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giovedì 15 aprile 2010

The Kama Sutra of Vatsyayana

Parte I: La Sutra Vatsyayana
Capitolo I
Prefazione introduttiva: Saluto di Dharma, Artha e Kama

All'inizio il Signore degli esseri creò gli uomini e le donne, e in forma di comandamenti in un centomila capitoli ha stabilito le leggi per regolere la loro esistenza per quanto riguarda Dharma, Artha e Kama. Alcuni di questi comandamenti, cioè quelli che trattano del Dharma, furono scritti separatamente da Swayambhu Manu; quelli relativi ad Artha furono compilati da Brihaspati; e quelli riferiti al Kama furono esposti da Nandi, il successore di Mahadeva, in mille capitoli.
Ora questi Kama Sutra (Aforismi sull'amore), scritti da Nandi in mille capitoli, furono riprodotti da Shvetaketu, il figlio di Uddvalaka, in una forma abbreviata in cinquecento capitoli, e questa opera fu di nuovo ugualmente riprodotta in una forma ridotta in centocinquanta capitoli da Babhravya, un successore del paese di Punchala (a sud di Delhi). Questi centocinquanta capitoli furono poi raggruppati sotto sette guide o parti, chiamate singolarmente:
1-Sadharana (temi in generale)
2-Samprayogika (abbracci, ecc.)
3-Kanya Samprayuktaka (unione di maschi e femmine)
4-Bharyadhikarika (su la moglie di uno)
5-Paradika (sulle mogli degli altri)
6-Vaisika (su cortigiane)
7-Aupamishadika (sulle arti della seduzione, i medicinali stimolanti, ecc.)
La sesta parte di questa ultima opera fu separatamente esposta da Dattaka alla richiesta delle donne del popolo di Pataliputra (Patna) e allo stesso modo Charayana spiegò la prima parte di essa. Le parti rimanenti, cioè la seconda, la terza, la quarta, la quinta e la settima, furono separatamente ognuna esposta rispettivamente da:
-Suvarnanabha (seconda parte)
-Ghotakamukha (terza parte)
-Gonardiya (quarta parte)
-Gonikaputra (quinta parte)
-Kuchumara (settima parte)
Così l'opera essendo scritta in parti da diversi autori fu quasi non ottenibile e, come le parti che furono esposte da Dattaka e dagli altri trattavano solo delle particolari branche del tema relativo a ogni parte, e inoltre come l'opera originale di Babhravya era difficile che venisse ordinata sul conto della sua lunghezza, Vatsyayana, dunque, compose la sua opera in un piccolo volume come un estratto di tutte le opere degli autori sopra nominati.

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