Capitolo II
Sull'acquisizione di Dharma, Artha e Kama
L'uomo, il periodo della cui vita è cento anni, dovrebbe praticare Dharma, Artha e Kama in tempi diversi e in modo tale che essi possono essere in armonia tra loro e non scontrarsi in nessun modo. Egli dovrebbe acquisire imparando dalla sua infanzia, dalla sua giovinezza e dalla sua mezza età che egli dovrebbe occuparsi di Artha e Kama, e dalla vecchiaia che dovrebbe eseguire il Dharma, e così cercare di guadagnare il Moksha, liberarsi inoltre dalla trasmigrazione. Oppure, sul conto di un incertezza di vita, egli può praticarli nei tempi in cui essi sono comandati a essere praticati. Ma una cosa è da notare, egli dovrebbe condurre la vita di uno studente religioso finchè non finisce la sua educazione.
Dharma è l'obbedienza al comando del Shastra o sacro testo dell'Indù a fare certe cose, così come l'eseguzione dei sacrifici, che non sono generalmente fatti, perchè essi non appartengono a questo mondo e non producono effetti visibili. Il Dharma dovrebbe essere imparato dal Shruti (sacro testo) e da quelli che hanno dimestichezza con esso.
L'Artha è l'acquisizione di arti, terra, oro, bestiame, ricchezza, equipaggiamenti e amici. Esso è inoltre la protezione di ciò che si è acquisito e l'incremento di ciò che è protetto. L'Artha dovrebbe essere imparato dagli ufficiali del re e dai mercanti che possono essere esperti nei modi di commercio.
Il Kama è il divertimento di appropriati oggetti dai cinque sensi dell'udito, del tatto, della vista, del gusto e dell'olfatto, assistiti dalla mente insieme con l'anima. L'ingrediente in questo è un peculiare contatto tra l'organo di senso e il suo oggetto, e la consapevolezza del piacere che deriva da questo contato è chiamata Kama. Il Kama è da imparare dal Kama Sutra (Aforismi sull'amore) e dalla pratica dei cittadini.
Quando tutti e tre, Dharma, Artha e Kama, vengono insieme, il primo è migliore di quello che lo segue, Dharma è migliore di Artha, e Artha è migliore di Kama. Ma Artha dovrebbe sempre essere prima praticato dal re per il sostentamento degli uomini che è da esser ottenuto solo da esso. Ancora, Kama essendo l'occupazione delle donne del popolo, esse dovrebbero preferire questo agli altri due, e queste sono le eccezioni alla regola generale.
Obbiezione 1
Alcuni uomini istruiti dicono che siccome il Dharma è connesso con cose che non appartengono a questo mondo, esso è appropriamente trattato in un libro, e così è anche l'Artha perchè esso è praticato solo con l'applicazione di propri mezzi e una conoscenza di quei mezzi può solo essere ottenuta dallo studio e dai libri. Ma il Kama essendo una cosa che è praticata sempre dalla bruta creazione e che è stato trovato ovunque, non vuole alcuna opera sul tema.
Risposta
Questo non è così. Il rapporto sessuale essendo una cosa dipendente dall'uomo e dalla donna richiede l'applicazione di propri mezzi e quei mezzi sono stati imparati dal Kama Shastra. La non applicazione dei propri mezzi che noi vediamo nella bruta creazione, è causato dal loro essere sfrenati, e dalle femmine tra loro solo essendo adatte al rapporto sessuale a certe stagioni e non più, e dal loro rapporto non essendo preceduto da qualsiasi tipo di pensiero.
Obbiezione2
I Lokayatikas dicono: le ordinanze religiose non dovrebbero essere ascoltate, per loro portano un frutto futuro, e allo steso tempo esso è anche pieno di dubbi se loro non porteranno alcun frutto a tutti. Cosa una persona sciocca darà via che è nelle sue mani nelle mani di un altro? D'altronde è meglio avere un piccione oggi che un pavone domani; e una moneta di rame che abbiamo la certezza di ottenere è meglio di una moneta d'oro il cui possesso è pieno di dubbi.
Risposta
Non è così.
Primo. Il testo sacro che ordina la pratica del Dharma non ammette alcun dubbio.
Secondo. I sacrifici come quelli fatti per la distruzione dei nemici o per la caduta della pioggia, sono stati visti portare frutto.
Terzo. Il sole, la luna, le stelle, i pianeti e gli altri corpi celesti appaiono al lavoro intenzionalmente per il bene del mondo.
Quarto. L'esistenza di questo mondo è causata dall'osservanza delle leggi che rispettano le quattro classi di uomini e i loro quattro stati di vita.
Quinto. Noi vediamo che il seme è gettato nella terra con la speranza di futuri raccolti.
Vatsyayana è dunque dell'opinione che gli ordinamenti della religione devono essere obbediti.
Obiezione 3
Qyelli che credono che il destino è il primo motore di tutte le cose dicono: Noi non dovremmo esercitare noi stessi ad acquisire riccchezza, per qualche volta non si acquisisce sebbene noi ci sforziamo per ottenerla, mentre altere volte viene a noi essa stessa senza alcuna applicazione della nostra parte. Ogni cosa è dunque nella potenza del destino, che è il signore di guadagno e di perdita, di successo e di sconfitta, di piacere e di dolore. Così noi vediamo che Bali fu alzata al trono d'Indra dal destino e fu anche buttata giu dallo stesso potere, ed è il destino solo che chiamano a ripristinarlo.
Risposta
Non è giusto dire così. Come l'acquisizione di ogni oggetto presuppone in tutti gli eventi uno sforzo da parte dell'uomo, l'applicazione dei propri mezzi si può dire essere la causa del guadagnare in tutti nostri fini, e questa applicazione dei propri mezzi essendo così necessaria (sempre dove una cosa è destinata ad accadere) segue che una persona che non fa niente non godrà di nessuna felicità.
