"Ci hanno tolto gli abiti, le scarpe, anche i capelli; se parleremo, non ci ascolteranno, e se ci ascoltassero, non ci capirebbero. Ci toglieranno anche il nome: e se vorremo conservarlo, dovremo trovare in noi la forza di farlo, di fare sì che dietro al nome, qualcosa ancora di noi, di noi quali eravamo, rimanga".
L'orrore apparve davanti agli occhi dei soldati russi il 27 gennaio 1945, quando verso mezzogiorno aprirono i cancelli del lager di Auschwitz scoperchiando i crimini compiuti dai nazisti contro ebrei e altre categorie di "indesiderabili", tra cui zingari, malati di mente, omosessuali, polacchi, comunisti e altre minoranze. In quel famigerato campo, allestito proprio lì perché la zona era ben servita dalla ferrovia, in meno di cinque anni morì oltre un milione di persone. Quando i sovietici guidati dal generale Viktor Kurockin fecero ingresso ad Auschwitz all'interno del campo c'erano circa 7.000 persone, tra cui molti bambini. Nel novembre 2005 l'Assemblea generale dell'Onu ha scelto la ricorrenza della liberazione del campo per istituire una Giornata mondiale di commemorazione di tutte le vittime dell'Olocausto.
La neo senatrice a vita Liliana Segre, in una recente intervista a Repubblica ha raccontato il suo dramma: "Nel 1944, quando fummo deportati a Birkenau, ero una ragazza di quattordici anni, stupita dall'orrore e dalla cattiveria. Sprofonata nella solitudine, nel freddo e nella fame. Non capivo neanche dove mi avessero portato".
Piero Terracina, uno dei sopravvissuti, qualche anno fa raccontò l'importanza di ricordare Auschwitz: "Perché fu progettato per sterminare con cinica intelligenza ed efficienza. Auschwitz era il posto dove chi sopravviveva, veniva privato di ogni diritto. Non poteva avere ricordi, anche il ricordo dei familiari, il senso della famiglia veniva schiacciato dall'esigenza di sopravvivere".
E alla fine di questa cadono i 25 anni di Forza Italia. Silvio Berlusconi, con al fianco il vice Antonio Tajani e i più stretti collaboratori, discutono di come sfruttare al meglio l'occasione.
L'annunciata candidatura del leader alle elezioni europee di maggio suona come una chiamata alle armi per gli azzurri, se stavolta l'«effetto Silvio» non riuscirà a smuovere i soliti milioni di voti, ci sarà da ripensare tutto. Ecco, allora, che da qui alla primavera, viene richiesto ai dirigenti e semplici iscritti un impegno straordinario. Cominciando da sabato 26 gennaio.
A Villa San Martino si pianifica la campagna per le europee, con liste «competitive», accordi che allarghino il partito e un programma che punti su difesa comune, potere legislativo all'europarlamento, politica fiscale, ruolo della Bce.
C'è la delusione per le suppletive perse in Sardegna, ma il leader e i suoi erano preparati. «Se si scende sotto il 20% dei votanti, vince chi ha l'elettorato più strutturato, il Pd», era stato il pronostico. E così è andata. Ma a villa San Martino si guarda il bicchiere mezzo pieno: il M5S, che a marzo aveva sbancato nell'isola, ora non mobilita più. Tutti segnali da utilizzare in vista delle regionali e poi delle europee.
Il responsabile organizzativo di Fi, Gregorio Fontana segue le iniziative dei coordinatori per il 26 nelle città italiane, dove si distribuiranno i diversi big azzurri. Ancora non è deciso dove sarà il Cavaliere, ma verrà nella capitale domani e sceglierà. Roma, Milano? C'è chi, come il presidente dei coordinatori Sestino Giacomoni, preme per L'Aquila, perché il 10 febbraio l'Abruzzo sarà la prima regione ad andare al voto amministrativo. La formula è ancora quella dei gazebo e i gilet azzurri si contrapporranno a quelli gialli, che piacciono tanto al vicepremier grillino Di Maio. In ogni centro si informeranno i cittadini sui danni della politica economica del governo gialloverde, di «una manovra che porta il Paese alla recessione», con provvedimenti come il decreto dignità e il decreto fiscale.
