https://www.ilmessaggero.it/societa/food/cioccolato_ruby_rosa_italia-3630892.html
Se il food è tra gli indiscussi protagonisti di Instagram, c’è una novità che sembra nata per essere postata e per conquistare definitivamente il popolo dei Millennials, amante del buon cibo che non rinuncia all’estetica, e sempre più social. Seducente agli occhi di chi guarda e imperdibile in quanto a gusto, è il cioccolato rosa l'ultima scoperta che punta a convincere della sua bontà i palati delle piazze virtuali e non solo. Un prodotto che, alla fine di quest’anno, molto probabilmente a Natale, troveremo anche nelle pasticcerie italiane. «Ma chiamatelo “Ruby”», avvertono dalla casa madre Barry Callebaut, la storica azienda di Zurigo che, con il suo cioccolato color rubino, ha deciso di stupire e ingolosire gli amanti del “cibo degli dei”, al tempo dell'antica civiltà Maya concesso solo a sovrani, nobili e guerrieri.
Il prodotto dall’aroma deciso e dal gusto fruttato ma non troppo dolce, ha raggiunto la tonalità del rosa intenso grazie a un meticoloso processo di lavorazione delle fave di cacao che arrivano dal Brasile, dall’Ecuador e dalla Costa d’Avorio. Completamente naturale e con tutta l’autenticità di una vera e propria polvere di cacao, il “pink chocolate” non ha bisogno di additivi né di coloranti. Detto “di quarta generazione” – dopo il cacao fondente, al latte e bianco – e scoperto più di dieci anni fa, l’alimento pensato per i maîtres chocolatiers, gli chef e i pasticceri di tutto il mondo è il risultato di una collaborazione tra i centri belga e francese Barry Callebaut e la tedesca The Jacobs University di Brema.
Dopo averlo presentato per la prima volta a Shanghai sette mesi fa, “Ruby” oggi è pronto a conquistare il Belgio attraverso «le creazioni degli artigiani del gusto di questo Paese che, nell’ultimo secolo, hanno generato un'importante cultura del cioccolato e, nel settore, vantano un’expertise riconosciuta in tutto il mondo. Inoltre, partire da qui è il nostro omaggio alla “casa” in cui produciamo “Ruby”», ha spiegato Pascale Meulemeester, Vice Presidente Global Gourmet.
Infatti, in occasione del “Salon du Chocolat” che si è tenuto a Bruxelles i primi di marzo, sono stati proprio i cioccolatieri locali Marijn Coertjens di Ghent e Jérôme Grimonpon di Uccle a offrire al pubblico goloso - in un'anteprima esclusiva - le loro creazioni “rosa” a base del cacao che sa di frutti di bosco. Così, dopo il “Millennial pink” che la scorsa primavera aveva contagiato con le sue tonalità delicate e eleganti, romantiche persino, la moda, la tecnologia e il design, strizzando l’occhio all’iconica frase di Audrey Hepburn “I believe in pink”, ora è il rosa più intenso a farsi strada, ma nel gourmet. Intanto, in attesa che in Europa sia il Belgio a mostrare i gioielli color rubino nelle sue famosissime boutique della cioccolata, la Nestlé prova a conquistare con “Ruby” l'Oriente più estremo: in Giappone e in Corea del Sud infatti sono già in vendita i Kitkat di cioccolato rosa. Ovviamente, tutti da fotografare.
Se il food è tra gli indiscussi protagonisti di Instagram, c’è una novità che sembra nata per essere postata e per conquistare definitivamente il popolo dei Millennials, amante del buon cibo che non rinuncia all’estetica, e sempre più social. Seducente agli occhi di chi guarda e imperdibile in quanto a gusto, è il cioccolato rosa l'ultima scoperta che punta a convincere della sua bontà i palati delle piazze virtuali e non solo. Un prodotto che, alla fine di quest’anno, molto probabilmente a Natale, troveremo anche nelle pasticcerie italiane. «Ma chiamatelo “Ruby”», avvertono dalla casa madre Barry Callebaut, la storica azienda di Zurigo che, con il suo cioccolato color rubino, ha deciso di stupire e ingolosire gli amanti del “cibo degli dei”, al tempo dell'antica civiltà Maya concesso solo a sovrani, nobili e guerrieri.
Il prodotto dall’aroma deciso e dal gusto fruttato ma non troppo dolce, ha raggiunto la tonalità del rosa intenso grazie a un meticoloso processo di lavorazione delle fave di cacao che arrivano dal Brasile, dall’Ecuador e dalla Costa d’Avorio. Completamente naturale e con tutta l’autenticità di una vera e propria polvere di cacao, il “pink chocolate” non ha bisogno di additivi né di coloranti. Detto “di quarta generazione” – dopo il cacao fondente, al latte e bianco – e scoperto più di dieci anni fa, l’alimento pensato per i maîtres chocolatiers, gli chef e i pasticceri di tutto il mondo è il risultato di una collaborazione tra i centri belga e francese Barry Callebaut e la tedesca The Jacobs University di Brema.
Dopo averlo presentato per la prima volta a Shanghai sette mesi fa, “Ruby” oggi è pronto a conquistare il Belgio attraverso «le creazioni degli artigiani del gusto di questo Paese che, nell’ultimo secolo, hanno generato un'importante cultura del cioccolato e, nel settore, vantano un’expertise riconosciuta in tutto il mondo. Inoltre, partire da qui è il nostro omaggio alla “casa” in cui produciamo “Ruby”», ha spiegato Pascale Meulemeester, Vice Presidente Global Gourmet.
Infatti, in occasione del “Salon du Chocolat” che si è tenuto a Bruxelles i primi di marzo, sono stati proprio i cioccolatieri locali Marijn Coertjens di Ghent e Jérôme Grimonpon di Uccle a offrire al pubblico goloso - in un'anteprima esclusiva - le loro creazioni “rosa” a base del cacao che sa di frutti di bosco. Così, dopo il “Millennial pink” che la scorsa primavera aveva contagiato con le sue tonalità delicate e eleganti, romantiche persino, la moda, la tecnologia e il design, strizzando l’occhio all’iconica frase di Audrey Hepburn “I believe in pink”, ora è il rosa più intenso a farsi strada, ma nel gourmet. Intanto, in attesa che in Europa sia il Belgio a mostrare i gioielli color rubino nelle sue famosissime boutique della cioccolata, la Nestlé prova a conquistare con “Ruby” l'Oriente più estremo: in Giappone e in Corea del Sud infatti sono già in vendita i Kitkat di cioccolato rosa. Ovviamente, tutti da fotografare.
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