Obbiezione 4
Quelli che sono inclini a pensare che Artha sia l'oggetto principale per ottenere così un sostenere. I piaceri non dovrebbero essere richiesti perchè essi sono ostacolati dalla pratica di Dharma e Artha, che sono entrambi superiori ad essi e sono anche disprezzati dalle persone meritevoli. I piaceri anche portano l'uomo all'angoscia e al contatto con le persone basse; essi gli causano di commettere atti ingiusti e producono impurità in lui; essi lo rendono senza riguardo per il futuro e incoraggiano disattenzione e leggerezza. E per ultimo essi gli causano di essere non creduto da tutti, ricevuto da nessuno e dispezzato da tutti, includendo lui stesso. E' noto inoltre che molti uomini che hanno dato loro stessi al solo piacere, hanno rovinato le loro famiglie e le loro relazioni. Così il re Dandakya della dinastia Bhoja, portò via una figlia di Brahman con cattivo intento e fu alla fine rovinato e perse il suo regno. Indra, anche, che aveva violato la castità di Ahalya, fu fatto soffrire per questo. In modo analogo i potenti Kichaka, che provò a sedurre Draupadi, e Ravana, che cercò di guadagnare più di Sita, furono puniti per i loro crimini. Questi e molti altri caddero nalla ragione dei loro piaceri.
Risposta
Questa obbiezione non può essere sostenuta, i piaceri, essendo necessari per l'esistenza ed essendo un bene per il corpo come il cibo, sono di conseguenza ugualmente necessari. Essi sono inolte i risultati di Dharma e Artha. I piaceri sono quindi da seguire con moderazione e cautela. Nessuno si astiene dal cucinare cibo perchè ci sono furfanti che lo chiedono, o dal seminare le sementi perchè ci sono cervi che distruggono il grano quando è cresciuto.
Così un uomo praticando Dharma, Artha e Kama gode di felicità sia in questo mondo che nel mondo che verrà. Il bene eseguire quelle azioni in cui non c'è paura per quanto riguarda ciò che sarà risultato da esse nel prossimo mondo, e in cui non c'è pericolo per il loro benessere. qualsiasi azione che conduce alla pratica di Dharma, Artha e Kama insieme, o di due qualsiasi, o anche di uno solo di essi, dovrebbe essere eseguita, ma un'azione che conduce alla pratica di uno di essi a spese dei due rimanenti non dovrebbe essere eseguita.
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venerdì 16 aprile 2010
giovedì 15 aprile 2010
The Kama Sutra of Vatsyayana
Parte I: La Sutra Vatsyayana
Capitolo I
Prefazione introduttiva: Saluto di Dharma, Artha e Kama
All'inizio il Signore degli esseri creò gli uomini e le donne, e in forma di comandamenti in un centomila capitoli ha stabilito le leggi per regolere la loro esistenza per quanto riguarda Dharma, Artha e Kama. Alcuni di questi comandamenti, cioè quelli che trattano del Dharma, furono scritti separatamente da Swayambhu Manu; quelli relativi ad Artha furono compilati da Brihaspati; e quelli riferiti al Kama furono esposti da Nandi, il successore di Mahadeva, in mille capitoli.
Ora questi Kama Sutra (Aforismi sull'amore), scritti da Nandi in mille capitoli, furono riprodotti da Shvetaketu, il figlio di Uddvalaka, in una forma abbreviata in cinquecento capitoli, e questa opera fu di nuovo ugualmente riprodotta in una forma ridotta in centocinquanta capitoli da Babhravya, un successore del paese di Punchala (a sud di Delhi). Questi centocinquanta capitoli furono poi raggruppati sotto sette guide o parti, chiamate singolarmente:
1-Sadharana (temi in generale)
2-Samprayogika (abbracci, ecc.)
3-Kanya Samprayuktaka (unione di maschi e femmine)
4-Bharyadhikarika (su la moglie di uno)
5-Paradika (sulle mogli degli altri)
6-Vaisika (su cortigiane)
7-Aupamishadika (sulle arti della seduzione, i medicinali stimolanti, ecc.)
La sesta parte di questa ultima opera fu separatamente esposta da Dattaka alla richiesta delle donne del popolo di Pataliputra (Patna) e allo stesso modo Charayana spiegò la prima parte di essa. Le parti rimanenti, cioè la seconda, la terza, la quarta, la quinta e la settima, furono separatamente ognuna esposta rispettivamente da:
-Suvarnanabha (seconda parte)
-Ghotakamukha (terza parte)
-Gonardiya (quarta parte)
-Gonikaputra (quinta parte)
-Kuchumara (settima parte)
Così l'opera essendo scritta in parti da diversi autori fu quasi non ottenibile e, come le parti che furono esposte da Dattaka e dagli altri trattavano solo delle particolari branche del tema relativo a ogni parte, e inoltre come l'opera originale di Babhravya era difficile che venisse ordinata sul conto della sua lunghezza, Vatsyayana, dunque, compose la sua opera in un piccolo volume come un estratto di tutte le opere degli autori sopra nominati.
Capitolo I
Prefazione introduttiva: Saluto di Dharma, Artha e Kama
All'inizio il Signore degli esseri creò gli uomini e le donne, e in forma di comandamenti in un centomila capitoli ha stabilito le leggi per regolere la loro esistenza per quanto riguarda Dharma, Artha e Kama. Alcuni di questi comandamenti, cioè quelli che trattano del Dharma, furono scritti separatamente da Swayambhu Manu; quelli relativi ad Artha furono compilati da Brihaspati; e quelli riferiti al Kama furono esposti da Nandi, il successore di Mahadeva, in mille capitoli.
Ora questi Kama Sutra (Aforismi sull'amore), scritti da Nandi in mille capitoli, furono riprodotti da Shvetaketu, il figlio di Uddvalaka, in una forma abbreviata in cinquecento capitoli, e questa opera fu di nuovo ugualmente riprodotta in una forma ridotta in centocinquanta capitoli da Babhravya, un successore del paese di Punchala (a sud di Delhi). Questi centocinquanta capitoli furono poi raggruppati sotto sette guide o parti, chiamate singolarmente:
1-Sadharana (temi in generale)
2-Samprayogika (abbracci, ecc.)