«Grazie al governo - commenta la presidente dei deputati Maristella Gelmini- siamo al caso Italia. Anche il Fmi stima un'Italia in flessione economica. La congiuntura internazionale volge al peggio, ma se anche Roma ci mette del suo, la situazione diventa preoccupante. Il governo esca dai social e riveda la sua politica economica. Forse è ancora in tempo. Fi è pronta, come sempre, a fare la sua parte». Renato Brunetta, responsabile economico degli azzurri, fa previsioni fosche, vede già la recessione e un manovra correttiva necessaria molto presto. «Facciamo i migliori auguri al governo - ironizza- ma temiamo che un nuovo salasso di tasse attenda gli italiani, già dalla prossima primavera».
Un messaggio che va anche a Matteo Salvini, la parte alleata nel governo Lega-M5S, accusato di aver lasciato nelle mani dei 5Stelle le più importanti scelte su lavoro e crescita del Paese. Il centrodestra cerca di resistere unito, ma spesso è difficile conciliare le posizioni dei leader di Lega, Fi e FdI. Tajani, ad esempio, ieri difendeva il Trattato di libero scambio tra Canada e Europa, anche dalle dure critiche di Salvini e Meloni, dicendo: «Sono straordinariamente aumentate le esportazioni italiane verso il Canada. Faccio appello affinché l'Italia ratifichi il Ceta. È un affare per noi, lo dicono i dati»
Lunedì mattina una ragazza si è accorta della gabbietta abbandonata con il micio L’appello dell’Enpa: «Non abbandonate gli animali domestici, li curiamo noi» MESTRE. Lo hanno cacciato all’interno di un trasportino, probabilmente il suo, hanno chiuso la porticina perché non potesse scappare, e poi lo hanno lasciato tra il bidone della carta e quello della plastica, per terra. Un oggetto come altri, da gettare via assieme agli ingombranti e caricare dentro il grande cassone di Veritas, assieme a tutte le altre spazzature. Il micione color rosso cipria dagli occhi tristi che se ne stava rannicchiato al freddo in fondo alla sua gabbietta, mai avrebbe pensato che i padroni che lo avevano accudito fino al giorno prima, se ne sarebbero sbarazzati come un materasso sfondato.. Siamo a metà Corso del Popolo, in uno dei quartieri più popolosi, a ridosso di un’area verde. Il caso ha voluto, invece, che lunedì attorno all’ora di pranzo una ragazza passasse di là e fosse attirata, per caso, dal trasportino di plastica dozzinale. Pensava che fosse vuoto, messo là per essere gettato, tanto che tra sé e sé ha esclamato «ma guarda se la gente deve lasciare sempre di tutto vicino alle spazzature». Per pura fortuna ha guardato dentro con la coda dell’occhio, e ha intravisto in fondo in fondo rannicchiato in un angolo un gatto. Non ha creduto a quello che aveva davanti: dentro la gabbia due fari luminosi che la fissavano terrorizzati. Il micio era impaurito a dir poco, forse in attesa che gli accadesse qualche cosa di brutto. La donna, che si è trasferita da poco in città, ha iniziato a chiamare tutti i numeri e poi ha finalmente trova to l’Enpa. A fianco al trasportino, in una borsa della spesa del Simply, lettiera paletta e ciotola. «Volevano liberarsi di tutto il set completo» spiegano le volontarie Enpa, «gatto e oggetti evidentemente ingombranti che avevano utilizzato fino al giorno prima».
