugana, rimasti vacanti dopo le dimissioni dei due esponenti leghisti, sosterranno due candidati sempre del Carroccio (sembra Martina Loss e Mauro Sutto).
Ma Fi e Fdi ora sono all'opposizione del governo Conte, di cui fa parte la Lega e tifano per la sua caduta. L'azzurro Maurizio Gasparri, sempre sulla linea garantista indicata dal Cav, dice che non serve il caso Siri per dire che il governo è pieno di incapaci, «un vero flagello per l'Italia». Poi, una stoccata anche ai «sindaci incapaci come la Raggi» e l'auspicio di «una riposta di centrodestra in parlamento o le urne».
Oggi i giochi si riaprono dopo le feste, con il Consiglio dei ministri sul decreto Crescita. Ma per l'ex presidente del Senato Renato Schifani, a Palazzo Chigi, in realtà, «ci sarà la rappresentazione plastica di un governo allo sbando, schiavo di un matrimonio innaturale».

Sondaggio Ipsos, la Lega sfiora il 37%. Frenata M5S: sono al 22,3%. Ma il Pd resta staccato

https://www.corriere.it/politica/19_aprile_20/sondaggio-ipsos-lega-sfiora-37percento-frenata-m5s-sono-223percento-ma-pd-resta-staccato-ba3eca7e-62d4-11e9-a7fc-361228882fb7.shtml?fbclid=IwAR1RDvmmnhDRUDDr0YV7h3uRSm-SqzT0B_8Dd2ytO21ZUgDJ8hV7lm7tk5M

Un elettore del Movimento Cinque Stelle su due non lo rivoterebbe





Sondaggio realizzato da Ipsos per «Corriere della Sera» presso un campione casuale nazionale rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne secondo genere, età, livello di scolarità, area geografica di residenza, dimensione del Comune di residenza. Sono state realizzate 1.000 interviste (su 5.384 contatti), condotte mediante mixed mode CATI/CAMI/CAWI tra il 2 e il 4 aprile 2019. Per dare stabilità alle stime pubblicate, i risultati presentati sono il prodotto di un'elaborazione basata, oltre che sulle 1000 interviste prima citate, su un archivio di circa 5.000 interviste svolte tra il 5 e il 28 marzo 2019. Il documento informativo completo riguardante il sondaggio sarà inviato ai sensi di legge, per la sua pubblicazione, al sito www.sondaggipoliticoelettorali.it.

Manca poco più di un mese all’appuntamento delle elezioni europee e gli orientamenti di voto degli italiani vanno consolidandosi: la Lega conferma il primato aumentando i consensi rispetto a due settimane fa e sfiorando il 37% (ma va precisato che le interviste del sondaggio odierno si sono concluse prima che venisse diffusa la notizia dell’indagine per corruzione del sottosegretario leghista Armando Siri), il M5s si attesta al secondo posto con il 22,3% (-1%), a seguire il Pd con il 18,7% (-0,3%), Forza Italia con l’8,7% (- 1,2%) e Fratelli d’Italia con il 4,6% (+0,6%). Le altre forze politiche appaiono lontane dalla soglia di sbarramento del 4%, con l’eccezione di +Europa insieme a Italia in comune che raggiungono il 3%.

Il partito di Salvini ha il vento in poppa, può contare su un’elevata fedeltà di voto (l’87% di coloro che hanno votato Lega alle elezioni politiche oggi intende confermare la propria scelta), su una forte capacità di attrazione di nuovi elettori, su un livello di fiducia molto elevato per il proprio leader (49,9%, secondo solo al premier Conte), su un clima molto favorevole, dato che un italiano su due (51%) pronostica l’affermazione della Lega alle europee, e su un elettorato molto motivato, infatti quasi 9 leghisti su 10 sono certi della vittoria del loro partito.

Il M5s dopo la crescita registrata nel precedente sondaggio fa segnare un assestamento. Indubbiamente la presa di distanza del leader Di Maio rispetto a Salvini su molti dei temi di stretta attualità politica ha giovato al movimento per recuperare consenso soprattutto tra coloro che lo ritenevano eccessivamente subalterno alla Lega, appellandosi a valori e tratti identitari, e per ridare morale agli elettori che per circa due terzi (62%) prevedono la vittoria alle Europee. L’analisi dei flussi elettorali rivela che il 52% di chi votò M5s nel 2018 confermerebbe il proprio voto, mentre all’incirca uno su quattro si astiene e il 18% sceglie la Lega. La strategia adottata consente quindi al movimento di evitare fughe a sinistra e di richiamare al voto i delusi, anche a rischio di mettere a repentaglio l’immagine di coesione del governo che, peraltro, continua a godere di un consenso elevato (52%). La controffensiva leghista non si è fatta attendere (fra le altre, le polemiche con la sindaca Raggi) e tutto fa credere che le tensioni continueranno fino al 26 maggio.