3-Kanya Samprayuktaka (unione di maschi e femmine)
4-Bharyadhikarika (su la moglie di uno)
5-Paradika (sulle mogli degli altri)
6-Vaisika (su cortigiane)
7-Aupamishadika (sulle arti della seduzione, i medicinali stimolanti, ecc.)
La sesta parte di questa ultima opera fu separatamente esposta da Dattaka alla richiesta delle donne del popolo di Pataliputra (Patna) e allo stesso modo Charayana spiegò la prima parte di essa. Le parti rimanenti, cioè la seconda, la terza, la quarta, la quinta e la settima, furono separatamente ognuna esposta rispettivamente da:
-Suvarnanabha (seconda parte)
-Ghotakamukha (terza parte)
-Gonardiya (quarta parte)
-Gonikaputra (quinta parte)
-Kuchumara (settima parte)
Così l'opera essendo scritta in parti da diversi autori fu quasi non ottenibile e, come le parti che furono esposte da Dattaka e dagli altri trattavano solo delle particolari branche del tema relativo a ogni parte, e inoltre come l'opera originale di Babhravya era difficile che venisse ordinata sul conto della sua lunghezza, Vatsyayana, dunque, compose la sua opera in un piccolo volume come un estratto di tutte le opere degli autori sopra nominati.
lunedì 12 aprile 2010
The Kama Sutra of Vatsyayana
Introduzione
Può essere interessante per alcune persone sapere come avvenne che Vatsyayana fu il primo a essere portato alla luce e tradotto in lingua inglese. Ciò accadde così. Mentre veniva tradotto da esperti Anunga Runga o La fase dell'amore, fu trovato frequentemente un riferimento fatto a un certo Vatsya. Il saggio Vatsya era di questa opinione o di quella opinione. Il saggio Vatsya diceva questo e così via. Naturally erano state fatte domande su di chi era il saggio, e gli esperti risposero che Vtsya era l'autore dell'opera standard sull'amore nella letteratura sanscrita, che la libreria sanscrita non era completa senza la sua opera e che ora era molto difficile ottenerla nel suo stato completo. La copia del manoscritto ottenuta a Bombay era imperfetta e così gli esperti scrissero a Benares, Calcutta e Jeypoor per le copie del manoscritto dalle librerie sanscrite di quei posti. Dopo che furono ottenute le copie, esse vennero confrontate tra di loro e con l'aiuto di un commentario chiamato "Jayamangla" una copia corretta dell'intero manoscritto fu preparata e da questa copia fu fatta la traduzione in inglese. Il seguente è il certificato del capo esperto:
"Il manoscritto di accompagnamento è stato corretto da me dopo aver confrontato quattro diverse versioni dell'opera. Io ho avuto l'aiuto di un commentario chiamato "Jayamangla" per correggere la porzione nelle prime cinque parti, ma trovando grande difficoltà nel correggere la porzione rimanente perchè, con l'eccezione di una sola copia di questa che era totalmente corretta, tutte le altre copie che io ho avuto erano troppo sbagliate. Tuttavia ho considerato come corretta quella porzione in cui la maggior parte delle opere concordavano tra loro."
Gli Aforimi sull'amore di Vatsyayana contengono circa milleduecentocinquanta slokas o versi, e sono divisi in parti, le parti in capitoli e i capitoli in paragrafi. Il tutto consiste in sette parti, trentasei capitoli e sessantaquattro paragrafi. A mala pena si conosce qualcosa sull'autore. Il suo vero nome si suppone essere Mallinaga o Mrillana, essendo Vatsyayana il nome della sua famiglia. Alla fine dell'opera questo è ciò che che egli scrive di se stesso:
"Dopo aver letto e considerato le opere di Babhravya e altri antichi autori, e avendo pensato al significato delle leggi date da loro, questo trattato fu composto, secondo i precetti del sacro testo, per il bene del mondo, da Vatsyayana, mentre conduceva la vita di uno studente religioso a Benares e completamente occupato nella contemplazione della divinità. Questa opera non può essere usata solamente come strumento per soddisfare i nostri desieri. Una persona informata dei veri principi di questa scienza, che preserva il suo Dharma (virtù o merito religioso), la sua Artha (ricchezza materiale) e il suo Kama (piacere o gratificazione sessuale), e che ha rispetto per le abitudini delle persone, è sicura di ottenere il controllo sui suoi sensi. In breve una persona intelligente e che conosce seguendo Dharma e Artha e anche Kama, senza diventare schiavo delle sue passioni, otterrà successo in ogni cosa che egli può fare."
E' impossibile fissare una data esatta sia della vita di Vatsyayana che della sua opera. Si suppone che egli deve aver vissuto tra il primo e il sesto secolo dell'era cristiana, per i seguenti motivi. Egli afferma che Satakarni Satavahana, un re di Kuntal, uccise sua moglie Malayevati con uno strumento chiamato kartari colpendola nella passione d'amore, e Vatsya cita questo caso per avvertire le persone del pericolo derivante da qualche vecchio costume di colpire le donne quando sono sotto l'influenza di questa passione. Ora si crede che questo re di Kuntal abbia vissuto e regnato durante il primo secolo dopo Cristo, e di conseguenza Vatsya deve aver vissuto dopo di lui. D'altra parte, Virahamihira, nel diciottesimo capitolo del suo Brihatsanhita, tratta della scienza dell'amore e pare aver preso in prestito gran parte da Vatsyayana sul tema. Ora Virahamihira si dice sia vissuto durante il sesto secolo dopo Cristo, e come Vtasya deve avere scritto la sua opera precedentemente, quindi non prima del primo secolo dopo Cristo e non dopo il sesto secolo dopo Cristo, deve essare considerata come la data approssimativa della sua esitenza.
