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Tutti gli ultimi aggiornamenti in tempo reale sulle crescenti tensioni tra USA e Russia in seguito alla minaccia da parte del presidente Trump di lanciare missili in Siria
Siria Ultime notizie | Alta tensione tra USA e Russia | Trump minaccia intervento con missili | Diretta
Usa e Russia ai ferri corti dopo che il presidente statunitense Donald Trump ha minacciato di intervenire militarmente in Siria, lanciando missili “nuovi e intelligenti”, in risposta al presunto attacco chimico avvenuto domenica 8 aprile 2018 a Douma che ha causato la morte di almeno 100 persone.
13 aprile – ore 07.00 – La Russia avverte gli USA: “Rischio guerra”. L’ambasciatore russo alle Nazioni Unite, Vassily Nebenzia, ha avvertito del rischio di una “guerra” tra il suo paese e gli Usa, se Washington decidesse di attaccare la Siria. “L’immediata priorità è di scongiurare il pericolo di una guerra”, ha detto Nebenzia, sottolineando che la situazione è “molto pericolosa”. “Non possiamo escludere alcuna possibilità purtroppo perché abbiamo visto che i messaggi che arrivano da Washington sono molto bellicosi”, ha detto il diplomatico al termine delle consultazioni a porte chiuse del Consiglio di sicurezza dell’Onu. “Mi piacerebbe che ci fosse dialogo con i canali appropriati per evitare qualsiasi sviluppo pericoloso. La situazione è molto critica, lo abbiamo detto molto chiaramente”.
Secondo l’emittente americana Cnbc il presidente americano Donald Trump sta valutando la possibilità di colpire otto potenziali obiettivi in Siria, tra i quali due aeroporti siriani, un centro di ricerca e un impianto di armi chimiche. Al Pentagono risulta che le forze armate siriane abbiano riposizionato una quantità significativa di attività aeree verso gli aeroporti controllati dalla Russia, nella speranza che Washington sia riluttante a colpirli.
Nella tarda serata del 12 aprile, al termine di una riunione di gabinetto sulla situazione in Siria, la Casa Bianca ha precisato che il presidente Trump non ha ancora preso la sua “decisione definitiva” su come rispondere al presunto attacco con armi chimiche a Douma e si consulterà nelle prossime con il suo omologo francese Emmanuel Macron e il premier britannico Theresa May. “Stiamo continuando a valutare i dati di intelligence e siamo impegnati in contatti con i nostri partner e alleati”, ha detto la portavoce della Casa Bianca, Sarah Sanders. Poco prima Downing Street aveva detto che i ministri e il premier Theresa May erano concordi sulla “necessità di agire” contro l’utilizzo di armi chimiche.
In precedenza il presidente americano Trump aveva pubblicato un tweet in cui aveva detto che non sono ancora definite le tempistiche della risposta degli USA: “Non ho mai detto quando avremmo attaccato. Potrebbe essere molto presto o non così presto! E comunque la mia amministrazione ha fatto un gran lavoro nel liberare la regione dall’Isis. Dov’è il nostro ‘Grazie America?”, ha scritto Trump.
Intanto, il presidente del Consiglio italiano, Paolo Gentiloni, ha affermato che l’Italia non parteciperà ad azioni militari in Siria. Il premier lo ha detto nel corso delle telefonate avute con vari interlocutori internazionali, tra cui la cancelliera tedesca Angela Merkel. In base agli accordi internazionali e bilaterali vigenti, l’Italia continuerà a fornire supporto logistico alle attività delle forze alleate, contribuendo a garantirne la sicurezza e la protezione.
12 aprile – ore 14.00 – Macron: “Abbiamo le prove che sono state usate armi chimiche”. Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha dichiarato che è stato dimostrato che nell’attacco a Douma, in Siria, sono state utilizzate armi chimiche. “Abbiamo le prove che la scorsa settimana, quasi dieci giorni fa, sono state usate armi chimiche, almeno il cloro, e che sono state usate dal regime di Bashar al-Assad”, ha affermato Macron in un’intervista all’emittente televisiva francese TF1.
ore 07.00 – La portavoce della Casa Bianca, Sarah Sanders, ha dichiarato che “tutte le opzioni sono sul tavolo” e che non è stata presa una decisione definitiva sugli attacchi militari degli USA in Siria. “Il presidente ha una serie di opzioni a sua disposizione sul tavolo”, ha detto Sanders durante un briefing nella serata di mercoledì 11 aprile 2018. “Non abbiamo definito le azioni specifiche che intendiamo intraprendere”, ha aggiunto.