La ragazza ha preso il gatto ed è arrivata tardi al lavoro per portarlo a piedi da Corso del Popolo fino a Forte Marghera. Qui ha incontrato la volontaria di turno che ha preso in carico il povero gatto, che adesso è terrorizzato e impaurito: prima che si fidi ancora della razza umana, ci vorrà del tempo.
«Non è possibile che nel 2019 ci sia ancora gente che si sbarazza degli animali in questo modo» spiegano le volontarie, «lasciandoli vicino al cassone delle spazzature. Se per caso un operatore non se ne fosse accorto, lo avrebbe caricato nel camioncino. Ci sono numeri telefonici, basta guardare su internet: Malamocco, Forte Marghera, Mira, ci sono tutte le possibilità del mondo se non si vuole più un gatto, e invece li gettano come ferro vecchio. A novembre la volontaria che segue la colonia felina di San Giuliano, sopra la casetta di un gatto ha trovato due mici appena nati dentro una cuccia, tutti infreddoliti abbandonati chissà da quante ore, per non parlare di quelli che lasciano da noi». E ancora: «Se qualcuno riconoscesse il micio ci avvisi, l’abbandono oggi è un reato». Il gatto, ribattezzato Laerte, avrà poco meno di un anno ed è sterilizzato. L’Enpa lancia un forte appello: «Chi ha visto qualcosa o lo riconosce ci contatti al 328.2413861». —
Toscana già sotto la neve compresa Firenze, ma nevicherà su quasi tutto il CentroNord e poi al Sud
Neve già in atto, ma il peggio deve arrivareÈ arrivata la NEVE già in questi minuti, ma si tratta dell’antipasto di quella che sarà una settimana gelida, con la "dama bianca" che si farà la sua comparsa su tutte le regioni centro-settentrionali (in un primo momento) e poi anche al Sud (tra Venerdì 25 e Sabato 26). Ma andiamo con ordine. Una vasta area depressionaria, partita dalla Groenlandia si sta proiettando verso il nostro Paese, richiamando ARIA POLARE sulle nazioni centrali e poi verso il Mediterraneo e dunque l'Italia, dove farà il suo ingresso dalla Valle del Rodano.
L'ondata di maltempo INVERNALE è inziata sin dalle prime ore di Martedì 22, con piogge sparse al Sud, mentre è prevista NEVE sulle regioni tirreniche settentrionali (Toscana, con fiocchi abbandonati a tratti anche a Firenze), ma anche su quelle interne (Marche ed Umbria) a quote molto basse, fin verso le pianure (3-7 cm).
Poi, Mercoledì 23, il vortice depressionario si isolerà sul Tirreno con valori record di pressione: pensate, si toccheranno i 975 hPa: ciò determinerà VENTI TEMPESTOSI (fino a 120 km/h, mari in burrasca e bufere nevose). L'ammasso instabile prodotto dal VORTICE DEPRESSIONARIO risalirà poi verso le regioni settentrionali. Sarà una giornata nevosasoprattutto al Nordest. Prevediamo NEVE a Bologna, Trieste, Venezia, Padova, su tutte le pianure del Triveneto, mista a pioggia invece sulle coste della Romagna. L'approfondimento ulteriore della bassa pressione creerà un vero e proprio MEDICANE (Mediterranean-Hurricane - URAGANO MEDITERRANEO). E sarà proprio tra Mercoledì sera e Giovedì che avremo nevicate abbondanti e copiose su gran parte del Centro-Nord. Continuerà a nevicare in pianura in Toscana, ma saranno interessate anche la Valpadana (Torino, Cuneo, Asti, Milano, Bergamo) e l'Emilia-Romagna (Ferrara, Bologna, Parma, Reggio Emilia).
Alla lista delle nevicate si aggiungerà anche la Liguria, con interessamento soprattutto di Genova e del Levante, dove sono attesi accumuli localmente abbondanti (15-20 cm). Giovedì e Venerdì ancora maltempo con neve in pianura, copiosa ancora al Nordovest; fiocchi saranno possibili anche nell'hinterland Romano. Da segnalare, infine, che lo spostamento verso le regioni del vortice verso le regioni centro-meridionali porterà nevicate RECORD sull'Appennino abruzzese e molisano (attesi accumuli addirittura fino a 1 metro).