Sul testo di Aforismi sull'amore di Vatsyayana sono stati trovati solo due commentari. Uno chiamato "Jayamangla" o "Sutrabashya" e l'altro "Sutra vritti". La data del "Jayamangla" è fissata tra il decimo e il tredicesimo secolo dopo Cristo perchè mentre tratta delle sessantaquattro arti un esenpio è preso dal Kavyaprakasha che fu scritto attorno al decimo secolo dopo Cristo. Ancora la copia del commentario procurata era evidentemente un trascritto di un manoscritto che una volta aveva un posto nella libreria di un re Chaulukyan chiamato Vishaladeva, un fatto ricavato dalla seguente sentenza alla fine di esso.
"Qui finisce la parte relativa all'arte dell'amore nel commentario sul Vatsyayana Kama Sutra,una copia dalla libreria del re dei re Vishaladeva, che era un potente eroe, come se fosse un secondo Arjuna, e capo gioiello della famiglia Chaulukya."
Ora si sa bene che questo re governò in Guzerat dal 1244 al 1262 d.C. e fondò una città chiamata Visalnagur. La data del commentario quindi è considerata essere non prima del decimo e non dopo il tredicesimo secolo. L'autore di esso si suppone essere un certo Yashodhara, il nome dato dal suo precettore che era Indrapada. Sembra che egli l'abbia scritto durante il periodo di dolore causato dalla separazione da una donna intelligente e furba, quanto meno quello che lui stesso diceva alla fine di ogni capitolo. Si presume che egli diede il nome alla sua opera dopo il nome della sua amanta assente oppure l'opera può avere qualche connessione con il significato del suo nome.
Questo commentario fu molto utile a spiegare il vero significato di Vatsyayana, per il commentatore pare aver avuto una considerevole conoscenza del tempo del vecchio autore, e da in qualche posto informazioni molto esatte. Qusto non si può dire dell'altro commentari "Sutra vritti" che fuscritto attorno al 1789 d.C. da Narsing Shastri a un pupillo di un Sarveshwar Shastri; l'ultimo fu un discendente di Bhaskur, e così fu anche il nostro autore poiche alla fine di ogni parte chiama se stesso Bhaskur Narsin Shastri. Egli fu indotto a scrivere l'opera dall'ordine dell'istruito Raja Vrijalala, mentre egli era residente in Benares, ma come per i meriti del suo commenterio non potè quadaganre molto elogio. In molti casi lo scrittore non pare aver capito il significato dell'autore originale e ha cambiato il testo in molti posti per adattarlo alla sua spiegazione.
Segue ora una completa traduzione del lavoro originale. Essa è stata preparata in completa conformità con il testo del manoscritto ed è data senza aggiunta di commenti come fatta da esso.
Può essere interessante per alcune persone sapere come avvenne che Vatsyayana fu il primo a essere portato alla luce e tradotto in lingua inglese. Ciò accadde così. Mentre veniva tradotto da esperti Anunga Runga o La fase dell'amore, fu trovato frequentemente un riferimento fatto a un certo Vatsya. Il saggio Vatsya era di questa opinione o di quella opinione. Il saggio Vatsya diceva questo e così via. Naturally erano state fatte domande su di chi era il saggio, e gli esperti risposero che Vtsya era l'autore dell'opera standard sull'amore nella letteratura sanscrita, che la libreria sanscrita non era completa senza la sua opera e che ora era molto difficile ottenerla nel suo stato completo. La copia del manoscritto ottenuta a Bombay era imperfetta e così gli esperti scrissero a Benares, Calcutta e Jeypoor per le copie del manoscritto dalle librerie sanscrite di quei posti. Dopo che furono ottenute le copie, esse vennero confrontate tra di loro e con l'aiuto di un commentario chiamato "Jayamangla" una copia corretta dell'intero manoscritto fu preparata e da questa copia fu fatta la traduzione in inglese. Il seguente è il certificato del capo esperto:
"Il manoscritto di accompagnamento è stato corretto da me dopo aver confrontato quattro diverse versioni dell'opera. Io ho avuto l'aiuto di un commentario chiamato "Jayamangla" per correggere la porzione nelle prime cinque parti, ma trovando grande difficoltà nel correggere la porzione rimanente perchè, con l'eccezione di una sola copia di questa che era totalmente corretta, tutte le altre copie che io ho avuto erano troppo sbagliate. Tuttavia ho considerato come corretta quella porzione in cui la maggior parte delle opere concordavano tra loro."
Gli Aforimi sull'amore di Vatsyayana contengono circa milleduecentocinquanta slokas o versi, e sono divisi in parti, le parti in capitoli e i capitoli in paragrafi. Il tutto consiste in sette parti, trentasei capitoli e sessantaquattro paragrafi. A mala pena si conosce qualcosa sull'autore. Il suo vero nome si suppone essere Mallinaga o Mrillana, essendo Vatsyayana il nome della sua famiglia. Alla fine dell'opera questo è ciò che che egli scrive di se stesso:
"Dopo aver letto e considerato le opere di Babhravya e altri antichi autori, e avendo pensato al significato delle leggi date da loro, questo trattato fu composto, secondo i precetti del sacro testo, per il bene del mondo, da Vatsyayana, mentre conduceva la vita di uno studente religioso a Benares e completamente occupato nella contemplazione della divinità. Questa opera non può essere usata solamente come strumento per soddisfare i nostri desieri. Una persona informata dei veri principi di questa scienza, che preserva il suo Dharma (virtù o merito religioso), la sua Artha (ricchezza materiale) e il suo Kama (piacere o gratificazione sessuale), e che ha rispetto per le abitudini delle persone, è sicura di ottenere il controllo sui suoi sensi. In breve una persona intelligente e che conosce seguendo Dharma e Artha e anche Kama, senza diventare schiavo delle sue passioni, otterrà successo in ogni cosa che egli può fare."
