http://www.corriere.it/elezioni-2018/notizie/macron-il-voto-italia-ha-scosso-ue-paghiamo-migranti-crisi-economica-3e886096-293e-11e8-b8d8-0332a0f60590.shtml
ROMA — La prima visita ufficiale di Angela Merkel a Parigi, dopo i mesi di trattativa e il ritorno da cancelliera, finisce con un comunicato congiunto con Emmanuel Macron che esprime tutta la preoccupazione per le sorti dell’Europa. Nota che cita espressamente l’Italia e il risultato delle elezioni: «Il lavoro che ci aspetta è importante in un contesto europeo profondamente scosso da Brexit e dalle elezioni italiane che hanno visto crescere gli estremisti e che ci hanno permesso di toccare con mano le conseguenze di una lunga crisi economica e le sfide migratorie a cui non abbiamo saputo rispondere». In questo quadro, spiegano, ci sarà una «tabella di marcia chiara e ambiziosa entro giugno» per ricostruire l’Unione Europea.
Macron e Merkel sono preoccupati che la marea montante del populismo antieuropeo, che ha toccato la Gran Bretagna e alcuni Paesi del Nord Europa, possa investire anche l’Italia. Perché è vero che nelle ultime settimane i 5 Stelle hanno cambiato toni, mandando in soffitta il progetto di un referendum per uscire dall’euro, ma le critiche rimangono e si aggiungono alla posizione dura nei confronti dell’Europa della Lega. Un’alleanza tra i due movimenti di certo non rassicurerebbe le diplomazie.
Intanto è muro contro muro tra Lega e Forza Italia per le presidenze delle Camere. Dopo il primo confronto con i 5 Stelle, che rivendicano la guida di Montecitorio, è partita una girandola di telefonate interne al centrodestra per provare a risolvere la matassa di veti e controveti. Uno stallo che vede la Lega insistere per avere il Senato e Forza Italia rivendicare un presidente. Con i 5 Stelle inquieti. Tanto che Luigi Di Maio scrive: «Il dialogo per proporre i presidenti delle Camere non è semplice. La scelta delle persone che ricopriranno questi incarichi è cruciale. Parliamo degli arbitri che dovranno dirigere l’approvazione di buone leggi».
Una partita delicata, sulla quale si giocano gli equilibri del centrodestra. La Lega non può permettersi di rompere con gli alleati, a meno che non abbia deciso di togliere gli ormeggi e navigare verso un governo a due con i 5 Stelle. Ma nello stesso tempo vuole Palazzo Madama per avere in mano le leve del potere e bloccare qualunque ipotesi di esecutivo sgradito. Forza Italia, per ora, non sembra rinunciare al suo candidato, Paolo Romani. Salvini prova a rassicurare: «C’è totale sintonia con Forza Italia». Ma Renato Brunetta lo gela: «Salvini è il leader della Lega, non del centrodestra». E in questo scenario scoppia il caso Friuli-Venezia Giulia. Saltata la candidatura a governatore dell’ex sindaco forzista di Grado Roberto Marin, si fa avanti il leghista Massimiliano Fedriga. Subito incalzato da una successiva candidatura, quella di Renzo Tondo, Forza Italia. A seguire, l’irritazione di Fratelli d’Italia che smentisce FI.
Macron e Merkel: «Il voto in Italia ha scosso l’Ue, paghiamo immigrazione e crisi economica»
Asse Francia-Germania: i due leader parlano di «contesto europeo scosso dalla vittoria degli estremisti» nel nostro paese, e lanciano la Road Map per rifondare l’Ue
ROMA — La prima visita ufficiale di Angela Merkel a Parigi, dopo i mesi di trattativa e il ritorno da cancelliera, finisce con un comunicato congiunto con Emmanuel Macron che esprime tutta la preoccupazione per le sorti dell’Europa. Nota che cita espressamente l’Italia e il risultato delle elezioni: «Il lavoro che ci aspetta è importante in un contesto europeo profondamente scosso da Brexit e dalle elezioni italiane che hanno visto crescere gli estremisti e che ci hanno permesso di toccare con mano le conseguenze di una lunga crisi economica e le sfide migratorie a cui non abbiamo saputo rispondere». In questo quadro, spiegano, ci sarà una «tabella di marcia chiara e ambiziosa entro giugno» per ricostruire l’Unione Europea.
Macron e Merkel sono preoccupati che la marea montante del populismo antieuropeo, che ha toccato la Gran Bretagna e alcuni Paesi del Nord Europa, possa investire anche l’Italia. Perché è vero che nelle ultime settimane i 5 Stelle hanno cambiato toni, mandando in soffitta il progetto di un referendum per uscire dall’euro, ma le critiche rimangono e si aggiungono alla posizione dura nei confronti dell’Europa della Lega. Un’alleanza tra i due movimenti di certo non rassicurerebbe le diplomazie.
Intanto è muro contro muro tra Lega e Forza Italia per le presidenze delle Camere. Dopo il primo confronto con i 5 Stelle, che rivendicano la guida di Montecitorio, è partita una girandola di telefonate interne al centrodestra per provare a risolvere la matassa di veti e controveti. Uno stallo che vede la Lega insistere per avere il Senato e Forza Italia rivendicare un presidente. Con i 5 Stelle inquieti. Tanto che Luigi Di Maio scrive: «Il dialogo per proporre i presidenti delle Camere non è semplice. La scelta delle persone che ricopriranno questi incarichi è cruciale. Parliamo degli arbitri che dovranno dirigere l’approvazione di buone leggi».
Una partita delicata, sulla quale si giocano gli equilibri del centrodestra. La Lega non può permettersi di rompere con gli alleati, a meno che non abbia deciso di togliere gli ormeggi e navigare verso un governo a due con i 5 Stelle. Ma nello stesso tempo vuole Palazzo Madama per avere in mano le leve del potere e bloccare qualunque ipotesi di esecutivo sgradito. Forza Italia, per ora, non sembra rinunciare al suo candidato, Paolo Romani. Salvini prova a rassicurare: «C’è totale sintonia con Forza Italia». Ma Renato Brunetta lo gela: «Salvini è il leader della Lega, non del centrodestra». E in questo scenario scoppia il caso Friuli-Venezia Giulia. Saltata la candidatura a governatore dell’ex sindaco forzista di Grado Roberto Marin, si fa avanti il leghista Massimiliano Fedriga. Subito incalzato da una successiva candidatura, quella di Renzo Tondo, Forza Italia. A seguire, l’irritazione di Fratelli d’Italia che smentisce FI.
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