http://www.liberoquotidiano.it/news/personaggi/11979908/da-quando-c-e-renzi-berlusconi-perso-1-miliardo-mediolanum-mediaset.html
Matteo Renzi ha fatto piangere e non poco Silvio Berlusconi. Se c' è un italiano che sa bene come da quando il leader del Pd è andato a palazzo Chigi il 22 febbraio 2014 la scossa all' economia e alla crescita italiana non ci sia affatto stata, quello è proprio il fondatore e proprietario del gruppo Fininvest. Perché sotto il governo Renzi le società controllate dal suo gruppo hanno perso in 31 mesi la bellezza di 3 miliardi e 374 milioni di euro di valore.
E per i principali azionisti di quelle società - la famiglia Berlusconi - la perdita è stata di poco inferiore al miliardo di euro: 941 milioni e 112mila euro per la precisione. Siccome il leader di Forza Italia non è Beppe Grillo, non ritiene affatto «felice» la decrescita che ha coinvolto le società del suo gruppo. Anzi, è probabile che quella progressiva tosatura del suo patrimonio avvenuta mentre il premier e i suoi ministri raccontavano una ripresa economica che dalle parti della Fininvest non si è proprio vista, sia ragione non proprio secondaria della rottura del patto del Nazareno. E visti quei conti sembra assai improbabile che esista un partito familiare e aziendale che ancora spinga il Cavaliere all' abbraccio con l' inquilino di palazzo Chigi, che non si è rivelato affatto miracoloso per il patrimonio di famiglia come si vociferava.
Mediaset - La perdita più consistente di valore è stata subita in questi 31 mesi proprio dalla azienda che sta più a cuore di Berlusconi: Mediaset. Il giorno dell' insediamento di Renzi - quello della celebre cerimonia della campanella con un Enrico Letta scuro in volto - il titolo principale della scuderia Fininvest era quotato 4,106 euro per azione. Ora è sceso a 2,758 euro per azione. La differenza è una perdita di capitalizzazione - e quindi di valore - in borsa appena sotto ad 1,6 miliardi di euro. Ferite che Berlusconi si lecca insieme a tutti i numerosi azionisti del primo gruppo televisivo privato italiano. La famiglia ne controlla attraverso Fininvest il 33,47%, e quindi la perdita diretta in questo caso è ammontata a poco meno di 533 milioni di euro.
Una botta pazzesca, che fa ancora più rabbia al leader di Forza Italia per essere stato accusato di avere firmato quel patto del Nazareno e di fare solo opposizione di facciata a Renzi proprio per proteggere il valore di Mediaset e fare buoni affari all' ombra di un potere a cui non sarebbe stato estraneo.
Una botta pazzesca, che fa ancora più rabbia al leader di Forza Italia per essere stato accusato di avere firmato quel patto del Nazareno e di fare solo opposizione di facciata a Renzi proprio per proteggere il valore di Mediaset e fare buoni affari all' ombra di un potere a cui non sarebbe stato estraneo.
Mediolanum - I fatti dimostrano il contrario, ma l' emorragia non si ferma alle perdite dell' azienda fiore all' occhiello del gruppo. Perché grossi guai sono venuti anche da Banca Mediolanum, un tempo secondo polmone finanziario del gruppo, oggi con un peso più ridotto per questioni di eccessiva concentrazione. Del gruppo bancario-assicurativo fondato insieme ad Ennio Doris la Fininvest controlla ancora il 30,04% del capitale sociale. Il giorno d' inizio di Renzi come capo del governo il titolo B. Mediolanum era quotato a 6,74 euro per azione. Dopo 31 mesi è sceso a 5,82 euro. La perdita di capitalizzazione assoluta è stata di quasi 680 milioni di euro. La quota evaporata dal portafoglio della famiglia Berlusconi ammonta a 204,2 milioni di euro.
Mediobanca - Altro prelievo di sangue subito mentre Renzi raccontava che «finalmente abbiamo il segno + davanti ai nostri indicatori economici». Sai che rabbia per il Cavaliere, e non è mica finita lì. Perché un bel salasso ha subito anche Mediobanca, anche se qui la famiglia Berlusconi ha una quota ridotta del capitale: il 3,07% attraverso Fininvest (2,04%) e indirettamente attraverso il gruppo Mediolanum (3,44%). Il primo giorno di Renzi la più celebre banca di affari italiana, che per anni fu guidata da Enrico Cuccia, era quotata a 7,185 euro per azione, ed è scesa a 5,785 euro. La differenza di valore assoluto è stata una perdita di un miliardo e 219 milioni di valore. Per il Cavaliere grazie alla piccola quota i danni in questo caso sono più limitati: ci ha rimesso «solo» 37,4 milioni di euro.
Mondadori - Ultimo titolo quotato, la Mondadori (ce ne è anche un quinto partecipato al 25,43%, la Molmed, ma è l' unico caso in cui non ci sono state variazioni di rilievo né in negativo né in positivo). La casa editrice di Segrate nel primo giorno dell' era Renzi era quotata a 1,48 euro per azione. Ora vale quasi la metà: 0,87 euro. La perdita complessiva per tutti gli azionisti è stata poco sotto i 160 milioni di euro. Quella che riguarda solo i Berlusconi è stata di 80,5 milioni di euro.
Holding - E non è finita qui, perché il crollo delle quotazioni della scuderia familiare di Berlusconi ha avuto un impatto indiretto anche sulle cassaforti personali del Cavaliere, le holding italiane di controllo della Fininvest (1,2,3 e 8). Anche queste non se la sono passata benissimo nell' era Renzi. In quel febbraio del 2014 avevano in cassa riserve divisibili per 387 milioni di euro.
Ora sono scese a 301 milioni. Anche qui addio a 86 milioni...
Ora sono scese a 301 milioni. Anche qui addio a 86 milioni...
Nessun commento:
Posta un commento