E' impossibile fissare una data esatta sia della vita di Vatsyayana che della sua opera. Si suppone che egli deve aver vissuto tra il primo e il sesto secolo dell'era cristiana, per i seguenti motivi. Egli afferma che Satakarni Satavahana, un re di Kuntal, uccise sua moglie Malayevati con uno strumento chiamato kartari colpendola nella passione d'amore, e Vatsya cita questo caso per avvertire le persone del pericolo derivante da qualche vecchio costume di colpire le donne quando sono sotto l'influenza di questa passione. Ora si crede che questo re di Kuntal abbia vissuto e regnato durante il primo secolo dopo Cristo, e di conseguenza Vatsya deve aver vissuto dopo di lui. D'altra parte, Virahamihira, nel diciottesimo capitolo del suo Brihatsanhita, tratta della scienza dell'amore e pare aver preso in prestito gran parte da Vatsyayana sul tema. Ora Virahamihira si dice sia vissuto durante il sesto secolo dopo Cristo, e come Vtasya deve avere scritto la sua opera precedentemente, quindi non prima del primo secolo dopo Cristo e non dopo il sesto secolo dopo Cristo, deve essare considerata come la data approssimativa della sua esitenza.
Sul testo di Aforismi sull'amore di Vatsyayana sono stati trovati solo due commentari. Uno chiamato "Jayamangla" o "Sutrabashya" e l'altro "Sutra vritti". La data del "Jayamangla" è fissata tra il decimo e il tredicesimo secolo dopo Cristo perchè mentre tratta delle sessantaquattro arti un esenpio è preso dal Kavyaprakasha che fu scritto attorno al decimo secolo dopo Cristo. Ancora la copia del commentario procurata era evidentemente un trascritto di un manoscritto che una volta aveva un posto nella libreria di un re Chaulukyan chiamato Vishaladeva, un fatto ricavato dalla seguente sentenza alla fine di esso.
"Qui finisce la parte relativa all'arte dell'amore nel commentario sul Vatsyayana Kama Sutra,una copia dalla libreria del re dei re Vishaladeva, che era un potente eroe, come se fosse un secondo Arjuna, e capo gioiello della famiglia Chaulukya."
Ora si sa bene che questo re governò in Guzerat dal 1244 al 1262 d.C. e fondò una città chiamata Visalnagur. La data del commentario quindi è considerata essere non prima del decimo e non dopo il tredicesimo secolo. L'autore di esso si suppone essere un certo Yashodhara, il nome dato dal suo precettore che era Indrapada. Sembra che egli l'abbia scritto durante il periodo di dolore causato dalla separazione da una donna intelligente e furba, quanto meno quello che lui stesso diceva alla fine di ogni capitolo. Si presume che egli diede il nome alla sua opera dopo il nome della sua amanta assente oppure l'opera può avere qualche connessione con il significato del suo nome.
Questo commentario fu molto utile a spiegare il vero significato di Vatsyayana, per il commentatore pare aver avuto una considerevole conoscenza del tempo del vecchio autore, e da in qualche posto informazioni molto esatte. Qusto non si può dire dell'altro commentari "Sutra vritti" che fuscritto attorno al 1789 d.C. da Narsing Shastri a un pupillo di un Sarveshwar Shastri; l'ultimo fu un discendente di Bhaskur, e così fu anche il nostro autore poiche alla fine di ogni parte chiama se stesso Bhaskur Narsin Shastri. Egli fu indotto a scrivere l'opera dall'ordine dell'istruito Raja Vrijalala, mentre egli era residente in Benares, ma come per i meriti del suo commenterio non potè quadaganre molto elogio. In molti casi lo scrittore non pare aver capito il significato dell'autore originale e ha cambiato il testo in molti posti per adattarlo alla sua spiegazione.
Segue ora una completa traduzione del lavoro originale. Essa è stata preparata in completa conformità con il testo del manoscritto ed è data senza aggiunta di commenti come fatta da esso.
sabato 10 aprile 2010
The Kama Sutra of Vatsyayana
Prefazione
Nella letteratura di tutti i paesi verrà trovato un certo numero di lavori che trattano specialmente dell'amore. In ogni testo il tema è trattato in modo differente e da vari punti di vista. Nella presente pubblicazione si propone di dare una traduzione su quella che è considerata l'opera standard sull'amore nella letteratura sanscrita, e che si chiama Vatsyayana Kama Sutra, o Aforismi sull'amore, di Vatsyayana.
Mentre l'introduzione si occuperà della prova riguardante la data dello scritto e i commmenti su di esso, i capitoli seguendo l'introduzione daranno una traduzione del lavoro stesso. Esso è, tuttavia, atto a fornire una breve analisi delle opere della stessa natura, scritte da autori che vissero e scrissero anni dopo che Vatsyayana era passato, ma che ancora lo considerano come una grande autorità e sempre lo citano come capo guida della letteratura erotica indiana.
Oltre al trattato di Vatsyayana in India si possono trovare le seguenti opere sullo stesso tema:
1-Ratirahasya, I segreti dell'amore
2-Panchasakya, Le cinque frecce
3-Smara Pradipa, La luce dell'amore
4-Ratimanjari, La ghirlanda dell'amore
5-Rasmanjari, Il germogliare dell'amore
6-Anunga Runga, La fase dell'amore, anche chiamato Kamaledhiplava, Una barca nell'oceano dell'amore.
1-L'autore de I segrti dell'amore ere un poeta chiamato Kukkoka. Egli scrisse la sua opera per compiacere a un certo Venudutta, che era forse un re. Dopo aver scritto il suo nome alla fine di ogni capitolo egli chiama se stesso "Siddha patiya pandita", un ingegnoso uomo tra gli uomini istruiti. L'opera fu tradutta in hindi anni fa e in questa il nome dell'autore fu scritto Koka. E così lo stesso nome fu portato in tutte le traduzioni nelle altre lingue in India, il libro divenne generalmente conosciuto e il soggetto era popolarmente chiamato Koka Shastra, o la dotrina di Koka, che si identifica con Kama Shastra, o dotrina dell'amore, e le parole Koka Shastra e Kama Shastra sono usate indiscriminatamente.
