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Il vicesegretario della Lega, Lorenzo Fontana: "Le sanzioni non hanno portato a nulla e hanno daneggiato le nostre imprese"
La politica estera è uno degli snodi più importanti da chiarire in vista della formazione del nuovo governo.
Il vicesegretario della Lega, Lorenzo Fontana: "Le sanzioni non hanno portato a nulla e hanno daneggiato le nostre imprese"
La politica estera è uno degli snodi più importanti da chiarire in vista della formazione del nuovo governo.
Le posizioni dei partiti che pensano di poter sostenere un esecutivo non sono così vicine. Si pensi ad esempio alla Siria e allo smarcamento di Salvini rispetto ai missili di Trump, Macron e May. Ma Di Maio, che non ha sposato in toto la linea del bombardamento, ha ribadito che c'è un punto che non può mai essere superato da nessuno, l'uso delle armi chimiche. Oggi torna in primo piano un altro tema divisivo, quello dei rapporti con la Russia di Vladimir Putin. E ovviamente si parla anche di sanzioni.
La loro revoca, dice in un’intervista a La Stampa Lorenzo Fontana (Lega), vicepresidente della Camera, è "una decisione da prendere sul tavolo europeo, ma bisogna andarci convinti, determinati". Fontana, che è anche vicesegretario della Lega, ribadisce la volontà del suo partito di arrivare a un superamento delle sanzioni a Mosca che all’Italia "sono costate circa un miliardo di euro all’anno".
"È maturata la convinzione che le sanzioni non abbiano portato a nulla", ha aggiunto Fontana, "hanno però danneggiato le nostre imprese. Queste sono le gravi conseguenze. Non si tratta di essere amici di Trump o di Putin, ma la cosa più sensata è che tra loro ci sia dialogo".
Fontana replica all’inviato Usa per l’Ucraina, Kurt Volker, che ha parlato di "gravi conseguenze" per l’Italia se avesse revocato le sanzioni a Mosca ("sembra sia l’inviato in Ucraina di Obama e non di Trump"). "Dobbiamo semmai chiederci - osserva Fontana - se lo stesso danno economico ha pesato su altri Paesi europei che sono contrari a cancellare le sanzioni alla Russia". "L’Italia deve farsi sentire, alzare la voce".
Quando gli chiedono se la linea in politica estera (sulla Russia e sulla Siria) possa essere un ostacolo per l’ingresso di Salvini a Palazzo Chigi, Fontana si dice convinto del fatto che non sia questo che ha portato allo stallo di questi giorni. "Non so che governo sarà possibile fare ma alcune cose sono chiare", spiega il vicepresidente della Camera: "Se siamo partner e alleati in Europa dobbiamo esserlo alla pari. Per troppo tempo abbiamo subito nelle istituzioni europee la sudditanza di Germania e Francia".
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