Presto in Italia, tornerà il gelo polareE' ormai confermato, dalle nostre ultime elaborazioni, come il clima dell'Italia sia destinato a raffreddarsi sensibilmente. Nel corso di questa settimana una serie di freddi vortici di bassa pressione faranno affluire sul nostro Paese aria via via sempre più fredda a tratti anche gelida. Volete sapere dove farà più freddo? Seguiteci nell'articolo.
Intanto oggi, i termometri, cominceranno già a perdere qualche punticino sulle Regioni centrali e al nord. Le massime si attesteranno attorno ai 5-6°C sul settentrione e fra i 6-8°C al centro. Stazionarie invece al sud con punte decisamente più miti come in Sicilia, Calabria e Puglia dove si potranno avere valori anche superiori ai 10-12°C.
Domani invece, ecco che il clima subirà un ulteriore raffreddamento sulle zone centrali e settentrionali e marginalmente al sud. Ma sarà soprattutto fra mercoledì 23 e giovedì 24 Gennaio quando un profondissimo efreddo vortice di bassa pressione richiamerà aria davvero gelida sull'Italia. Al centro nord si avranno massime che faticheranno a superare i 2-3°C e, nelle zone colpite dal brutto tempo, anche prossime alle zero. Caleranno le temperature in seguito al sudspecialmente sulla Sicilia e la Calabria dove si potranno avere valori massimi attorno ai 5-7°C con differenze di 6-8 gradi rispetto a questi giorni.
In seguito il freddo ed il gelo continueranno ad interessare gran parte della Penisola soprattutto di notte. Al centro nord infatti, specialmente nelle zone raggiunte da eventuali rasserenamenti, le temperature minime potranno scendere anche di parecchi gradi sotto lo zero provocando vere e proprie notti di gelo.
Effetto stratwarming: Febbraio con neve abbondanteDalla fine di Dicembre 2018 e nella prima settima di Gennaio 2019 la stratosfera ha subito uno STRATWARMING da PAURA: sono stati infatti ben due forti riscaldamenti anomali, infatti le temperature che di norma scendono abbondantemente sotto lo zero, sono salite fin sopra di esso. Ora questo riscaldamento si è propagato anche nella troposfera, la prima parte della nostra atmosfera, ovvero quella in cui avvengono gli eventi meteorologici. Questo evento ha provocato la frantumazione del Vortice Polare, ovvero il gigantesco serbatoio di aria gelida che di norma staziona sopra il Polo Nord. Il Vortice Polare attualmente è suddiviso in tre lobi: uno sul Nord America, uno sull'Europa settentrionale e uno sulle steppe siberiane.
Prima che il Vortice Polare torni compatto e quindi si rinforzi potrebbero passare parecchie settimane, se non addirittura qualche mese; ciò ci induce a presupporre che dalla fine di Gennaio, ma soprattutto nel mese di Febbraio l'inverno possa fare la voce grossa non solo in Europa ma anche in Italia.
I maggiori centri di calcolo intravedono la possibilità che a fasi alterne due dei tre lobi in cui si è scisso il Vortice Polare (quello Nordeuropeo e quello siberiano) possano raggiungere l'Italia condizionando pesantemente il tempo con ONDATE di GELO e NEVE estesa, fino in pianura quanto meno al Nord, ma possibili anche al Centro e su alcune zone del Sud.
Certamente la situazione in atmosfera è altamente esplosiva per cui seguiremo attentamente i successivi sviluppi, per capire al meglio le reali prospettive meteorologiche dei prossimi giorni.