L'opera contiene quasi ottocento versi ed è divisa in dieci capitoli, che sono chiamati Pachivedas. Alcune delle cose trattate in questa opera non si possono trovare in Vatsyayana, come le quattro classi di donne, le Padmini, Chitrini, Shankini e Hastini, come anche l'enumerazione dei giorni e delle ore nelle quali le donne delle diverse classi diventano oggetti d'amore. L'autore aggiunge che ha scritto queste cose basandosi sulle opinioni di Gonikaputra e Nandikeshwara, entrambi menzionati da Vatsyayana, ma le loro opere non sono ora esistenti. E' difficile dare un'idea approsimativa degli anni in cui l'opera è stata composta. Solo si presume che sia stata scritta dopo di Vatsyayana e attraveso le altre opere su questo tema che sono ancora esistenti. Vatsyayana da i nomi di dieci autori sul tema, tutti di cui egli ha consultato le opere, ma nessuna di queste è esistente, e non viene fatta menzione di questo. Questo tenderebbe a mostrare che Kukkokka scrisse dopo Vatsyayana, altrimenti Vatsyayana lo avrebbe assurdamente menzionato come autore in questa branca della letterartura con gli altri.
2-L'autore de Le cinque frecce era un certo Jyotirisha. Egli era chiamato il capo ornamento dei poeti, il tesoro delle sessantaquattro arti e il miglior maestro delle leggi della musica. Egli dice che compose l'opera dopo aver riflettuto sugli aforismi dell'amore come rivelazione degli dei e studiando le opinioni di Gonikaputra, Muladeva, Babhravya, Ramtideva, Nundikeshwara e Kshemandra. E' impossibile dire se egli abbia studiato tutte le opere di questi autori o ne abbia solo sentito parlare; comunque nessuno di essi pare essere esistente ora. Questa opera contiene quasi seicento versi ed è divisa in cinque capitoli, chiamati Sayakas o frecce.
3-L'autore de La luce dell'amore era il poeta Gunakara, il figlio di Vechapati. L'opera contiene quattrocento versi e da solo un piccolo acconto delle dotrine dell'amore, trattandone più con altri problemi.
4-La ghirlanda dell'amore e l'opera del famoso poeta Jayadeva, che disse di se stesso di essere uno scrittore per tutti i temi. Questo trattato è tuttavia molto corto, contenendo solo centoventicinque versi.
5-L'autore de Il germogliare dell'amore era un poeta chiamato Bhanudatta. Pare dagli ultimi versi del manoscritto che egli era un residente della provincia del Tirhoot e figlio di un certo Brahman chiamato Ganeshwar, che era anche un poeta. L'opera, scritta in sanscrito, da le descrizione delle diverse classi di uomini e donne, loro classi essendo fatte fuori dalla loro epoca, descrizione, condizione, ecc. Essa contiene tre capitoli e la data non si conosce e non è possibile accertarla.
6-La fase dell'amore fu composta dal poeta Kullianmull, per il divertimanto di Ladkhan, il figlio di Ahmed Lodi, lo stesso Ladkhan in alcuni luoghi parlava di Ladana Mull e in altri di Ladanaballa. Egli si suppone che avesse avuto una relazione o una connessione con la casa di Lodi, che regnava in Indostan dal 1450-1426 d.C. . L'opera sarebbe quindi stata scritta in quindici o sedici secoli. Essa contiene dieci capitoli ed è stata tradotta in inglese, ma solo sei copie sono state stampate per circolazione privata. Questa si suppone essere l'ultima delle opere in sanscrito su questo tema e le idee in esso furono evidentemente prese da scritti precedenti della stesssa natura.
I contenuti di queste opere sono negli stessi una curiosità letteraria. Sono stati trovati sia nella poesia sanscrita che nel dramma sanscrito un certo numero di sentimenti poetici e romanzi, che hanno in ogni paese e in ogni lingua gettato un immortale alone attorno al tema. Ma qui è stato trattato in un chiaro semplice problema di fatto una sorta di modo. Gli uomini e le donne sono divisi in classi e divisioni nello stesso modo in cui Buffon e gli altri scrittori nella storia naturale hanno classificato e diviso il mondo animale. Come Venere era stata rappresentata dai Greci per fermare il tipo di bellezza di donna, così gli Indù descrivono la Padmini o donna Loto come il tipo di miglior perfetta eccellenza femminile, come segue:
Ella nell'apparire con i seguenti segni e sintomi è chiamata Padmini. La sua faccia è piacevole come la luna piena; il suo corpo, ben vestito di carne, è soffice come Shiras o fiore di senape, la sua pelle è bella, delicata e chiara come il loto giallo, mai di colore scuro. I suoi occhi sono lominosi e bellissimi come gli occhi del cerbiatto, ben tagliati e con gli angoli rossastri. Il suo seno è sodo, pieno e alto; ella ha un bel collo, il suo naso è dritto e bello, e tre righe o pieghe attaversano il suo centro, nella regione ombelicale. La sua yoni assomiglia all'apertura di un bocciolo di loto e il suo seme d'amore (Kama salila) è profumato come il giglio che è nuovamente scoppiato. Ella cammina con un'andatura da cigno e la sua voce è bassa e musicale come le note dell'uccello Kokila, ella allieta con bianche vesti, bei gioielli e ricchi vestiti. Ella mangia poco, dorme leggermente, ed essendo rispettosa e religiosa tanto quanto è intelligente e cortese, ella è sempre ansiosa di adorare gli dei e di dilettarsi con le conversazioni di Brahman. Così è quindi la Padmini o donna Loto.
Seguono poi dettagliate descrizioni della Chitrini o donna Arte, dalla Shankini o donna Coniglia e dalla Hastini o donna Elefante, dei loro giorni di divertimento, dei loro vari luoghi di passione, del modo in cui potrebbero essere manipolate e trattte durante il rapporto sesuale, attraverso le caratteristiche degli uomini e delle donne dei vari paesi in Indostan. I dettagli sono così numerosi e i soggetti così seriamente trattati e con tale lunghezza, che ne il tempo ne lo spazio permetterà di dare a loro qui.