Secondo i media turchi, il presidente americano Trump ha discusso telefonicamente degli ultimi sviluppi della crisi siriana con il suo omologo turco, Recep Tayyip Erdogan.
Intanto, secondo l’agenzia di stampa russa Interfax, Mosca ha avviato esercitazioni belliche nei pressi delle acque territoriali siriane, che coinvolgono 15 vascelli, alcuni dei quali dotati di missili da crociera, e sottomarini.
Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha espresso “preoccupazione sui rischi dell’attuale impasse” in Siria e ha sottolineato la necessità di evitare che “la situazione diventi una spirale fuori controllo”.
11 aprile – ore 20.00 – Sono decollati dalla base aerea americana di Sigonella nel catanese gli aerei dell’aeronautica usa. I jet si sono diretti verso la Siria in missione di ricognizione. Lo riferiscono diversi media russi.
– ore 19.00 – Eurocontrol, l’agenzia europea per la sicurezza aerea ha pubblicato un’allertasu possibili bombardamenti aerei in Siria “entro le prossime 72 ore”, chiedendo alle compagnie aeree la “dovuta considerazione” nel pianificare voli nel settore del Mediterraneo Orientale. Qui l’articolo completo sulle dichiarazioni dell’agenzia Eurocontrol.
– ore 18.00 – Sono 500 le persone rimaste ferite dal presunto attacco chimico avvenuto a Douma, in Siria, il 7 aprile 2018, in cui sono morte almeno 100 persone. Lo sostiene l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ,Peter Salama, vicedirettore generale dell’Oms per le emergenze, ha chiesto “un accesso immediato e senza ostacoli all’area per fornire assistenza alle persone colpite, per valutare gli impatti sulla salute e fornire una risposta sanitaria globale”. Continua a leggere l’articolo completo qui.
Alta tensione tra USA e Russia
Gli USA e i suoi alleati potrebbero rispondere militarmente in Siria in seguito al presunto attacco chimico avvenuto a Douma, nel Ghouta orientale, ai danni della popolazione civile.
La minaccia è arrivata in modo concreto quando oggi mercoledì 11 aprile (in Italia era l’ora di pranzo) quando il presidente Donald Trump ha dichiarato attraverso il suo account Twitter che gli USA attaccheranno la Siria “con missili nuovi e intelligenti” e che la Russia non dovrebbe difendere chi “uccide la sua gente con il gas e si diverte”.
Una dichiarazione che suona come una risposta all’ambasciatore russo in Libano, Alexander Zasypkin, il quale ha fatto sapere che ogni missile statunitense sparato verso la Siria sarà abbattuto e che in quel caso le forze armate di Mosca potrebbero prendere di mira gli stessi siti di lancio.
Sabato 7 aprile un gruppo armato ribelle e un’organizzazione di soccorritori presente nella città di Douma, nella Ghouta orientale, ha denunciato un presunto attacco con “gas tossico”, che ha ucciso decine di persone, causando un’ondata di condanne internazionali. Mosca, come Damasco, nega che quel giorno sia stato fatto uso di armi chimiche nella Ghouta orientale.
“La Francia farà ogni sforzo contro l’impunità per i responsabili di attacchi chimici”, ha detto all’agenzia di stampa Afp l’ambasciatore francese François Delattre. Secondo il presidente francese Emmanuel Macron, Parigi annuncerà “nei prossimi giorni” la “decisione” sulla sua risposta, in coordinamento con gli alleati americani e britannici. Martedì 10 aprile, nel corso di un colloquio telefonico, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e la prima ministra britannica Theresa May hanno “concordato di non lasciare che l’uso di armi chimiche continui” in Siria.
Mercoledì 10 aprile la Russia ha posto il veto alla bozza di risoluzione degli Stati Uniti per istituire un nuovo meccanismo d’inchiesta indipendente sull’uso delle armi chimiche in Siria. Il documento ha ottenuto 12 sì, 2 no, tra cui il veto di Mosca, e un’astensione, quella della Cina. La Russia, le cui truppe sono in territorio siriano, ha avvertito che un intervento militare statunitense sarebbe “molto, molto pericoloso”.
