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Silvio Berlusconi cavaliere. Silvio Berlusconi allenatore. Silvio Berlusconi motivatore. E' il presidente che ha vinto di più nel mondo del calcio, indossando quasi sempre i panni dell'allenatore aggiunto. Una forte leadership nel campo politico, un incredibile carisma anche nel panorama calcistico. Due aspetti che, nel caso del Cavaliere, si intrecciano e si accavallano fino a costruire un impero. L'impero Milan, la società più vincente nel calcio internazionale. Certo, la politica nel calcio si dice sia sempre esistita, ma un politico che ha vinto tanto come Berlusconi non e' mai esistito nel pianeta calcistico mondiale. C'e' una spiegazione a tutto, denaro permettendo. Non puo' essere solamente un caso, un segno del destino o scherzetti che il fato ci riserva. Sarebbe davvero troppo semplice e irrisorio. Talvolta poco amato da qualche allenatore, che lo ha accusato di mettere il naso su questioni tattiche che non gli competono, Silvio Berlusconi ha comunque dato costantemente l'impressione di essere un profondo conoscitore del mondo del pallone, sin prima della scoperta di un talento super, incredibile, inimitabile chiamato Arrigo Sacchi. E' vero, ci sta eccome che i consigli del Cavaliere non siano digeriti dagli allenatori. Ma consideriamo anche gli aspetti positivi e i suoi pronostici da "cavaliere del calcio" spesso azzeccati. Ci riferiamo ad esempio alla doppietta di Inzaghi nel 2007 ad Atene contro il Liverpool. Berlusconi lo disse alla vigilia che Superpippo avrebbe sbranato i Reds con due pere e così fu. Oppure le tattiche suggerite da Silvio ad Ancelotti: "Il Milan deve giocare con 2 punte con Kaka' vicino a Pippo". Altro prezioso consiglio, utile ai fini della conquista della Champions targata Carletto nel 2007. Pensiamo anche alla sua lunga visione: "Sergio Ramos diventera' un campione". E così e' stato. Ci sarebbero tanti esempi e "presunte coincidenze" da citare. Tutto questo per ricordare il contributo non solo economico che Berlusconi ha saputo dare al nostro calcio. E' stato un motivatore incredibile, lo possiamo ribadire noi, ce lo conferma un signor capitano come Maldini in una delle sue prefazioni editoriali. Il buon Paolo confesso' che, quando non era ancora nessuno e provava a motivare la squadra, Silvio era ritenuto fin troppo poco credibile. Quasi ridicolo per certi versi. Specie la prima volta che grido' davanti ai giovani rossoneri di un tempo: "Il mio Milan divetera' un giorno il club più titolato al mondo". E così fu. Veggente? No grazie. Chiamatelo leader. Un leader dentro e fuori da qualunque rettangolo, politico o sportivo che sia, in grado di leggere con un'insolita lente di ingrandimento le dinamiche sportive del passato, del presente e del futuro. E c'è una dichiarazione che suona in tempi molto recenti. "Andrà a finire che ricomprerò il Milan". A buon intenditor poche parole.
Silvio Berlusconi cavaliere. Silvio Berlusconi allenatore. Silvio Berlusconi motivatore. E' il presidente che ha vinto di più nel mondo del calcio, indossando quasi sempre i panni dell'allenatore aggiunto. Una forte leadership nel campo politico, un incredibile carisma anche nel panorama calcistico. Due aspetti che, nel caso del Cavaliere, si intrecciano e si accavallano fino a costruire un impero. L'impero Milan, la società più vincente nel calcio internazionale. Certo, la politica nel calcio si dice sia sempre esistita, ma un politico che ha vinto tanto come Berlusconi non e' mai esistito nel pianeta calcistico mondiale. C'e' una spiegazione a tutto, denaro permettendo. Non puo' essere solamente un caso, un segno del destino o scherzetti che il fato ci riserva. Sarebbe davvero troppo semplice e irrisorio. Talvolta poco amato da qualche allenatore, che lo ha accusato di mettere il naso su questioni tattiche che non gli competono, Silvio Berlusconi ha comunque dato costantemente l'impressione di essere un profondo conoscitore del mondo del pallone, sin prima della scoperta di un talento super, incredibile, inimitabile chiamato Arrigo Sacchi. E' vero, ci sta eccome che i consigli del Cavaliere non siano digeriti dagli allenatori. Ma consideriamo anche gli aspetti positivi e i suoi pronostici da "cavaliere del calcio" spesso azzeccati. Ci riferiamo ad esempio alla doppietta di Inzaghi nel 2007 ad Atene contro il Liverpool. Berlusconi lo disse alla vigilia che Superpippo avrebbe sbranato i Reds con due pere e così fu. Oppure le tattiche suggerite da Silvio ad Ancelotti: "Il Milan deve giocare con 2 punte con Kaka' vicino a Pippo". Altro prezioso consiglio, utile ai fini della conquista della Champions targata Carletto nel 2007. Pensiamo anche alla sua lunga visione: "Sergio Ramos diventera' un campione". E così e' stato. Ci sarebbero tanti esempi e "presunte coincidenze" da citare. Tutto questo per ricordare il contributo non solo economico che Berlusconi ha saputo dare al nostro calcio. E' stato un motivatore incredibile, lo possiamo ribadire noi, ce lo conferma un signor capitano come Maldini in una delle sue prefazioni editoriali. Il buon Paolo confesso' che, quando non era ancora nessuno e provava a motivare la squadra, Silvio era ritenuto fin troppo poco credibile. Quasi ridicolo per certi versi. Specie la prima volta che grido' davanti ai giovani rossoneri di un tempo: "Il mio Milan divetera' un giorno il club più titolato al mondo". E così fu. Veggente? No grazie. Chiamatelo leader. Un leader dentro e fuori da qualunque rettangolo, politico o sportivo che sia, in grado di leggere con un'insolita lente di ingrandimento le dinamiche sportive del passato, del presente e del futuro. E c'è una dichiarazione che suona in tempi molto recenti. "Andrà a finire che ricomprerò il Milan". A buon intenditor poche parole.
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