Capitolo II
Sull'acquisizione di Dharma, Artha e Kama
L'uomo, il periodo della cui vita è cento anni, dovrebbe praticare Dharma, Artha e Kama in tempi diversi e in modo tale che essi possono essere in armonia tra loro e non scontrarsi in nessun modo. Egli dovrebbe acquisire imparando dalla sua infanzia, dalla sua giovinezza e dalla sua mezza età che egli dovrebbe occuparsi di Artha e Kama, e dalla vecchiaia che dovrebbe eseguire il Dharma, e così cercare di guadagnare il Moksha, liberarsi inoltre dalla trasmigrazione. Oppure, sul conto di un incertezza di vita, egli può praticarli nei tempi in cui essi sono comandati a essere praticati. Ma una cosa è da notare, egli dovrebbe condurre la vita di uno studente religioso finchè non finisce la sua educazione.
Dharma è l'obbedienza al comando del Shastra o sacro testo dell'Indù a fare certe cose, così come l'eseguzione dei sacrifici, che non sono generalmente fatti, perchè essi non appartengono a questo mondo e non producono effetti visibili. Il Dharma dovrebbe essere imparato dal Shruti (sacro testo) e da quelli che hanno dimestichezza con esso.
L'Artha è l'acquisizione di arti, terra, oro, bestiame, ricchezza, equipaggiamenti e amici. Esso è inoltre la protezione di ciò che si è acquisito e l'incremento di ciò che è protetto. L'Artha dovrebbe essere imparato dagli ufficiali del re e dai mercanti che possono essere esperti nei modi di commercio.
Il Kama è il divertimento di appropriati oggetti dai cinque sensi dell'udito, del tatto, della vista, del gusto e dell'olfatto, assistiti dalla mente insieme con l'anima. L'ingrediente in questo è un peculiare contatto tra l'organo di senso e il suo oggetto, e la consapevolezza del piacere che deriva da questo contato è chiamata Kama. Il Kama è da imparare dal Kama Sutra (Aforismi sull'amore) e dalla pratica dei cittadini.
Quando tutti e tre, Dharma, Artha e Kama, vengono insieme, il primo è migliore di quello che lo segue, Dharma è migliore di Artha, e Artha è migliore di Kama. Ma Artha dovrebbe sempre essere prima praticato dal re per il sostentamento degli uomini che è da esser ottenuto solo da esso. Ancora, Kama essendo l'occupazione delle donne del popolo, esse dovrebbero preferire questo agli altri due, e queste sono le eccezioni alla regola generale.
Obbiezione 1
Alcuni uomini istruiti dicono che siccome il Dharma è connesso con cose che non appartengono a questo mondo, esso è appropriamente trattato in un libro, e così è anche l'Artha perchè esso è praticato solo con l'applicazione di propri mezzi e una conoscenza di quei mezzi può solo essere ottenuta dallo studio e dai libri. Ma il Kama essendo una cosa che è praticata sempre dalla bruta creazione e che è stato trovato ovunque, non vuole alcuna opera sul tema.
Risposta
Questo non è così. Il rapporto sessuale essendo una cosa dipendente dall'uomo e dalla donna richiede l'applicazione di propri mezzi e quei mezzi sono stati imparati dal Kama Shastra. La non applicazione dei propri mezzi che noi vediamo nella bruta creazione, è causato dal loro essere sfrenati, e dalle femmine tra loro solo essendo adatte al rapporto sessuale a certe stagioni e non più, e dal loro rapporto non essendo preceduto da qualsiasi tipo di pensiero.
Obbiezione2
I Lokayatikas dicono: le ordinanze religiose non dovrebbero essere ascoltate, per loro portano un frutto futuro, e allo steso tempo esso è anche pieno di dubbi se loro non porteranno alcun frutto a tutti. Cosa una persona sciocca darà via che è nelle sue mani nelle mani di un altro? D'altronde è meglio avere un piccione oggi che un pavone domani; e una moneta di rame che abbiamo la certezza di ottenere è meglio di una moneta d'oro il cui possesso è pieno di dubbi.
Risposta
Non è così.
Primo. Il testo sacro che ordina la pratica del Dharma non ammette alcun dubbio.