“Se ci sarà un raid da parte degli americani allora i missili saranno abbattuti e persino i siti da cui sono stati sparati i missili saranno colpiti”, ha dichiarato l’ambasciatore Alexander Zasypkin all’emittente libanese al-Manar TV, vicina al movimento armato Hezbollah.
Nella sua intervista, Zasypkin ha detto che le sue dichiarazioni riportano le osservazioni fatte dal presidente russo Vladimir Putin e del capo di Stato maggiore delle forze armate russe, il generale Valery Gerasimov. A questa intervista il presidente Donald Trump ha replicato con il tweet già citato.
La risposta della Russia è arrivata con un comunicato pubblicato dal ministero della Difesa di Mosca e citato dal servizio in lingua araba di Sky News e da diverse agenzie di stampa russe, in cui si legge che “i missili statunitensi devono colpire i terroristi, non il legittimo governo siriano”.
Mosca ha poi detto che un eventuale attacco missilistico statunitense cercherebbe “di distruggere le prove del presunto attacco chimico in Siria”, un raid che secondo Mosca e Damasco non è mai avvenuto.
Intanto, secondo i media israeliani, il presidente siriano Bashar al-Assad ha lasciato questa mattina il suo palazzo presidenziale di Damasco, accompagnato da un convoglio militare russo per paura di essere bombardato dagli Stati Uniti.
Il parlamentare russo Dmitry Sablin ha però negato che il presidente stia lasciando il paese arabo. “Il presidente Assad è a Damasco e stiamo organizzando un incontro con lui per discutere della situazione nel paese e sostenere il popolo della Siria nella sua lotta contro il terrorismo”, ha detto Sablin all’agenzia di stampa russa Interfax.
Il timore di una crescente tensione ieri è divenuto concreto con la notizie – poi smentita dagli USA – per cui alcuni jet russi avrebbero sorvolato a bassa quota il cacciatorpediniere americano Donald Cook.
Nel frattempo, all’alba della giornata di oggi Eurocontrol, organizzazione che gestisce il traffico aereo europeo e dei paesi limitrofi, ha invitato le compagnie aeree a prestare allertanel Mediterraneo orientale nelle prossime 72 ore per il rischio di un possibile attacco.
Nel frattempo, l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPWC) ha annunciato che invierà una missione di ispezione in Siria per indagare sul presunto attacco chimico avvenuto a Douma.
Non si è fatta attendere anche la reazione della Turchia, paese che ha un ruolo strategico nel complesso scacchiere mediorientale.
Il ministro turco della Difesa, Nurettin Canikli, ha detto oggi che un potenziale conflitto tra Russia e Stati Uniti in Siria potrebbe cambiare la situazione in Medio Oriente e incendiare l’intera regione.
In un’intervista rilasciata oggi all’emittente 24TV e riportata dalle agenzie di stampa TASS e Anadolu, il ministro ha sottolineato che la minaccia di un conflitto tra le due potenze in Siria sussiste da tempo e “sarà rilevante anche in futuro”. “Se si dovesse verificare un attacco contro le forze appoggiate (in Siria) dalla Russia o ci fosse un attacco da parte delle forze sostenute dagli Stati Uniti, la Russia non potrà restare a guardare, altrimenti perderà la sua influenza”, ha detto il ministro turco. “Una sola scintilla può incendiare l’intera regione e aprire la porta al conflitto, quindi chiediamo alle parti di agire con moderazione e al regime di smettere di sostenere il terrorismo”.
Gli Stati Uniti al momento schierano oltre 2mila uomini in Siria, soprattutto nel nord est del paese arabo. La Russia invece è presente da anni con uomini e mezzi a fianco del governo di Damasco, che concede a Mosca l’uso di due basi militari nel paese.
Washington ha inviato nel mar Mediterraneo un gruppo di navi da guerra, guidato dalla portaerei USS Harry S. Truman. Il gruppo d’attacco comprende anche l’incrociatore con missili guidati USS Normandy e quattro cacciatorpediniere.
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