C'è un'opera in lingua inglese che è qualcosa di simile a queste opere indù. Essa è chiamata Kalogynomia o Leggi della bellezza femminile di T. Bell, sono i principi elementari di questa scienza, in ventiquattro basi, e fu stampata a Londra nel 1821. Essa tratta della bellezza, dell'amore, del rapporto sessuale, delle leggi che regolano il rapporto sessuale, della monogamia e della poligamia ,della prostituzione, dell'infedeltà, finendo con un catalogo ragionato dei difetti della bellezza femminile.
Altre opere in inglese sono entrate nei grandi dettagli della vita privata e domestica: Gli elementi della scienza sociale o Religione fisica, sessuale e naturale di un dottore di medicina a Londra nel 1880, e Il libro di ogni donna del dottor Waters nel 1826. Alle persone interessate ai temi queste opere saranno trovate a contenere tali dettagli come averle avute raramente prima della pubblicazione, e che dovrebbero essere a fondo capite da tutti i filantropi e benefattori della società.
Dopo una lettura dell'opera indiana e dei libri in inglese menzionati, il lettore potrà capire il tema, in ogni caso, da un punto di vista materialistico, realistico e pratico. Se tutta la scienza è stata fondata più o meno sullo stato dei fatti, non ci potranno essere danni facendo sapere a ogni tipo di uomo generalmente certi problemi intimamente connessi con la sua vita privata, domestica e sociale.
Ahimè! la completa ignoranza di costoro ha sfortunatamente distrutto molto un uomo e una donna, mentre una piccola conoscenza di un tema generalmente ignorato dalle masse avrebbe abilitato un numero di persone ad aver capito molte cose che loro credevano essere tranquillamente incomprensibili e che non sono state degne della loro considerazione.
Nella letteratura di tutti i paesi verrà trovato un certo numero di lavori che trattano specialmente dell'amore. In ogni testo il tema è trattato in modo differente e da vari punti di vista. Nella presente pubblicazione si propone di dare una traduzione su quella che è considerata l'opera standard sull'amore nella letteratura sanscrita, e che si chiama Vatsyayana Kama Sutra, o Aforismi sull'amore, di Vatsyayana.
Mentre l'introduzione si occuperà della prova riguardante la data dello scritto e i commmenti su di esso, i capitoli seguendo l'introduzione daranno una traduzione del lavoro stesso. Esso è, tuttavia, atto a fornire una breve analisi delle opere della stessa natura, scritte da autori che vissero e scrissero anni dopo che Vatsyayana era passato, ma che ancora lo considerano come una grande autorità e sempre lo citano come capo guida della letteratura erotica indiana.
Oltre al trattato di Vatsyayana in India si possono trovare le seguenti opere sullo stesso tema:
1-Ratirahasya, I segreti dell'amore
2-Panchasakya, Le cinque frecce
3-Smara Pradipa, La luce dell'amore
4-Ratimanjari, La ghirlanda dell'amore
5-Rasmanjari, Il germogliare dell'amore
6-Anunga Runga, La fase dell'amore, anche chiamato Kamaledhiplava, Una barca nell'oceano dell'amore.
1-L'autore de I segrti dell'amore ere un poeta chiamato Kukkoka. Egli scrisse la sua opera per compiacere a un certo Venudutta, che era forse un re. Dopo aver scritto il suo nome alla fine di ogni capitolo egli chiama se stesso "Siddha patiya pandita", un ingegnoso uomo tra gli uomini istruiti. L'opera fu tradutta in hindi anni fa e in questa il nome dell'autore fu scritto Koka. E così lo stesso nome fu portato in tutte le traduzioni nelle altre lingue in India, il libro divenne generalmente conosciuto e il soggetto era popolarmente chiamato Koka Shastra, o la dotrina di Koka, che si identifica con Kama Shastra, o dotrina dell'amore, e le parole Koka Shastra e Kama Shastra sono usate indiscriminatamente.
L'opera contiene quasi ottocento versi ed è divisa in dieci capitoli, che sono chiamati Pachivedas. Alcune delle cose trattate in questa opera non si possono trovare in Vatsyayana, come le quattro classi di donne, le Padmini, Chitrini, Shankini e Hastini, come anche l'enumerazione dei giorni e delle ore nelle quali le donne delle diverse classi diventano oggetti d'amore. L'autore aggiunge che ha scritto queste cose basandosi sulle opinioni di Gonikaputra e Nandikeshwara, entrambi menzionati da Vatsyayana, ma le loro opere non sono ora esistenti. E' difficile dare un'idea approsimativa degli anni in cui l'opera è stata composta. Solo si presume che sia stata scritta dopo di Vatsyayana e attraveso le altre opere su questo tema che sono ancora esistenti. Vatsyayana da i nomi di dieci autori sul tema, tutti di cui egli ha consultato le opere, ma nessuna di queste è esistente, e non viene fatta menzione di questo. Questo tenderebbe a mostrare che Kukkokka scrisse dopo Vatsyayana, altrimenti Vatsyayana lo avrebbe assurdamente menzionato come autore in questa branca della letterartura con gli altri.
2-L'autore de Le cinque frecce era un certo Jyotirisha. Egli era chiamato il capo ornamento dei poeti, il tesoro delle sessantaquattro arti e il miglior maestro delle leggi della musica. Egli dice che compose l'opera dopo aver riflettuto sugli aforismi dell'amore come rivelazione degli dei e studiando le opinioni di Gonikaputra, Muladeva, Babhravya, Ramtideva, Nundikeshwara e Kshemandra. E' impossibile dire se egli abbia studiato tutte le opere di questi autori o ne abbia solo sentito parlare; comunque nessuno di essi pare essere esistente ora. Questa opera contiene quasi seicento versi ed è divisa in cinque capitoli, chiamati Sayakas o frecce.
