https://www.huffingtonpost.it/2018/05/22/dopo-le-macchie-sul-curriculum-di-conte-la-lega-alza-il-prezzo-e-vuole-il-ministero-dei-trasporti_a_23440999/
Circolano due schemi di squadra di governo: con o senza Di Maio. Gli M5s sempre più vicini alla Difesa. Ma resta il grande nodo premier-economia
È una gara a chi alza più il prezzo. La Lega vuole di più e infatti ha messo gli occhi sul ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, e Luigi Di Maio risponde rivendicando la premiership per sé. Le macchie sul curriculum di Giuseppe Conte, l'aspirante premier proposto al Colle dal Movimento 5 Stelle, hanno dato a Salvini la possibilità di trattare al rialzo sulla squadra di governo. "Ai leghisti proprio non va giù uno di noi alle Infrastrutture. Se si tratta di Laura Castelli non ne parliamo, è l'anti Tav per eccellenza", dice un parlamentare pentastellato a denti stretti difendendo il lavoro della collega. Così Salvini avrebbe colto la palla al balzo e le polemiche di oggi sul presidente del Consiglio in quota M5s hanno dato il la per tornare alla carica e accaparrarsi il dicastero dei Trasporti. Dicastero che i 5Stelle sarebbero anche disposti a cedere ma "a questo punto cambia tutto. Luigi deve diventare lui il premier", dicono ancora fonti grilline nei tanti ragionamenti di queste ore.
Di fatto gli schemi in circolazione sono due. Se Di Maio dovesse spuntarla e diventare premier è chiaro che tutti i ministeri di peso, dall'Economia alle Infrastrutture, passando dallo Sviluppo economico fino alla Difesa, andrebbero ai leghisti. Oltre ovviamente al Viminale, dove dovrebbe a sedere Salvini. Ma se Giuseppe Conte dovesse ricevere l'incarico per formare il nuovo governo, a questo punta ci sarà una divisione dei dicasteri che in parte è stata già fatta con Di Maio allo Sviluppo economico e Salvini agli Interni. Il resto è in continua evoluzione, compresa la castelli Esteri che doveva essere destinata all'ambasciatore Gianpiero Massolo. Molto è in balia degli eventi e dei dubbi che sorgono attorno ai nomi.
E di dubbi ce ne sono parecchi se Salvini, che dal premio momento ha detto "no ai veti", oggi in diretta Facebook si è spinto oltre fino a dire: "Pare che ci sia qualcuno che non è gradito all'establishment". Questo qualcuno sarebbe il ministro dell'Economia Paolo Savona, indicato dai leghisti, come contraltare alle scelta di Conte premier fatta dai 5Stelle. I due nomi sono strettamente legati "se salta uno salta anche l'altro, quindi l'intero schema". Ma "le riserve non sono solo su Savona", avvisa una fonte molte vicina alla trattativa.
Il quadro si complica. Quindi, da una parte c'è la Lega che vuole sottrarre ai 5Stelle il ministero dei Trasporti inizialmente appannaggio dei grillini che sul "no" alle grandi opere hanno puntato molto della loro campagna elettorale, a differenza della Lega che ha una visione esattamente opposta. A questo punto, secondo quanto trapela, se i pentastellati dovessero cedere sulle Infrastrutture rivendicherebbero il dicastero della Difesa, come stanno comunque facendo in queste ore. I nomi che circolano sono due, quello di Pasquale Salzano, in quota Lega, attualmente ambasciatore italiano in Qatar e nel 2014 nel comitato di Direzione dell'Eni, e quello di Elisabetta Trenta già indicata dai 5Stelle prima del voto, esperta e docente universitaria di sicurezza e intelligence.
Ragionando sempre con lo schema Conte premier e Savona ministro, Giancarlo Giorgetti verrebbe confermato nel ruolo di sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Pronti a entrare nella 'stanza dei bottoni' in quota Carroccio Nicola Molteni all'Agricoltura, Giulia Bongiorno ai Rapporti con il Parlamento e l'attuale capogruppo a palazzo Madama Gianmarco Centinaio al Turismo e agli Affari regionali. Lorenzo Fontana, vicesegretario del Carroccio e salviniano doc, dato in corsa come ministro, resterebbe invece vicepresidente della Camera. Alla leghista Simona Bordonali potrebbe andare il dicastero della Famiglia e delle disabilità, cavallo di battaglia di Salvini.
Sul fronte 5 stelle, Alfonso Bonafede sarebbe sempre in corsa per il posto di Guardasigilli, mentre continua a circolare il nome di Emilio Carelli per la Cultura. Tra gli 'attenzionati' pentastellati ci sarebbero Danilo Toninelli in pole per la Funzione pubblica e Laura Castelli dovrebbe rinunciare alle Infrastrutture per passare alla Semplificazione. Per l'Ambiente stabili le quotazioni di Sergio Costa, generale di Brigata dell'Arma dei Carabinieri, agli onori della cronache per le sue battaglie nella Terra dei fuochi.
Con ogni probabilità un ruolo di peso verrà ritagliato per Vito Crimi: qualcuno per lui immagina un incarico di sottosegretario alla presidenza del consiglio. Scendono le quotazioni di Vincenzo Spadafora all'Istruzione e risalgono quelle del 'super preside' di Brindisi, Salvatore Giuliano per viale Trastevere. Per la Salute si fa il nome dell'attuale capogruppo M5S alla Camera Giulia Grillo. Il tutto è vincolato dalle due caselle apicali: premier e ministro dell'Economia. Se saltano Conte e Savona cambia tutto. E si ricomincia da capo.
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