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http://www.corriere.it/esteri/18_marzo_16/trump-vara-sanzioni-russia-dd1690f0-2896-11e8-86ee-403ce21a628a.shtml?refresh_ce-cp
La mossa mentre il super procuratore gli chiede di consegnare i documenti sui suoi legami con Mosca.Intanto il New York Times rivela di cyberattacchi russi contro gli Usa
È il primo colpo di Donald Trump contro Vladimir Putin. Il documento firmato dal ministro del Tesoro Steven Mnuchin accusa i vertici dei servizi segreti militari russi ed Eugeny Prigozhin, uno degli oligarchi più vicini al leader del Cremlino, di «aver inquinato la campagna elettorale del 2016» e «di aver condotto attacchi informatici devastanti contro infrastrutture strategiche degli Stati Uniti». Pertanto verranno sanzionati «cinque entità» e 19 cittadini russi: non potranno entrare negli Usa, recuperare eventuali proprietà o il denaro depositato nelle banche americane.
Ma in questo momento l’intreccio è veramente difficile da decifrare. Nello stesso giorno delle sanzioni, ecco che il super procuratore Robert Mueller impone alla Trump Organization di consegnare «tutti i documenti» in qualche modo collegati ai russi. Adesso, però, la crisi è internazionale: tutto l’Occidente contro Putin. Trump firma insieme con il francese Emmanuel Macron, la tedesca Angela Merkel e la britannica Theresa May una dichiarazione che accusa Mosca di aver avvelenato con gas nervino l’ex spia russa Sergej Skripal e la figlia Yulia a Salisbury, lo scorso 4 marzo. I due sono ancora ricoverati in ospedale, in «condizioni critiche». Nel testo dei quattro leader si legge: «La mancata risposta della Russia alle legittime richieste del Regno Unito, ne sottolinea la responsabilità». Ieri si è fatto vivo anche il governo italiano. Il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, ha detto: «Ho espresso profonda solidarietà al collega britannico, Boris Johnson. È un fatto gravissimo e scioccante cui occorre rispondere con azioni coordinate e coerenti, ma bisogna accertare in modo incontrovertibile le responsabilità». Oggi il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni sentirà Theresa May. Ieri la premier britannica ha visitato la cittadina di Salisbury, dove ha insistito sulla necessità di «tenere unito il fronte degli alleati». È in allarme il segretario della Nato, Jens Stoltenberg: «Manterremo un approccio fermo, difensivo e proporzionato». Salgono i toni anche nel Consiglio di sicurezza dell’Onu. Durissima l’ambasciatrice americana Nikki Haley: «Se non prendiamo misure concrete, le armi chimiche potrebbero essere usate qui a New York o in altre città».
La reazione dei russi, per il momento, è solo verbale. Il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, ha definito le accuse britanniche «al limite dell’isteria» e ha annunciato l’arrivo di misure contro il Regno Unito: «Lo faremo presto, lo assicuro». Il Cremlino nega ogni coinvolgimento nel caso Skipral e l’utilizzo di gas nervino. Ma le sanzioni di Trump amplificano le tensioni. Anche perché, secondo un rapporto del Dipartimento della Sicurezza nazionale, scrive il «New York Times», gli hacker al servizio del governo russo si sarebbero già infiltrati nelle reti elettriche e idriche sia negli Stati Uniti che in Europa. In caso di conflitto, potrebbero sabotarle.
È interessante notare come Mnuchin abbia seguito le tracce proprio del super procuratore Mueller, che lo scorso 16 febbraio, accusò tre società e 13 cittadini russi «di aver interferito» nelle elezioni presidenziali. Tra i nomi pescati da Mueller e ora presenti nella lista di Mnuchin spicca quello dell’oligarca Eugeny Prigozhin, noto come «il cuoco di Putin». Prigozhin versava 1,2 milioni di dollari al mese all’Internet Research Agency Organization, la «fabbrica dei provocatori» via Internet negli Usa.
A sorpresa l’amministrazione Trump riprende il provvedimento di Barack Obama del dicembre 2016, puntando contro i vertici dei servizi segreti di Mosca, l’Fsb (Federal security service) e il Gru (la direzione generale dell’Intelligence militare). Sono sei i dirigenti che avrebbero gestito una serie di cyber incursioni contro gli Stati Uniti. Quattro di loro erano già indicati nelle schede di Obama: Igor Korobov, il capo del Gru dal gennaio 2018; i vice, in periodi differenti tra il 2016 e 2018, Igor Kostyukov, Sergey Gizunov e Vladimir Alexeyev.
15 marzo 2018 (modifica il 16 marzo 2018 | 01:17)
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