Pianta arbustiva, originaria dell’Africa tropicale, di cui si utilizzano fiori gialli dal calice rosso carnoso. La parola carcadè deriva dal nome "karkadeb" con cui la pianta è chiamata nel dialetto Tacruri, in Etiopia. Dall'infusione dei suoi petali si ottiene una bevanda rinfrescante e dissetante, lievemente acidula e dall'inconfondibile colore rosso.
Il carcadè non contiene principi stimolanti (caffeina o altro) ma solo rinfrescanti, e per questo, tradizionalmente nei lunghi viaggi, gli africani ne tengono in bocca un fiore secco. Il carcadè venne importato nella nostra penisola solo allo scoppio della guerra contro l’Etiopia (1935), quando la Società delle Nazioni inflisse all’Italia alcune sanzioni economiche e il governo fascista organizzò il sabotaggio dei prodotti stranieri. Fu così che il tè, prodotto nelle colonie inglesi, venne sostituito con il carcadè (accolto con scarso entusiasmo).
Oggi, per chi vuole variare i gusti delle tisane rinfrescanti, ricordiamo che esistono in commercio una gran varietà di preparazioni a base di carcadè e rosa canina, con aggiunta di mirtillo, ananas, pesca, lampone ecc.
Conosciuto anche con altri nomi come "tè rosso" (per le affinità di preparazione con il tè), tè rosso d'Abissinia, tè Nubiano, Acetosa Giamaicana, ecc. il Karkadè è una bevanda molto diffusa soprattutto nei paesi caldi derivata dall'infuso dei fiori essiccati dell'Ibiscus Sabdariffa, una pianta tropicale annuale della famiglia delle malvacee.
La bevanda è rinfrescante e dissetante, dal sapore acidulo e non contiene sostanze eccitanti come il vero tè ed il caffè. Attualmente le maggiori coltivazioni della pianta si trovano in Africa, nei Caraibi, in America tropicale ed in India.
Da noi la bevanda è arrivata nel 18° secolo grazie ai vari imperi coloniali occidentali dell'epoca.
La fama del Karkadè ha subito alti e bassi. Durante il fascismo era in auge a causa del divieto di consumo di prodotti non italiani e siccome l'Eritrea (dove esistevano coltivazioni) era una colonia Italiana era considerata una merce lecita. Durante il proibizionismo americano fu usata al posto del vino (per l'aspetto simile esteticamente), in altri luoghi (come in Jamaica) divenne per il colore rosso rubino la bevanda di Natale.
Ora sta tornando di moda nelle diete salutiste per l'alto contenuto di antiossidanti (come la vitamina C, il doppio rispetto una aranciata), di tannini e per le proprietà diuretiche, digestive e proteggi vene.
Il karkadè è una pianta che cresce nel continente africano, ha bisogno di poche cure e di poca acqua. Poco soggetto a malattie e parassiti, può quindi venire coltivato senza i fitofarmaci. Ciò consente un notevole risparmio sui costi di produzione
la lavorazione
I contadini portano il loro raccolto, che verrà trasformato e stoccato. I fiori vengono messi a seccare su reti metalliche, una volta completato il processo di essicazione, i petali vengono separati a mano dal resto del fiore e infine confezionati
I fiori di karkadè, prodotti in Kenya e importati in Italia preparati in infuso producono una
gustosa bevanda dal caratteristico colore rosso, che può essere consumata sia calda che fredda.
Sempre lo stesso progetto produce la camomilla, ancora in fase di sperimentazione e con problemi di resa a causa dell'elevata temperatura.
La coltivazione del karkadè è un complemento dell' economia dei contadini, basata sulla coltivazione di verdure (melanzane, zucchine e okra), ma i ricavi ottenuti dalla sua vendita permettono di finanziare i costi di gestione dell'impianto di irrigazione, fondamentale per la coltivazione degli ortaggi
INDICAZIONI
pianta delle Malvacee, chiamato anche Tè Rosa dell'Abissinia, originaria dell'America centrale, i fiori hanno un colore rosso o verde, si usa il calice del fiore. La varietà a calice rosso si usa in medicina, la calice verde in alimentazione per acidificare i piatti a base di miglio e di riso. Si usa come decotto, è un ottimo diuretico, antisettico urinario, è una bevanda dal sapore acidulo rinfrescante e dissetante, dal colore leggermente rosso, non possiede principi attivi eccitanti, non contiene caffeina, per cui può tranquillamente sostituire il tè ed il caffè, è digestivo e regolarizza la funzionalità epatica. E' una bevanda antiinfiammatoria, lenitiva,vitaminizzante, indicata anche nella stipsi cronica e la presenza degli antociani la rendono una pianta angioprotettiva. In forma di infuso è leggermente lassativa. Per uso esterno per la presenza dei polifenoli e delle mucillagini, ha una azione lenitiva per le pelli infiammate.
ATTIVITA' Rinfrescante, diuretica, antinfiammatoria, lenitiva, colorante, utile nella stitichezza cronica, e come bevanda dissetante, gli antociani conferiscono al Karkadè, proprietà angioprotettiva, il colore rosso è dovuto alla presenza di pigmenti flavonici e antocianici
PRINCIPI ATTIVI
acidi organici, acido malico, ibiscico, citrico e tartarico, acido ossalico, fitosteroli antocianosidi, acido ascorbico, tannnìni, mucillagini, ricca di vitamina C
USO ESTERNO DEL KARKADE' per la presenza delle mucillagini, ha una azione lenitiva , indicata per le pelli infiammate ( si può associare ad altre piante come la malva, l'ippocastano, la calendula)
CONTROINDICAZIONI
se assunta in grandi quantità può avere una azione lassativa, alle dosi indicate non si segnalano effetti indesiderati, è una pianta sicura. Cautela in gravidanza e allattamento.
PREPARAZIONE
l'infuso si ottiene versando dell'acqua calda sui petali secchi, lasciando riposare qualche minuto e poi filtrare.
NOTA
questa nota illustrativa non intende sostituirsi al parere medico che va comunque consultato all'insorgenza di un qualsiasi sintomo.
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