Secondo. I sacrifici come quelli fatti per la distruzione dei nemici o per la caduta della pioggia, sono stati visti portare frutto.
Terzo. Il sole, la luna, le stelle, i pianeti e gli altri corpi celesti appaiono al lavoro intenzionalmente per il bene del mondo.
Quarto. L'esistenza di questo mondo è causata dall'osservanza delle leggi che rispettano le quattro classi di uomini e i loro quattro stati di vita.
Quinto. Noi vediamo che il seme è gettato nella terra con la speranza di futuri raccolti.
Vatsyayana è dunque dell'opinione che gli ordinamenti della religione devono essere obbediti.
Obiezione 3
Qyelli che credono che il destino è il primo motore di tutte le cose dicono: Noi non dovremmo esercitare noi stessi ad acquisire riccchezza, per qualche volta non si acquisisce sebbene noi ci sforziamo per ottenerla, mentre altere volte viene a noi essa stessa senza alcuna applicazione della nostra parte. Ogni cosa è dunque nella potenza del destino, che è il signore di guadagno e di perdita, di successo e di sconfitta, di piacere e di dolore. Così noi vediamo che Bali fu alzata al trono d'Indra dal destino e fu anche buttata giu dallo stesso potere, ed è il destino solo che chiamano a ripristinarlo.
Risposta
Non è giusto dire così. Come l'acquisizione di ogni oggetto presuppone in tutti gli eventi uno sforzo da parte dell'uomo, l'applicazione dei propri mezzi si può dire essere la causa del guadagnare in tutti nostri fini, e questa applicazione dei propri mezzi essendo così necessaria (sempre dove una cosa è destinata ad accadere) segue che una persona che non fa niente non godrà di nessuna felicità.
Obbiezione 4
Quelli che sono inclini a pensare che Artha sia l'oggetto principale per ottenere così un sostenere. I piaceri non dovrebbero essere richiesti perchè essi sono ostacolati dalla pratica di Dharma e Artha, che sono entrambi superiori ad essi e sono anche disprezzati dalle persone meritevoli. I piaceri anche portano l'uomo all'angoscia e al contatto con le persone basse; essi gli causano di commettere atti ingiusti e producono impurità in lui; essi lo rendono senza riguardo per il futuro e incoraggiano disattenzione e leggerezza. E per ultimo essi gli causano di essere non creduto da tutti, ricevuto da nessuno e dispezzato da tutti, includendo lui stesso. E' noto inoltre che molti uomini che hanno dato loro stessi al solo piacere, hanno rovinato le loro famiglie e le loro relazioni. Così il re Dandakya della dinastia Bhoja, portò via una figlia di Brahman con cattivo intento e fu alla fine rovinato e perse il suo regno. Indra, anche, che aveva violato la castità di Ahalya, fu fatto soffrire per questo. In modo analogo i potenti Kichaka, che provò a sedurre Draupadi, e Ravana, che cercò di guadagnare più di Sita, furono puniti per i loro crimini. Questi e molti altri caddero nalla ragione dei loro piaceri.
Risposta
Questa obbiezione non può essere sostenuta, i piaceri, essendo necessari per l'esistenza ed essendo un bene per il corpo come il cibo, sono di conseguenza ugualmente necessari. Essi sono inolte i risultati di Dharma e Artha. I piaceri sono quindi da seguire con moderazione e cautela. Nessuno si astiene dal cucinare cibo perchè ci sono furfanti che lo chiedono, o dal seminare le sementi perchè ci sono cervi che distruggono il grano quando è cresciuto.
Così un uomo praticando Dharma, Artha e Kama gode di felicità sia in questo mondo che nel mondo che verrà. Il bene eseguire quelle azioni in cui non c'è paura per quanto riguarda ciò che sarà risultato da esse nel prossimo mondo, e in cui non c'è pericolo per il loro benessere. qualsiasi azione che conduce alla pratica di Dharma, Artha e Kama insieme, o di due qualsiasi, o anche di uno solo di essi, dovrebbe essere eseguita, ma un'azione che conduce alla pratica di uno di essi a spese dei due rimanenti non dovrebbe essere eseguita.
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