Condizioni ideali per la neve a Roma, per ora un miraggioContrariamente a quanto comunicato da alcune agenzie di stampa e riportato poi da alcune testate giornalistiche, allo stato attuale non ci sono le condizioni ideali per nevicate a Roma in questa settimana: tuttavia sulla Capitale si abbatteranno almeno fino a Giovedì 24 o Venerdì 25 condizioni di marcato maltempo con temporali e raffiche di vento collegate alla formazione di un vero e proprio ciclone mediterraneo chiamato MEDICANE. Giovedi nevicherà a 300 m sul resto del Lazio.
Nuova ondata di gelo in arrivo sull'Italia dopo il 20 Gennaio. Possibili nevicate anche in PianuraGià da questa settimana il tempo è destinato a cambiare radicalmente in particolare sulle Regioni del Nord a causa dell’arrivo di più instabili correnti in discesa dal Nord Atlantico che porteranno piogge e nevicate via via più intense a quote sempre più basse specie tra Giovedì 18 e Venerdì 18 Gennaio.
Nei giorni a seguire, in particolare da Domenica 20 Gennaio, continuerà ad affluire aria molto fredda di origine Artico-Continentale (cuore freddo tra la Scandinavia e la Siberia) che farà calare ulteriormente le temperature su tutta l’Italia. Ci aspettiamo valori termici piuttosto rigidi e diffusamente sotto gli 0°C in buona parte delle città del Centro Nord specie di notte e al primo mattino.
Questa massa d’aria più instabile sarà responsabile anche della formazione di centri depressionari (ad ora tra il Mar Ligure e il Mar Tirreno) responsabili di un'intensa fase di maltempo a carattere gelido con nevicate via via a quote più basse.Ad oggi i modelli a nostra disposizione (ECMWF) vedono infatti possibili nevicate a partire da Giovedì 24 Gennaio su buona parte del Nord con i fiocchi fin sulle Pianure tra Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Friuli.
Successivamente il peggioramento potrebbe estendersi rapidamente anche al resto della Penisola e, novità interessante,la neve potrebbe fare la sua comparsa anche sulla Toscana, in Versilia e a Firenze, e perfino a Romain caso di rovesci particolarmente intensi.
Come ricordiamo spesso si tratta di previsioni a più di una settimana, quindi suscettibili di importanti cambiamenti. Detto questo sembrerebbe che una nuova ondata di maltempo e neve possa investire nuovamente l’Italia specie le Regioni del Centro Nord, insomma un vero e proprio RUGGITO dell'Inverno starebbe per arrivare.
https://www.ilmeteo.it/notizie/meteo-sentenza-ncep-prolungatissima-fase-di-neve-non-solo-in-valpadana-ma-anche-in-toscana-dal-17-al-28-gen Prolungatissima fase di neve non solo al NordÈ veramente eclatante l’ultima sentenza ufficiale a medio e lungo termine emessa pochi minuti fa dal Centro Meteo Internazionale NCEP, in cui si mettono in evidenza due aspetti: da un lato una prolungatissima fase con le precipitazioni a prevalente carattere nevoso anche in pianura a partire dal nord cominciando dal 17 Gennaio e via via a crescere raggiungendo l’apice i giorni 24, 25, 26 e 27 e 28 Gennaio, e dall’altro il contemporaneo drastico generalizzato calo delle temperature proprio attorno al 21, 22 e 23 Gennaio non solo al Nord, ma anche al Centro.
Sulla base di queste premesse è naturale aspettarsi dapprima episodi di neve su tutta la Valpadana e successivamente anche al Centro: mentre la neve appare estremamente probabile a Torino, Milano, Verona, Padova e Venezia e Bologna, successivamente potrebbe fare la sua comparsa a Rimini, Firenze e infine forse a Roma. Vi terremo aggiornati!
