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La chimera di un partito unico a guida leghista diventa una prospettiva non così lontana
La chimera di un partito unico a guida leghista diventa una prospettiva non così lontana
Il peggiore incubo di Silvio Berlusconi sembra si sia avverato: cedere lo scettro di re del centrodestra a Matteo Salvini. Non è solo una questione di numeri e percentuali prese alle ultime elezioni (quella è stata solo l’incoronazione) ma una vera e propria egemonia culturale che sta contagiando tutto il mondo destrorso. E così da alleati di pari peso, ora il Cavaliere e la Meloni sono diventati dei semplici gregari. I racconti del primo summit post elezioni descrivono un clima fintamente cordiale a Palazzo Grazioli, in cui a farla da padrone sono il tatticismo e le strategie.
Ci si scruta, si cerca di sondare i pensieri degli altri e si cerca di fare la prima mossa. Per cercare di contenere il vincitore, per esempio, sembra che Giorgia Meloni abbia proposto a Salvini la presidenza del Senato. Una proposta che il leader del Carroccio non ha neanche preso in considerazione. Salvini vuole fare il premier e vuole l’appoggio di tutto il centrodestra. Per questo ha preteso e ottenuto il mandato per trattare sulle presidenze delle camere, primo scoglio parlamentare. Escluso il Pd (con cui non è possibile trovare intese), l’interlocutore principale sembrano essere tornati i Cinquestelle, su cui nessuno ha posto veti.
Ma quello che ha infastidito Berlusconi sono i rumors di un “annusamento” fra Lega e M5s. Secondo alcune voci, i contatti fra il super-mediatore Giancarlo Giorgetti e Luigi Di Maio sarebbero in corso: sul piatto, non tanto la questione delle presidenze delle Camere ma un menù molto più sostanzioso: il governo. D’altra parte sia Salvini che il capo di Cinque stelle hanno detto chiaramente di non volere un governo “di tutti”.
Da parte sua Salvini non ha fretta: è disposto, se non dovesse riuscire subito nel suo scopo di guidare il popolo del centrodestra al governo, a saltare un turno e rimanere all’opposizione.
Dal primo vertice di palazzo Grazioli, già location degli anni ruggenti della Casa delle Libertà, emerge dunque che il dopo Berlusconi è già iniziato e la chimera di un partito unico a guida leghista diventa una prospettiva non così lontana.
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