3-L'autore de La luce dell'amore era il poeta Gunakara, il figlio di Vechapati. L'opera contiene quattrocento versi e da solo un piccolo acconto delle dotrine dell'amore, trattandone più con altri problemi.
4-La ghirlanda dell'amore e l'opera del famoso poeta Jayadeva, che disse di se stesso di essere uno scrittore per tutti i temi. Questo trattato è tuttavia molto corto, contenendo solo centoventicinque versi.
5-L'autore de Il germogliare dell'amore era un poeta chiamato Bhanudatta. Pare dagli ultimi versi del manoscritto che egli era un residente della provincia del Tirhoot e figlio di un certo Brahman chiamato Ganeshwar, che era anche un poeta. L'opera, scritta in sanscrito, da le descrizione delle diverse classi di uomini e donne, loro classi essendo fatte fuori dalla loro epoca, descrizione, condizione, ecc. Essa contiene tre capitoli e la data non si conosce e non è possibile accertarla.
6-La fase dell'amore fu composta dal poeta Kullianmull, per il divertimanto di Ladkhan, il figlio di Ahmed Lodi, lo stesso Ladkhan in alcuni luoghi parlava di Ladana Mull e in altri di Ladanaballa. Egli si suppone che avesse avuto una relazione o una connessione con la casa di Lodi, che regnava in Indostan dal 1450-1426 d.C. . L'opera sarebbe quindi stata scritta in quindici o sedici secoli. Essa contiene dieci capitoli ed è stata tradotta in inglese, ma solo sei copie sono state stampate per circolazione privata. Questa si suppone essere l'ultima delle opere in sanscrito su questo tema e le idee in esso furono evidentemente prese da scritti precedenti della stesssa natura.
I contenuti di queste opere sono negli stessi una curiosità letteraria. Sono stati trovati sia nella poesia sanscrita che nel dramma sanscrito un certo numero di sentimenti poetici e romanzi, che hanno in ogni paese e in ogni lingua gettato un immortale alone attorno al tema. Ma qui è stato trattato in un chiaro semplice problema di fatto una sorta di modo. Gli uomini e le donne sono divisi in classi e divisioni nello stesso modo in cui Buffon e gli altri scrittori nella storia naturale hanno classificato e diviso il mondo animale. Come Venere era stata rappresentata dai Greci per fermare il tipo di bellezza di donna, così gli Indù descrivono la Padmini o donna Loto come il tipo di miglior perfetta eccellenza femminile, come segue:
Ella nell'apparire con i seguenti segni e sintomi è chiamata Padmini. La sua faccia è piacevole come la luna piena; il suo corpo, ben vestito di carne, è soffice come Shiras o fiore di senape, la sua pelle è bella, delicata e chiara come il loto giallo, mai di colore scuro. I suoi occhi sono lominosi e bellissimi come gli occhi del cerbiatto, ben tagliati e con gli angoli rossastri. Il suo seno è sodo, pieno e alto; ella ha un bel collo, il suo naso è dritto e bello, e tre righe o pieghe attaversano il suo centro, nella regione ombelicale. La sua yoni assomiglia all'apertura di un bocciolo di loto e il suo seme d'amore (Kama salila) è profumato come il giglio che è nuovamente scoppiato. Ella cammina con un'andatura da cigno e la sua voce è bassa e musicale come le note dell'uccello Kokila, ella allieta con bianche vesti, bei gioielli e ricchi vestiti. Ella mangia poco, dorme leggermente, ed essendo rispettosa e religiosa tanto quanto è intelligente e cortese, ella è sempre ansiosa di adorare gli dei e di dilettarsi con le conversazioni di Brahman. Così è quindi la Padmini o donna Loto.
Seguono poi dettagliate descrizioni della Chitrini o donna Arte, dalla Shankini o donna Coniglia e dalla Hastini o donna Elefante, dei loro giorni di divertimento, dei loro vari luoghi di passione, del modo in cui potrebbero essere manipolate e trattte durante il rapporto sesuale, attraverso le caratteristiche degli uomini e delle donne dei vari paesi in Indostan. I dettagli sono così numerosi e i soggetti così seriamente trattati e con tale lunghezza, che ne il tempo ne lo spazio permetterà di dare a loro qui.
C'è un'opera in lingua inglese che è qualcosa di simile a queste opere indù. Essa è chiamata Kalogynomia o Leggi della bellezza femminile di T. Bell, sono i principi elementari di questa scienza, in ventiquattro basi, e fu stampata a Londra nel 1821. Essa tratta della bellezza, dell'amore, del rapporto sessuale, delle leggi che regolano il rapporto sessuale, della monogamia e della poligamia ,della prostituzione, dell'infedeltà, finendo con un catalogo ragionato dei difetti della bellezza femminile.
Altre opere in inglese sono entrate nei grandi dettagli della vita privata e domestica: Gli elementi della scienza sociale o Religione fisica, sessuale e naturale di un dottore di medicina a Londra nel 1880, e Il libro di ogni donna del dottor Waters nel 1826. Alle persone interessate ai temi queste opere saranno trovate a contenere tali dettagli come averle avute raramente prima della pubblicazione, e che dovrebbero essere a fondo capite da tutti i filantropi e benefattori della società.
Dopo una lettura dell'opera indiana e dei libri in inglese menzionati, il lettore potrà capire il tema, in ogni caso, da un punto di vista materialistico, realistico e pratico. Se tutta la scienza è stata fondata più o meno sullo stato dei fatti, non ci potranno essere danni facendo sapere a ogni tipo di uomo generalmente certi problemi intimamente connessi con la sua vita privata, domestica e sociale.
Ahimè! la completa ignoranza di costoro ha sfortunatamente distrutto molto un uomo e una donna, mentre una piccola conoscenza di un tema generalmente ignorato dalle masse avrebbe abilitato un numero di persone ad aver capito molte cose che loro credevano essere tranquillamente incomprensibili e che non sono state degne della loro considerazione.