Prima al Nord in Valpadana, successivamente la neve potrebbe fare la sua comparsa a Rimini, Firenze e infine forse a Roma. Vi terremo aggiornati
Neve copiosa in arrivoÈ veramente eclatante l’ultima proiezione a medio e lungo termine emessa pochi minuti fa dal Centro Meteo Internazionale NCEP, in cui si mettono in evidenza due aspetti: da un lato le precipitazioni a prevalente carattere nevoso anche in pianura a partire dal nord cominciando dal 17 Gennaio e via via a crescere raggiungendo l’apice i giorni 24 e 25 e 26 gennaio, e dall’altro il contemporaneo drastico generalizzato calo delle temperature proprio dopo il 22/23 Gennaio non solo al Nord, ma anche al Centro.
Sulla base di queste premesse è naturale aspettarsi dapprima episodi di neve su tutta la Valpadana e successivamente anche al Centro: mentre la neve appare estremamente probabile a Torino, Milano, Verona, Padova e Venezia e Bologna, successivamente potrebbe fare la sua comparsa a Rimini, Firenze e infine forse a Roma. Vi terremo aggiornati!
Gli Stati Uniti d'America potrebbero perdere la loro posizione come la più grande economia del mondo non appena l'anno prossimo, e una volta che ciò accadrà, probabilmente non riacquisterà mai il primo posto mentre le economie asiatiche in via di sviluppo avanzeranno.
Secondo la ricerca pubblicata questa settimana dalla Standard Chartered Bank, la Cina diventerà probabilmente la più grande economia del mondo entro il 2020, quando misurata da una combinazione di parità di cambio di potere d'acquisto (PPP) e PIL nominale.
Non solo la Cina probabilmente supererà gli Stati Uniti nel 2020, ma entro il 2030 sarà affiancata dall'India, secondo quanto affermato da Standard Chartered nel suo rapporto, con una crescita annuale del PIL che dovrebbe accelerare da circa il 6% a quasi l'8% nel prossimo decennio. "L'India sarà probabilmente il motore principale, con una crescita tendenziale che si accelera al 7,8% entro il 2020, in parte a causa delle continue riforme, compresa l'introduzione di una tassa nazionale sui beni e servizi (GST) e dell'Indian Bankcy Code (IBC)," Standard Chartered ha detto.
L'ascesa dell'India rifletterà anche una crescente tendenza dell'Asia a diventare la regione dominante del pianeta dal punto di vista economico, poiché le dimensioni della sua produzione iniziano a corrispondere alle dimensioni della sua popolazione.
"Le nostre previsioni di crescita a lungo termine sono sostenute da un principio chiave: la quota dei paesi del PIL mondiale dovrebbe alla fine convergere con la loro quota della popolazione mondiale, guidata dalla convergenza del PIL pro capite tra economie avanzate ed emergenti," una squadra di gli economisti della banca hanno scritto in una nota ai clienti.
Entro il 2030, secondo la banca, il PIL asiatico rappresenterà circa il 35% del PIL globale, rispetto al 28% dello scorso anno, e solo il 20% nel 2010. Ciò equivarrà alla produzione sia della zona euro che degli Stati Uniti messi insieme. Di fatto, entro il 2030, sei delle 10 maggiori economie si troveranno in Asia, come illustrato nella seguente tabella:
Business Insider (Utilizzo di dati da Standard Chartered)
M5s-Lega hanno lucrato elettoralmente attaccando gli interventi dem a favore di Mps, Etruria e banche venete. Ora fanno lo stesso in un cdm-lampo di 10 minuti
Sono lontani i tempi, era luglio 2017, in cui i senatori 5 Stelle guidati dall'attuale ministro Barbara Lezzi gettavano false banconote da 500 euro a Palazzo Madama per protestare contro il salvataggio delle banche venete da parte dell'allora maggioranza a guida Pd. Sono ancora più lontani i tempi, parliamo del 2016, in cui Luigi Di Maio attaccava un giorno sì e l'altro pure l'allora premier Renzi per la gestione della crisi Mps, giurando e spergiurando che lui e il suo Movimento non avrebbero mai messo un centesimo dei soldi pubblici nelle casse degli istituti di credito. E ancora più remoti i tempi in cui Alessandro Di Battista, in versione Savonarola, arringava dagli scranni di Montecitorio contro il conflitto di interessi di Maria Elena Boschi nel caso Banca Etruria - pensate, era dicembre 2015. Ora, anno domini 2019, i 5 stelle sono al governo e puntuale come solo la morte sa essere nel Settimo Sigillo di Bergman, ecco che arriva la realtà dei numeri e della finanza a farsi nemesi storica. Come in una perversa legge del contrappasso adesso è la maggioranza gialloverde a dover varare in fretta e furia un decreto per salvare Carige, la banca di riferimento di una Genova sempre più colpita nel suo tessuto sociale e produttivo. E lo fa senza colpo ferire, di soppiatto, senza annunci, sperando quasi che nessuno se ne accorga.
