La trota fario è un salmonide indigeno delle nostre acque montane. Tra tutti i salmonidi è il più apprezzato e pescato dai pescatori, quello forse anche più adattabile tant'è vero che lo si può trovare da oltre 2000 ms.l.m ad altezza zero del mare.
Il suo corpo è slanciato ed elegante compresso ai lati, la testa, robusta ma non molto grande, è munita di un'ampia bocca più sviluppata nel maschio che non nella femmina.
Negli esemplari adulti la mascella inferiore è più lunga che quella superiore formando nei maschi il così detto "becco". Le pinne si presentano abbastanza sviluppate, gli occhi neri bordati di giallo. La livrea della fario varia secondo l'habitat, dall’alimentazione e dalla luce che favorisce una più o meno elevata quantità di macchie rosse e nere. Normalmente nei torrenti di montagna, la sua tinta di fondo è generalmente verde scuro con fianchi giallo-dorato, in pianura tende sul grigio.
La fario, di indole piuttosto timida e sospettosa tende a difendere molto energicamente il posto di caccia, rifugge dalla luce forte e per questo è sempre alla ricerca di zone riparate dal sole.
Si alimenta soprattutto di vermi, insetti, crostacei e, in età adulta, anche di pesciolini. Ad inizio stagione, quando la portata d’acqua dei torrenti è ancora scarsa e con le temperature rigide, la ricerca della fario è del tutto sconsigliata. Infatti, il freddo inibisce le trote riducendo notevolmente il loro appetito. Per tutto l’inverno, dunque, la fario resta intanata tra i sassi e le radici, poi con l’inizio della stagione primaverile, riprende l’attività.
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