Il Pd fa segnare una lieve flessione, pur senza subire forti contraccolpi dall’inchiesta sulla sanità umbra che ha portato alle dimissioni della presidente Marini. I dem sembrano fare quadrato intorno al nuovo segretario Zingaretti, alle prese con un percorso di rigenerazione di un partito uscito malconcio alle elezioni politiche e con l’esigenza di rimotivare l’unico elettorato, tra le prime quattro forze politiche, rassegnato al successo altrui: infatti solo un elettore su quattro pensa che il Pd si affermerà mentre il 45% pronostica la vittoria della Lega.

Quanto a Forza Italia, i flussi elettorali mostrano l’emorragia verso il partito di Salvini (33% di coloro che hanno votato FI nel 2018) e una fedeltà di voto molto contenuta e inusuale per il partito di Berlusconi (44%) che da tempo ha ceduto il passo alla Lega nella leadership del centrodestra e sta lottando per raggiungere l’obiettivo del 10% dei voti. Tuttavia, la maggioranza gli elettori che intendono votare per Forza Italia alle Europee pronosticano senza indugio la vittoria del loro partito (57%) contro il 38% che si attende il successo della Lega. La candidatura di Berlusconi sembra quindi galvanizzare l’elettorato devoto, ma fatica ad attrarre nuovi elettori.

Dunque i giochi sono decisi? Difficile che con un vantaggio così ampio alla Lega possa sfuggire la vittoria, ma come di consueto le incognite sono due: il tasso di partecipazione al voto e l’ultima settimana della campagna elettorale. Riguardo all’affluenza, il sondaggio odierno evidenzia una lieve flessione dell’area grigia dell’astensione che si attesta al 41,8%, sostanzialmente in linea con il 41,3% delle precedenti Europee (escludendo gli elettori italiani all’estero). È probabile che un’affluenza più bassa possa favorire le forze politiche con caratteristiche più «identitarie», quindi più in grado di mobilitare i propri elettori, mentre un’affluenza più elevata avvantaggi chi è dato per vincente, grazie al voto d’opinione. A questo proposito, i messaggi dell’ultima settimana saranno molto importanti, tenuto conto che una quota rilevante di elettori decide se e cosa votare solo a ridosso della scadenza elettorale: basti pensare che alle ultime politiche circa un quarto degli elettori ha fatto le sue scelte negli ultimi sette giorni. Resta da capire che ruolo giocheranno i temi europei nella comunicazione politica dato che, paradossalmente, finora sono risultati pressoché assenti e i messaggi sono stati a dir poco generici.


Europee. Marine Le Pen. “Insieme a Matteo Salvini cambieremo l’Europa”

https://www.agenpress.it/notizie/2019/04/20/europee-marine-le-pen-insieme-a-matteo-salvini-cambieremo-leuropa/?fbclid=IwAR135kb2rlGwuZciG84Jv1Vbhos3uaJmXGpbFPlyX_uXIWISpvU7m28xetA




Agenpress – “Vincerò le elezioni e insieme a Matteo Salvini cambieremo l’Unione europea. Fino a poco tempo fa eravamo isolati. La scelta era tra sottometterci all’Unione europea, o lasciarla. Ora sono emersi movimenti politici che condividono la nostra visione, alcuni di loro sono addirittura al potere come in Italia. Quindi esiste l’opportunità storica di trasformare l’Ue dall’interno”.
Lo dice  Marine Le Pen, in un’intervista a Repubblica, spiegando che sull’unione dei sovranisti di aver incaricato “Matteo Salvini di avviare i contatti necessari per costituire il gruppo più grande possibile. Ci sta lavorando. Il risultato finale lo conosceremo solo dopo il voto, quando si passerà alla conta”. Ma Rassemblement National rischia di essere sotto quel 25% registrato alle europee del 2014. “Rispetto a cinque anni fa si è aggiunto un altro movimento politico, En Marche.  E comunque se non arriverò in testa alle europee sarà una delusione, lo ammetto. Ricordo però che dopo le presidenziali tutti ci davano per morti e sepolti. E invece non siamo messi poi così male”.

