Cos'è la tassa patrimoniale?
http://www.lastampa.it/2011/02/02/cultura/cos-e-la-tassa-patrimoniale-ZmRQPWBqKg5STbW2hbS7jO/pagina.htmlNel dibattito sul «che fare» per abbattere lo stock del nostro debito pubblico si riaffaccia l’ipotesi di imporre una tassa patrimoniale. Di cosa si tratta?
Per patrimoniale si intende qualunque tipo di tassa calcolata, invece che sul reddito, sul patrimonio del contribuente.
In Italia è mai stata applicata?
Nel 1992 l’allora governo Amato, per evitare il crack finanziario e permettere alla lira di restare agganciata al sistema monetario europeo, impose un prelievo forzoso del sei per mille su tutti i conti correnti bancari. Ma occorre considerare fra le patrimoniali anche l’Ici, abolita sulle prime case e oggi applicata solo sulle seconde. E’ una forma di patrimoniale l’imposta di successione: quest’ultima, quasi abolita dal primo governo Berlusconi, fu reintrodotta dal governo Prodi. La soglia di patrimonio oltre la quale oggi è imposta è alta, circa un milione di euro. La tassazione sulle rendite finanziarie, oggi al 12,5%, non è tecnicamente una patrimoniale: si tratta infatti di una imposta sulla creazione di ricchezza.
In quali Paesi si pagano invece patrimoniali sul complesso dei beni?
In Europa lo fanno Svezia e Norvegia. In Francia si paga l’«impote de solidarité sur la fortune».
Esistono tasse patrimoniali negli Stati Uniti?
Negli Usa non esiste nulla di simile alla tassa francese, ma si pagano forti imposte di successione e sul possesso di immobili. In quest’ultimo caso l’aliquota è mediamente pari all’1% del valore di mercato dell’immobile: per fare un paragone, finché è esistita, l’Ici sulla prima casa costava mediamente il 4 per mille, calcolato però sul valore catastale, di solito molto inferiore a quello reale.
Quando nasce l’imposta francese? E perché?
Nel 1982, per volontà dell’allora presidente François Mitterrand, con l’obiettivo di sostenere la redistribuzione dei redditi. Abolita nel 1987 da Jacques Chirac, è stata reintrodotta due anni dopo, con modalità diverse, sempre dai socialisti.
Come funziona la tassa applicata in Francia. Quanto gettito garantisce?
Viene applicata un aliquota progressiva compresa fra lo 0,55 e l’1,8% del patrimonio. A partire da 790mila euro e fino a 1,3 milioni si paga lo 0,55%, lo 0,75% fino a 2,5, l’1,8% è a carico di chi ha un patrimonio superiore a circa 16 milioni. Lo scorso novembre Nicolas Sarkozy annunciò l’intenzione di sopprimerla, il deficit di cassa lo ha convinto a soprassedere: garantisce ogni anno all’erario più di quattro miliardi di euro di entrate.
In Italia ci sarà un aumento delle imposte sui patrimoni? E perché il tema è tornato d’attualità?
Stando alle dichiarazioni del premier, finché ci sarà questo governo non sarà imposta alcuna tassa «alla francese». Nel mondo accademico, fra gli economisti e i politici sono però in molti a invocarla come soluzione per abbattere rapidamente il debito italiano o come unica strada per ridurre le tasse sul lavoro. In Italia infatti, come dicono le statistiche dell’Ocse, con l’eccezione della Danimarca la tassazione sui redditi da lavoro e sulle imprese è la più alta d’Europa. In quest’ottica un aumento delle imposte sui patrimoni - o parte di essi - è vista come soluzione per ridurre le tasse su chi lavora e fa impresa.
Quali sono le proposte avanzate?
Le ricette proposte sono molte. Il presidente di Assonime (l’Associazione delle società per azioni) Luigi Abete propone ad esempio di tassare dello 0,1% tutti i patrimoni: poiché le stime della Banca d’Italia dicono che la ricchezza complessiva è di poco inferiore ai novemila miliardi di euro, in questo modo si potrebbe produrre un gettito annuo di circa nove miliardi. Giuliano Amato propone una tassa di circa 30mila euro per il terzo di italiani più ricchi, Pellegrino Capaldo immagina un’imposta sulle plusvalenze immobiliari compresa fra il 5 e il 20%.
Quali sono i vantaggi della patrimoniale?
Se, come propongono alcuni, fosse applicata contestualmente a un taglio delle imposte su redditi, lavoro e imprese, potrebbe avere effetti redistributivi e di stimolo degli investimenti e della crescita economica.
E gli svantaggi?
Poiché viene applicata sul patrimonio «visibile», finisce per colpire il ceto medio-alto più dei grandi ricchi, ovvero coloro che i propri patrimoni li possono intestare in capo a società costituite all’estero o in paradisi fiscali. Anche per questo è una tassa che può spingere alcuni ad accumulare patrimoni fuori del confini nazionali e di conseguenza deprimere gli investimenti.
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