http://www.lastampa.it/2018/05/09/italia/non-siamo-appestati-berlusconi-nega-lappoggio-esterno-ma-la-trattativa-continua-rq2KYTfHj6KKpqALOKv7VO/pagina.html
E confida ai suoi: un governo Lega-5 Stelle durerebbe sei mesi
«Non mi faccio mettere i piedi in testa da nessuno, nemmeno da Salvini. Se lui vuole fare il governo con Di Maio senza Forza Italia abbia il coraggio di dirlo e di rompere il centrodestra. Io non accetto veti da quel ragazzino di Di Maio». Per ora Silvio Berlusconi resta fermo sulle sue posizioni, in «maniera granitica» spiega Niccolò Ghedini. Bisognerà però aspettare le prossime ore per capire se l’ex Cavaliere terrà duro fino in fondo. Ci ha abituato a repentine marce indietro, come accadde per il governo Letta: in aula Forza Italia disse che non l’avrebbe mai votato, ma pochi minuti dopo lo stesso Berlusconi sostenne l’opposto. Sempre per «senso di responsabilità».
Fino a ieri sera comunque la linea era quella dura, sfidando il suo alleato leghista. Intanto spera che Giorgia Meloni non faccia il «grave errore» di seguire Matteo, imbarcandosi in un’avventura che non andrà lontano. Sì, perchè l’ex Cavaliere è straconvinto che un esecutivo con i 5 Stelle durerebbe sei mesi: finirebbe per sfracellarsi su un muro quando i due giovani leader dovranno prendere decisioni di peso. Al primo barcone che tenta di sbarcare in Sicilia Salvini vorrà buttare in mare gli immigrati mentre Di Maio sarà disposto ad accoglierli. Per non parlare di quando si metteranno a discutere di reddito di cittadinanza e flat tax. «Sarebbe un bello spettacolo al quale assistere dall’opposizione», ha confidato Berlusconi che non darebbe alcun sostegno esterno a un governo M5S-Lega. Anche perchè, osservano i colonnelli azzurri, non si capisce perchè noi dovremmo sostenerlo dall’esterno o astenerci se i grillini non ci vogliono e non sono disponibili a riconoscere i cinque milioni di voti che Forza Italia rappresenta.
E confida ai suoi: un governo Lega-5 Stelle durerebbe sei mesi
«Non mi faccio mettere i piedi in testa da nessuno, nemmeno da Salvini. Se lui vuole fare il governo con Di Maio senza Forza Italia abbia il coraggio di dirlo e di rompere il centrodestra. Io non accetto veti da quel ragazzino di Di Maio». Per ora Silvio Berlusconi resta fermo sulle sue posizioni, in «maniera granitica» spiega Niccolò Ghedini. Bisognerà però aspettare le prossime ore per capire se l’ex Cavaliere terrà duro fino in fondo. Ci ha abituato a repentine marce indietro, come accadde per il governo Letta: in aula Forza Italia disse che non l’avrebbe mai votato, ma pochi minuti dopo lo stesso Berlusconi sostenne l’opposto. Sempre per «senso di responsabilità».
Fino a ieri sera comunque la linea era quella dura, sfidando il suo alleato leghista. Intanto spera che Giorgia Meloni non faccia il «grave errore» di seguire Matteo, imbarcandosi in un’avventura che non andrà lontano. Sì, perchè l’ex Cavaliere è straconvinto che un esecutivo con i 5 Stelle durerebbe sei mesi: finirebbe per sfracellarsi su un muro quando i due giovani leader dovranno prendere decisioni di peso. Al primo barcone che tenta di sbarcare in Sicilia Salvini vorrà buttare in mare gli immigrati mentre Di Maio sarà disposto ad accoglierli. Per non parlare di quando si metteranno a discutere di reddito di cittadinanza e flat tax. «Sarebbe un bello spettacolo al quale assistere dall’opposizione», ha confidato Berlusconi che non darebbe alcun sostegno esterno a un governo M5S-Lega. Anche perchè, osservano i colonnelli azzurri, non si capisce perchè noi dovremmo sostenerlo dall’esterno o astenerci se i grillini non ci vogliono e non sono disponibili a riconoscere i cinque milioni di voti che Forza Italia rappresenta.
L’ex premier ieri era furioso con Salvini e in particolare con Giancarlo Giorgetti che lo ha sfidato con un ultimatum. «Berlusconi faccia le sue valutazioni: andare al voto a luglio o consentire la sperimentazione di un governo politico. Fi può anche contribuire, non deve necessariamente andare all’opposizione», ha dichiarato il capogruppo della Lega. Aggiungendo che se Berlusconi decidesse di sostenere un governo neutrale, «ci sarebbe un grosso problema» nel centrodestra. Due dita negli occhi, da qui la reazione del leader azzurro. Che avrebbe ascoltato, prima di decidere, i consigli della figlia Marina. «La cosa più insopportabile è che tu, con la tua storia, venga umiliato, considerato come un appestato», sono state le parole di Marina. Così in serata è arrivata la nota da Arcore per smentire le voci che segnalavano un imminente cedimento di Berlusconi. C’era pure chi minimizzava, dentro Forza Italia: anche un eventuale passaggio all’opposizione sarebbe concordato con Salvini. Una sorta di separazione consensuale momentanea, un po’ come era successo per il governo Monti in un primo momento, con Fi in maggioranza e la Lega all’opposizione. Senza però rompere i legami di coalizione, soprattutto a livello territoriale e nelle giunte regionali. In serata, invece la nota di Arcore: «Silvio Berlusconi smentisce fermamente le indiscrezioni secondo le quali sarebbe pronto a dare un appoggio esterno ad un governo guidato da M5S e Lega. Dopo due mesi di tentativi per dare vita ad un governo espressione del Centrodestra, prima forza politica alle elezioni del 4 marzo, Forza Italia non può accettare nessun veto».
È chiaro, spiega uno dei più stretti collaboratori dell’ex Cavaliere Sestino Giacomoni, che «nessuno può permettersi di chiedere al presidente Berlusconi un passo indietro per la storia e il consenso che rappresenta per milioni di italiani». Già nel pomeriggio, di fronte alle parole di Giorgetti, era partita la contraerea. La replica delle capigruppo Gelmini e Bernini era stata molto dura e chiara. «La Lega mira a fare nascere un governo politico? Non abbiamo nulla in contrario. Basta far cadere i veti dei 5 Stelle nei nostri confronti e di Berlusconi e si può passare immediatamente a scrivere un programma, se si riuscirà. È molto semplice e l’amico Giancarlo Giorgetti lo sa benissimo. Sul governo neutrale - ha aggiunto Bernini - la nostra posizione non cambia, riteniamo sbagliato un governo di non eletti e non lo appoggeremo». Gli azzurri dicono di non avere paura del voto. «Siamo pronti in ogni momento alle elezioni. Ci limitiamo a osservare - ha spiegato la Gelmini - che un voto a luglio non favorirebbe la partecipazione popolare». Ma per la verità di tornare a votare gli azzurri non hanno alcuna voglia. Temono di essere decimati e fagocitati da Salvini. Molti potrebbero non essere rieletti, soprattutto al nord, se il centrodestra dovesse rompersi. Berlusconi per ora resiste ma ha tempo fino a oggi pomeriggio, quando Mattarella darà l’incarico per il governo. Ma Salvini avrà il coraggio di rompere?
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