Cosa è successo nella pratica? Che Conte e Tria hanno scritto e portato al Consiglio dei ministri un decreto che sarebbe potuto essere frutto dell'accoppiata Gentiloni-Padoan o Renzi-Padoan, fate voi. Carige è un istituto in forte difficoltà, unico fra gli italiani a essere stato bocciato agli stress test della Bce dello scorso novembre. Difficoltà acuita dal rifiuto dell'azionista di riferimento, la famiglia Malacalza, a sottoscrivere un aumento di capitale da 400 milioni per dare più solidità alla banca. Non a caso il 2 gennaio, il primo giorno utile dopo le feste natalizie, la Bce ha provveduto a commissariare d'urgenza Carige e dare mandato ai tre amministratori di portarla alle nozze con un istituto più grande e più stabile. Ma per fare questo non basta il mercato e i suoi spiriti animali e la mano invisibile che secondo la narrazione liberista tutto indirizza verso la soluzione migliore. Serve lo Stato, quello con la S maiuscola. Soprattutto i suoi soldi, che poi, alla fine della fiera, sono quelli dei contribuenti ovvero i nostri. E il governo gialloverde non si è fatto specie di aprire il portafogli, seppur non subito ma fra qualche tempo, forse dopo le elezioni europee, guarda caso. Conte e Tria hanno messo su un meccanismo per il quale ci sarà la garanzia dello stato sui futuri prestiti che Carige chiederà sia mediante bond che mediante finanziamenti diretti a Banca d'Italia. In altri termini, la banca genovese prenderà a prestito altri soldi ma se non riuscirà a restituirli toccherà pagare allo Stato. Ergo noi tutti. L'altro pezzo del meccanismo poi è ancora più immediato: se nei prossimi mesi la Bce chiederà a Carige di aumentare il proprio capitale per mettersi al sicuro in caso di crisi finanziarie, beh, Pietro Modiano e gli altri amministratori potranno chiedere e ottenere l'intervento diretto del Tesoro nel capitale. In poche parole, nazionalizzazione, come fatto un paio d'anni fa con Mps. E anche in questo caso parliamo di altri soldi pubblici dalle tasche dei tartassati alle casse della banca. Insomma, il cambiamento si è fermato a Eboli. Forse però una cosa che è cambiata c'è. Ed è la modalità con cui tutto ciò è avvenuto. Il decreto salva-Carige è stato approvato in un Consiglio dei ministri estemporaneo, convocato a sorpresa, durato appena dieci minuti, alle dieci sera, lontano dai telegiornali, senza conferenza stampa finale da parte di Conte e Tria. E soprattutto senza la possibilità da parte dei ministri presenti di chiedere approfondimenti o meglio modifiche del testo. In questi giorni si è scritto tanto del parlamento svuotato nei primi sei mesi di governo gialloverde, ma forse da oggi bisogna cominciare a scrivere anche di ministri costretti, volenti o nolenti, a recitare lo spartito di utili yes men. Del resto, uno vale uno solo fra Di Maio e Salvini.