Torta tenerina

https://la.repubblica.it/cucina/ricetta/torta-tenerina-2/55079/?ref=fblk&fbclid=IwAR3X6-jZOYxFzxDqsZ4p2NBBSjlMx5qFW7A0cXSlcawhrgRXN6vOQoDQ6ME&refresh_ce

Torta tenerina


Torta tenerina. E' una delle torte al cioccolato più buone che esista. Morbida, tenera, profumata, non ce ne sono di eguali, una volta assaggiata vi rimarrà nel cuore.

La torta tenerina nasce a Ferrara, è la torta tipica della città, detta anche torta regina del Montenegro o Montenegrina in onore di Elena Petrovich del Montenegro moglie di Vittorio Emanuele III, è un dolce di forma arrotondata tipico del Ferrarese.. E' un dolce al cioccolato, buonissimo, morbido con un cuore leggermente crudo, che fa assaporare tutto il buono del cioccolato

Andrebbe spolverata di zucchero a velo, io non l'ho fatto.

FASE 1

Io per sciogliere il cioccolato uso la bastardella, tegame con il fondo arrotondato che si mette sopra ad un tegame più grande con acqua, che non tocca il fondo della pentola per evitare che il cioccolato si "bruci", aggiungete il burro e fate sciogliere tutto lentamente a fuoco dolce. Nel frattempo montate le uova, separate dagli albumi,  con metà zucchero e poi quando il cioccolato sciolto con il burro sarà tiepido aggiungetelo alla montata di uova e  zucchero e subito dopo la farina e il latte tiepido. Sbattete gli abumi a neve con l'altra parte di zucchero e quindi aggiungeteli al cioccolato con una spatola senza girare per non smontarli. Imburrate e infarinate una tortiera sganciabile di22 cm o rivestitela di carta forno e versateci l'impasto. Infornate a 170°C per 30 minuti. La torta tenerina deve riamanere quasi cruda all'interno.

sabato 20 aprile 2019

Cala la fiducia dei consumatori "È ai minimi dal 2017"

http://www.ilgiornale.it/news/economia/cala-fiducia-dei-consumatori-ai-minimi-2017-1682001.html?fbclid=IwAR36ae4NPgAmR_EEI2R6RIFH67HPHSBy6uiYa4C_djeY-hxOUQYmniAvFVk

Ad aprile l'indice del clima di fiducia dei consumatori cala per il terzo mese consecutivo, passando da 111,2 a 110,5: mai così male dall'agosto del 2017

Cala ancora ad aprile la fiducia nei consumatori: è in diminuzione per il terzo mese consecutivo, passando da 111,2 a 110,5.



















Secondo l'Istat si tratta di una dinamica negativa anche per l'indice composito del clima di fiducia delle imprese, che passa da 99,1 a 98,7.

L'indice di fiducia dei consumatori "è sceso ancora in aprile toccando il livello più basso nel periodo agosto 2017-aprile 2019", dice l'Istat, "I risultati delle indagini sulla fiducia delle imprese confermano la debolezza dell'attuale fase ciclica, pur lasciando intravedere qualche segnale positivo nei servizi e nelle costruzioni, dove migliorano le aspettative sugli ordini e la domanda".

Il calo dell'indice di fiducia dei consumatori, spiega l'istituro di statistica, riflette il deterioramento di tutte le sue componenti: il clima economico, personale e corrente registrano le flessioni più marcate mentre una diminuzione più contenuta si registra per il clima futuro. Più in dettaglio, il clima economico cala da 123,8 a 122,6, il clima personale passa da 106,8 a 105,9, il clima corrente scende da 107,8 a 106,9 e il clima futuro flette, seppure in modo lieve (da 115,9 a 115,6).

Con riferimento alle imprese, l'indice di fiducia diminuisce in quasi tutti i settori, ma con intensità diverse. Nella manifattura la flessione è lieve, con l'indice che passa da 100,8 a 100,6, nei servizi risulta più consistente (da 100,1 a 99,0) e nel commercio al dettaglio è più marcata (da 105,3 a 101,4). Fanno eccezione le costruzioni dove l'indice aumenta da 140,3 a 141,2. Per quanto riguarda le componenti dei climi di fiducia delle imprese, nella manifattura si rileva un peggioramento sia dei giudizi sugli ordini sia delle attese sulla produzione unitamente a una diminuzione del saldo relativo alle scorte di magazzino. Nelle costruzioni la dinamica positiva dell'indice riflette il miglioramento dei giudizi sul livello degli ordini. Nei servizi si deteriorano i giudizi sugli ordini e sull'andamento degli affari; invece si segnala un aumento delle attese sugli ordini. Con riferimento al commercio al dettaglio, il marcato calo dell'indice è la sintesi di un'evoluzione negativa sia dei giudizi sulle vendite, il cui saldo torna negativo per la prima volta da giugno 2018, sia delle relative attese; il saldo delle valutazioni sul livello delle giacenze diminuisce.



giovedì 18 aprile 2019

Ci hanno raccontato balle: inevitabile l'aumento dell'Iva

Si va verso lo spostamento di prodotti dall'aliquota del 10% al 22%. Scontro industriali-commercianti

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ci-hanno-raccontato-balle-inevitabile-laumento-delliva-1680709.html?fbclid=IwAR2_apxK0dh-dHk6aWq9WE6mX6oM3yQZ1K2jMssweQ5zPZlAzV6z9BVQV6w

Tutti sottoscrivono l'operazione verità del ministro Giovanni Tria. Giusto avere ridotto ai minimi termini la previsione sul Pil del 2019; inattaccabile quando limita al massimo la stima dell'impatto delle misure prese dal governo sulla crescita dell'economia.

Ma anche sulla conseguenza più probabile di questa situazione il consenso si sta allargando.

In sintesi, è impossibile, a questo punto evitare l'aumento dell'Iva. Magari parziale, limitato ad alcuni beni come trapela da qualche giorno da settori del governo. Oppure con passaggi di merci da una aliquota (quella intermedia agevolata al 10%), ad un altra (quella ordinaria oggi al 22%). Comunque la si metta è una stangata sui consumatori.

Ieri il presidente di Confindustria Francesco Boccia ha calato le carte su una posizione storica di viale dell'Astronomia. A favore di «una vera riforma fiscale che agevoli i cosiddetti produttori, imprese e lavoratori, quindi una operazione macro che non riguardi solo le clausole Iva». Giusto fare scattare le clausole di salvaguardia che prevedono l'aumento dell'Iva? «Evidentemente una parte sì. Una parte dei nostri settori non l'amerebbe, quelli legati al largo consumo, ma con un equilibrio sull'attenzione al mondo produttivo e alle fasce cosiddette deboli potrebbe essere una riforma che ha il suo perché».

Di parere opposto Confcommercio. «Non riteniamo molto prudente aprirsi oggi a qualsiasi ipotesi di incremento di imposte, seppure qualificato come parte di una più ampia riforma fiscale, in quanto le condizioni del quadro economico interno e internazionale richiedono di rassicurare famiglie e imprese subito sul completo disinnesco dei possibili incrementi delle imposte indirette».

Gli uffici del ministero dell'Economia stanno da tempo lavorando a una soluzione che possa apparire «equilibrata» e quindi accettabile dalla maggioranza M5s e Lega. Le ipotesi sono appunto quelle di inasprire l'imposta solo su alcune merci. Prodotti inquinanti o di lusso. Oppure lo spostamento di intere categorie da un'aliquota ad un altra, facendo salve solo quelle che rientrano in quella minore al 4% che si applica a beni come il pane.

Obiettivo: reperire almeno in parte i 23 miliardi di euro già contabilizzati nel Def come aumenti Iva. Il quadro dei conti pubblici ieri è emerso chiaramente nel corso del secondo giorno di audizioni parlamentari sul Def alle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato.

Senza aumento dell'Iva, il deficit «si collocherebbe meccanicamente al 3,4 per cento del prodotto nel 2020, al 3,3 nel 2021 e al 3,0 nel 2022», ha spiegato Eugenio Gaiotti, capo del dipartimento Economia e statistica di Bankitalia. Un quadro inaccettabile, che potrebbe aggravarsi se lo spread, e quindi la spesa per interessi, rimanesse su livelli alti come quelli attuali. Spazi di manovra nulli anche per la Corte dei Conti, che mette in guardia da «interventi disorganici» sul fisco, che rischiano di destabilizzare il sistema e punta il faro sul reddito di cittadinanza, che rischia di non centrare i suoi obiettivi.

L'Ufficio parlamentare di bilancio ha ricordato come nel 2020 serviranno 25 miliardi, che saliranno «a circa 36 miliardi nel 2021 per raggiungere circa 45 miliardi a fine periodo» senza contare le «ulteriori misure compensative» per la flat tax e la semplificazione del sistema fiscale. In altre parole, la flat tax è inimmaginabile senza aumento dell'Iva. Ma anche senza una riforma fiscale generosa, sarà difficile evitarlo.